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Testo di Francesca Ciancio
L’associazione, che riunisce alcuni tra i migliori indirizzi della ristorazione, del vino e dell’hotellerie dell’isola, punta sul marketing territoriale di ultima generazione
È il 2002 quando due importanti ristoratori siciliani come Nino Graziano (il primo bistellato dell’isola con il suo Mulinazzo) e Pinuccio La Rosa (Locanda Don Serafino) danno vita a Le Soste di Ulisse, un’associazione che ha come obiettivo la valorizzazione dello straordinario patrimonio enogastronomico, paesaggistico, artistico della Sicilia. Il senso è più o meno questo: la cucina può aiutare le bellezze architettoniche che a loro volta promuovono il vino e questo può far conoscere meglio la natura e così via, in una catena di rimandi virtuosi dove tutto si tiene. Dopo vent’anni la realtà associativa entra in una fase nuova, cosiddetta SDU 3.0, e inizia la sua terza decade con un manifesto e numeri in crescita. Partiamo da questi: 33 soci fondatori tra ristoratori, hotel di charme, botteghe culinarie, cantine e istituzioni culturali private, 47 imprese associate partner, 1400 addetti, 137 milioni di euro il fatturato generato nel 2021. Una rete di cose buone e belle che si regge solo sull’impegno economico degli iscritti, unico esempio in Italia di rete integrata tra privati.
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“Il Continente Sicilia” è tra le mete di punta del cosiddetto revenge travel, ovvero la riscossa turistica seguita al prolungato stop dovuto al Covid, ma anche alle preoccupazioni geopolitiche sugli scenari internazionali. È di queste ore la notizia arrivata dagli Usa che vede la Sicilia in cima alla classifica delle regioni viticole più trendy al mondo (sondaggio elaborato dall’agenzia di comunicazione Colangelo&Partners insieme alla società di ricerca di mercato Wine Opinions). Per non parlare del successo della serie tv White Lotus — non esente in verità da cliché triti e ritriti sulle ritualità di un Sud da cartolina — che sta già muovendo flussi turistici di tutto rispetto.
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Un momento d’oro, insomma, per la seconda isola più grande del Mediterraneo che ha bisogno però dei suoi “figli” più bravi per offrire ai turisti italiani e stranieri esperienze indimenticabili. Ed è proprio in questa nuova fase di “marketing territoriale 3.0” che sono concentrati gli sforzi de Le Soste di Ulisse. Il Manifesto tira le fila dell’impegno. Prima voce condivisa è il gesto. Una parola cara a Pino Cuttaia, chef patron de La Madia di Licata (e del bistrot Uovo di Seppia, il locale all’interno dell’Ariosto Social Club di Milano) e presidente dell’associazione: “Il gesto è ciò che caratterizza il nostro lavoro di cuochi, ma è anche il fare che si moltiplica all’infinito in tante diverse espressioni: pensiamo a una triglia e ai tanti modi in cui può essere cucinata in tutto il Mediterraneo”. Il Mare Nostrum è un punto centrale del Manifesto: tra i desideri degli associati — tra cui Accursio Craparo dell’omonimo ristorante di Modica, Luciano Pennisi dello Shalai di Linguaglossa, Tony Lo Coco de I Pupi di Bagheria, Antonio La Spina del resort Minareto di Siracusa — c’è quello un giorno di poter aprire Le Soste a ristoratori, albergatori, vignaioli, produttori stranieri che lavorano sulle sponde dello stesso mare, facendo nascere nuovi ambassador della Sicilia fuori dai confini isolani. “L’idea è quella di una regione che è porta e porto al contempo” sottolinea Cuttaia.
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Il neo-manager dell’associazione Daniele Siena spiega invece le prossime tappe dell’organizzazione. L’isola verrà divisa in macroaree secondo i tre antichi “Valli” che la caratterizzano: Val di Noto, Val di Mazara e Val Demone. Queste saranno le prime mete di un turismo da veri insider perché le “dritte” e i consigli non scontati verranno dati proprio dai membri de Le Soste di Ulisse, che suggeriranno le loro tante visioni di Sicilia: “Per rendere tutto ancora più su misura — spiega Siena — stiamo sviluppando un’app che consentirà a chiunque di costruire il proprio viaggio come desidera. Parteciperemo alle più importanti fiere del turismo, daremo il via a una serie di press tour per la stampa nazionale e internazionale a partire da aprile e a fine ottobre ci riuniremo a Siracusa per il congresso dell’associazione insieme a giornalisti, tour operator ed esperti del settore turistico per discutere del “Modello Sicilia”, per confrontarci sulle aspettative dei mercati e sugli strumenti necessari per una ospitalità sempre più unica. L’associazione Le Soste di Ulisse deve ragionare come un’azienda”.