Testo di Luca Sessa
Foto di Luca Sessa e Ufficio Stampa Con.tro
La più impegnativa tra le sfide del particolare momento storico che vive la ristorazione è probabilmente quella rappresentata dalla necessità di riformulare la proposta gastronomica alla luce della pletora di vincoli imposti dai decreti che si stanno susseguendo. Come trasformare format e progetti nati con caratteristiche ben precise? In che modo adattare piatti, servizio e costi alle finestre temporali concesse in alcune regioni d’Italia? La soluzione trovata dai proprietari di Con.tro Contemporary Bistrot è sicuramente interessante: un locale nato per essere aperto all day long che ha saputo rivedere la propria offerta per lavorare con ritrovata continuità preservando il concept e la qualità.
In zona Monte Mario, sulla parte più elevata della capitale, è nata in piena pandemia la realtà di Marco Tosti e Francesco Matteucci, due soci che hanno da tempo altre attività insieme e sono nel settore della caffetteria da 15 anni. “Volevamo portare un format di qualità, all’interno di questo quartiere, in cui tutta la filiera del prodotto fosse trasparente, con materia prima scelta da noi, un punto di ritrovo dove riscoprire il buono della tavola”.
Caffetteria e pasticceria per la prima colazione con dolci e lievitati di produzione propria, l’offerta per il pranzo con la formula business, il forno con pane e pizze sempre calde, il pranzo della domenica e l’aperitivo dal nuovo e inusuale, ma apprezzato, orario con la proposta di cocktail e distillati. Ma perché quel punto al centro del nome? “Abbiamo scelto di chiamare il locale Con.tro per testimoniare la nostra volontà di andare in un’altra direzione puntando alla qualità. Il punto separa e unisce al tempo stesso le parole CONtemporary e bisTROt” ci confida Francesco.
Tutto questo in un ambiente cosmopolita e internazionale, di ricercata eleganza mai sopra le righe grazie a scelte stilistiche e di design piacevolmente riuscite. L’ampio e curato spazio esterno completa gli ambienti di Con.tro assicurando la possibilità di far registrare un costante numero di coperti che origina la necessaria continuità economica in un momento così drammatico per il contesto generale del comparto ristorativo. In cucina a guidare la brigata c’è Daniel Celso, nome emergente del panorama capitolino con esperienze da Cristina Bowerman, Lele Usai, Tommaso Pennestri e recentemente da Osteria dell’ingegno. “Sto proponendo la mia cucina stagionale e di territorio, riassumendo un po’ tutto il mio background, dallo stellato all’osteria. Conosco tutti i fornitori e non faccio sconti in fatto di qualità”.
Tutto questo si traduce in un menu che cambia continuamente, che si adatta alla disponibilità delle materie prime e che conferma che l’autenticità dei sapori non ha bisogno di sovrastrutture ma solo di sensibilità esecutiva. Il nostro pranzo è aperto dal benvenuto Gambero, puntarelle e burrata, boccone semplice e lineare, armonico ma con un tocco in più grazie alla croccantezza e all’acidità del vegetale. La Zuppetta di pescato del giorno è una vera delizia, piatto genuino e goloso grazie all’impeccabile cottura dei pesci e al sapore del brodo, e rappresenta al meglio il rapporto di Celso con i fornitori e le materie prime: ogni giorno infatti giungono in cucina prodotti dalle aste del pesce di Fiumicino, Anzio e Civitavecchia.
Il Tacos con agnello, caciocavallo, misticanza e maionese di alici ci catapulta nel meraviglioso mondo dello street food, con una proposta di ottima fattura e con l’unica pecca relativa alla difficoltà nel mangiare con le mani il tacos molto croccante. Si continua poi con il Risotto con fondo di seppia, olio alla menta e chips di topinambur dall’interessante complessità di sapori tutti in buon equilibrio tra loro per un piatto che non stanca. Le Fettuccine Senatore Cappelli, brasato di pannicolo, burro di Normandia e tartufo nero ci catapultano nell’autunno, nel bosco umido attraversato in una mattina uggiosa, nei pranzi in famiglia della domenica, nel meraviglioso mondo della pasta fatta a mano. La chiusura è affidata al Petto d’anatra con il suo fondo, radicchio selvatico, melagrana, nocciole e crema di nocciole, proposta che riesce a far coesistere acidità, dolcezza, amaro e avvolgenza in modo naturale.
Un capitolo a parte meritano i dessert, di straordinaria fattura e grande versatilità, una proposta molto ampia che abbraccia grandi classici e soluzioni moderne. Tra tutti la Quattro cioccolati, monoporzione sorprendente per l’alternanza di consistenze, temperature e intensità di sapore, il tutto senza risultare stucchevole, ma anche la Foresta Nera in chiave contemporanea e il dolce con frutti rossi e cioccolato bianco risultato davvero notevoli.
Con.tro Contemporary Bistrot
Via dell’Acquedotto del Peschiera, 156
00135 Roma (RM)
Tel. +39 06 2097 6987