Testo e foto di Tania Mauri
La montagna con il suo clima è la ricetta segreta delle bollicine Trentodoc, definite a buon diritto “bollicine di montagna”
Il Trentino è noto per la bellezza della sua natura incontaminata, per le sue montagne, le Dolomiti, per i caratteristici paesini dai campanili svettanti, per lo speck e per una notevole produzione di vini pregiati. Dal Lago di Garda alle terrazze della Valle di Cembra, la vite è ormai parte essenziale del paesaggio trentino: i diversi climi e la paziente fatica dei viticoltori producono vini unici.
Nella bellissima città di Trento c’è Palazzo Roccabruna, sede dell’Enoteca provinciale e dell’Osservatorio delle produzioni trentine, istituiti dalla Camera di Commercio di Trento per la valorizzazione delle realtà enogastronomiche locali. Nelle sale cinquecentesche del Palazzo è possibile scoprire i sapori e i profumi dei vini trentini e della collezione permanente del Trentodoc, le bollicine metodo classico.
La storia inizia nei primi anni del ‘900 con Giulio Ferrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, oggi diventato simbolo per il mondo delle bollicine. Enologo lungimirante, dopo numerosi viaggi-studio in Francia, comincia a produrre per primo, a pochi passi dal Duomo di Trento, le prime bottiglie di metodo classico, una produzione piccola ma di elevata qualità. Molti seguirono il suo esempio e nel 1984 viene fondato l’Istituto Trento Doc a tutela della qualità, origine, metodo e diffusione del vino. Lo spumante trentino fu il primo in Italia, e secondo al mondo dopo lo Champagne, a ricevere nel 1993 il riconoscimento della D.O.C. Trento secondo rigorose regole di produzione come da disciplinare: serietà nella coltivazione e nella selezione delle uve solo di provenienza trentina (per lo più Chardonnay, ma anche Pinot nero e, in misura minore, Pinot bianco e Meunier), rifermentazione in bottiglia, prolungato contatto con i lieviti e relativa maturazione.
Nel 2007, su iniziativa degli allora 27 produttori e con il sostegno delle istituzioni, nasce il marchio collettivo Trentodoc uno strumento di comunicazione che rafforza il senso di appartenenza al territorio e l’identità del prodotto. Oggi Trentodoc è il nome delle bollicine classiche trentine, l’ambasciatore di qualità del Trentino nel mondo con oltre 54 cantine aderenti. Cantine Ferrari della famiglia Lunelli, fondata nel 1902, rimane la cantina che produce più della metà dei 9.000.000 di bottiglie totali, ma ci sono altri modelli virtuosi di produzione. Come Cantina Endrizzi, con una lunga storia alle spalle, produce vini fin dal 1885, fatta di passione e di uomini che hanno creduto nel lavoro e nel terroir e che custodisce il fascino del vigneto Piancastello, uno dei pochissimi a essere strutturato come un autentico clos, circondato da boschi e allevato a guyot da oltre 30 anni, con viti di Chardonnay e Pinot Nero provenienti dalla Champagne. O la Cembra Cantina di Montagna, la più alta del Trentino (700 mt) che vanta 400 soci che dedicano passione alla viticoltura eroica delle impervie e tipiche terrazze della Valle Cembra incastonata nel più importante bacino europeo di porfido, una roccia che conferisce ai vini sapidità e persistenza straordinarie.
Tutti i vigneti sono collocati in una fascia altimetrica che va dai 200 e i 900 metri ben esposti e con terreni che conferiscono alle uve “ricchezza aromatica e carattere”. Il clima, definito “di transizione tra il mediterraneo e il continentale”, è caratterizzato da marcate escursioni termiche fra giorno e notte, e fra estate e inverno, che, in sinergia con l’altitudine, aggiungono eleganza, persistenza e freschezza al vino. La vendemmia avviene solo manualmente e il vino sta sui lieviti dai 15 mesi per il brut, a un minimo dei 36 per la riserva ma arriva anche ai 10 anni per i Trentodoc più evoluti.
La montagna è la protagonista indiscussa di questo territorio che ogni anno viene promosso con numerose iniziative sia invernali, come gli apertivi e le cene nei rifugi e nei ristoranti della mondana Madonna di Campiglio, sia in estate con i numerosi appuntamenti a base di musica, cucina, chiacchiere, racconti e, naturalmente, bollicine.