Testo di Isabelle Grabau
Foto Courtesy Tuscan Soul Winery e Isabelle Grabau
D: “Buongiorno, ho visto che organizzate delle degustazioni in azienda, ma offrite anche qualcosa da mangiare, non so, un piatto di pasta per fare un pranzetto leggero?”
R: “Beh di solito no, facciamo dei piccoli taglieri, ma un piatto di pasta non si nega a nessuno”
E così, in una bellissima giornata di inizio dicembre, al confine tra Toscana e Umbria arriviamo in questa piccola azienda di vino, Tuscan Soul. Rilevata da una giovane coppia nel 2017, 16 ettari di cui 10 vitati e uno di ulivi, certificazione biologica da quest’anno, un tipico casale toscano e una guesthouse con la possibilità di affittare piccoli appartamenti o camere. Qualche difficoltà per trovare la strada esatta, al cancello niente insegne o cartelli, Google Maps che non sa dove andare, ma quando finalmente entriamo e scendiamo dalla macchina… un paesaggio pulito, ordinato, pieno, vigne dai colori invernali, alcune di un rosso fuori dal comune, sopra di noi il verde scurissimo del monte Cetona appena sporco di neve, l’aria frizzante e pungente, il sole tiepido e in un attimo mi sono dimenticata frenesie, impegni e stress vari.
Ci accolgono Massimo, Sonia e i loro Border Collie scodinzolanti (Red e Maya). Iniziamo subito il giro dell’azienda. Una passeggiata tra le vigne di sangiovese, anche se per scelta producono Chianti di nessun genere, una vigna di teroldego in lontananza (che nella zona non è molto comune, diciamo), merlot, cabernet franc e petit verdot. Fino a qui tutto nella norma. Continuiamo a camminare, il padrone di casa ci racconta che proprio sotto il nostro naso si cela un segreto, sì, esattamente quella vigna con le foglie rosso terra, è un vitigno che esiste quasi solamente in questo luogo, in questa azienda e pochi ne sono a conoscenza.
Mi spiego meglio, qui sono stati riscoperti 2 vitigni autoctoni antichi e rari: l’abrusco e l’abrostine. L’abrusco è una specie considerata vicina all’estinzione, considerato che ne esistono meno di 6 ettari coltivati in tutta Italia, come viene raccontato sul libro da nerd del vino Vitigni e vini rari e antichi di Ivano Asperti (Cinquesensi Editori). L’abrostine – anche questa una vigna di poche in Italia, forse di origine etrusca – è riapparsa in aree limitate della provincia di Siena e Firenze. Sembrerebbero entrambe varietà di Vitis labrusca, derivanti dall’addomesticazione di uve selvatiche della zona e presenti ai giorni nostri solo a livello di pochi ceppi in limitatissime zone in Toscana. Qui vengono vinificati entrambi (coraggiosamente) in purezza, ottenendo un ottimo risultato.
Gli altri vini dell’azienda, dal Red (85% sangiovese e 15% merlot, il 2018 solo sangiovese) al Tuscan Soul (80% sangiovese e 20% cabernet franc), al Tango (50% merlot e 50% cabernet franc) sono prodotti rigorosamente con raccolta a mano delle uve, alcuni fermentano in barrique, un equilibrato passaggio in legno per tutti che dona eleganza e profondità senza essere troppo ridondante. Vini di buon livello che, senza alcun dubbio, rispecchiano con personalità e carattere il territorio e la filosofia aziendale, per una piccola produzione esclusiva di solo qualche migliaio di bottiglie all’anno.
“Ci piace essere scoperti, chi viene qui lo fa perché desidera conoscere la nostra realtà e ci ha cercati. I social media? Il minimo indispensabile, non siamo su Tripadvisor per scelta e non ci interessa diventare troppo commerciali” racconta Massimo in risposta alle mie domande sul perché non ci fossero insegne a indicare l’azienda e sulle scelte di comunicazione. Alla fine della passeggiata, dopo averci lasciato il tempo di apprezzare una vigna così rara, Massimo ci accompagna sotto un bel porticato, dove, con grande sorpresa (e felicità vista la fame che stava prendendo il sopravvento) troviamo una bella tavola apparecchiata ad attenderci.
“Ho lasciato il mio lavoro, lo stress, il traffico, le borse firmate, e qui non mi manca nulla” racconta con un dolcissimo sorriso Sonia, la moglie di Massimo, fiera e felice di condividere con noi la sua cucina di casa e i prodotti del suo orto. Un menu delizioso, veramente degno di nota, per la bontà e per l’amore e la cura con cui è stato preparato. Bruschette e olio extravergine d’oliva della casa (spaziale) con pesto di pomodorini e con l’avocado, foglie di salvia fritte (sublimi), crema di zucca dell’orto, orecchiette con broccoli e pancroccante e crostata con confettura di corbezzoli (l’albero di corbezzoli era posizionato esattamente sopra la nostra testa).
Ci siamo sentiti a casa, abbiamo degustato ogni vino, assaggiato qualche piccola anteprima, e chiacchierando, ci hanno raccontato quanto per loro è meravigliosa la vita slow e di quanto lo stress non faccia più parte della loro quotidianità. Abbiamo giocato a freesbee con i cani, risate, qualche idea contrastante e meno male, brindisi, racconti e… arriviamo al tramonto, ovviamente.
Una bella giornata, un’interessante scoperta inaspettata, e due nuovi amici, anzi quattro: Massimo, Sonia, Red e Maya. Questo è quello che cerco in un periodo così caotico; tranquillità, serenità, natura, semplicità senza sovrastrutture faticose, buon vino e buon cibo naturalmente, ma soprattutto uno scambio. Uno scambio di umanità, di pensieri, di sorrisi e di parole. Forse per me (e non credo di essere l’unica) la prima nuova tendenza per il 2022 sarà questa: fermiamoci, e andiamo incontro alle persone, ascoltiamo quello che hanno da raccontare, quello che vogliono condividere, guardandole veramente negli occhi, cercando per un attimo di fermare il tempo e apprezzare con gioia quello che la vita ci regala ogni giorno, godiamoci la vita di nuovo.
I vini “segreti”:
Abrusco: Vinificato in purezza. Colore nero, viola-rosso intenso. Ricco di ciliegie nere al naso e sapori forti ma non pesanti al palato. Compatto con una buona spina dorsale e tannini naturali ma non duri. I sapori intensi e le note di frutta mostrano il carattere unico di questa varietà e la fermentazione in barrique aumenta ulteriormente la concentrazione senza aggiungere rovere. Una struttura molto buona e un vigore naturale dovrebbero dare a questo vino un lungo futuro.
Abrostine: Vinificato in purezza. Il colore è rubino compatto, con buone note di fiori secchi e tabacco da pipa, il tutto ben arrotondato in un quadro di frutta rossa che però ha ancora tonicità. Il palato mostra struttura e tannini che stanno diventando più raffinati.
In chiusura, piacevoli sentori di muschio sono in evidenza.
Tuscan Soul
Strada dei Poggi e di Fonte la Spina, 2
53040 Cetona (SI)
Tel. 333 269 4011
http://www.tuscansoulwine.com/