Dal Canada al Quadraro, il percorso della beer firm Lynn Peak
Testo di Luca Sessa
Foto cortesia di Taps
La scena nazionale (e internazionale) brassicola, in costante fermento, continua a regalare spunti di interesse grazie a nuove leve sempre più preparate e appassionate. Anche la Capitale contribuisce all’arricchimento del panorama di micro-produzioni e insegne specializzate. L’ultima novità in termini di tempo è rappresentata da Taps, un locale voluto e pensato dai ragazzi di Lynn Peak Beer, una beer firm, ovvero un collettivo birrario itinerante, che studia ricette originali e realizza le “cotte” presso impianti di altri birrifici. Alla dinamicità del nomadismo produttivo fa quindi da contraltare la scelta di aprire un luogo reale dove servire regolarmente le proprie birre. Dal Canada al Quadraro può sembrare il titolo di un romanzo contemporaneo ma è invece il sunto del percorso personale e professionale di Lorenzo Bracchi (birraio) e dei fratelli Valentino e Patrizio Piacentini, rispettivamente publican e chef, che da poco più di un mese hanno inaugurato un locale in cui servono birre di produzione propria, accompagnate da una studiata proposta di tapas di qualità, per provare intriganti abbinamenti.
I ragazzi si sono conosciuti nel 2017 quando, dopo un periodo formativo presso vari birrifici a Vancouver per Torno Subito (programma della Regione Lazio che offre la possibilità ai giovani di realizzare esperienze formative e lavorative all’estero), Valentino e Patrizio iniziarono lo stage presso un produttore di Latina dove già lavorava Lorenzo. Idee e gusti comuni hanno reso sempre più solido il loro rapporto, fino alla decisione di fondare una beer firm, per potersi esprimere liberamente. Nonostante le difficoltà del periodo pandemico e i percorsi formativi paralleli, il progetto è andato avanti, fino alla decisione di aprire qualcosa di più concreto e tangibile. “Sentivamo la necessità di avere un posto tutto nostro. Siamo consapevoli del fatto di avere ormai un buon bagaglio di esperienze alle spalle, ognuno nel proprio ruolo. Aprire un locale è stata una scelta inevitabile anche per crescere come beer firm, puntando su una zona di Roma che ci piace molto e che conosciamo bene” sottolinea Lorenzo. Un quartiere, quello del Quadraro, che sarà sempre più al centro dei progetti di Taps. “Vogliamo creare connessioni con le realtà del Tuscolano, perfino con altri pub come il nostro. Abbiamo infatti già in mente alcune collaboration beer, tra cui una con il miele di un apicoltore del quartiere” aggiunge Lorenzo.
Nel locale, che può contare su 32 coperti all’interno e 12 all’esterno, è stato studiato il posizionamento delle spine (otto più due pompe inglesi) che sono poste su una parete alle spalle del publican. Ma l’aspetto interessante della proposta legata alle birre è che, oltre alle referenze di Lynn Peak, vengono spillati anche i prodotti di altre realtà artigianali, con l’obiettivo di distinguersi in un mercato già affollato attraverso una selezione diversa e originale. Da qui la decisione di dotarsi di un impianto di spillatura di proprietà, cosa che garantisce totale autonomia nella scelta dei fusti da attaccare. A una proposta ampia non può che corrispondere un menu versatile, per sfruttare tutto il potenziale rappresentato dai possibili abbinamenti tra cibo e birra: entra quindi in gioco Patrizio con la sua interpretazione delle tapas, un formato che gli consente di modificare spesso l’offerta mantenendo un interessante rapporto qualità/prezzo. Anche in questo caso la parola d’ordine è “artigianalità”, grazie alla rete di produttori costruita tramite alla meticolosa opera di ricerca e selezione delle più interessanti realtà produttive.
Tanta teoria trova eccellente riscontro pratico nel corso di una cena che ha permesso di sottolineare l’enorme potenziale degli abbinamenti tra cibo e birra, sin dalla partenza con una Pils di Krombacher che al palato risulta chiara, balsamica con note di pino e resina, gustata con il Pane alla birra con lardo, e successivamente con la Picanha affumicata, infine con un ottimo Panino ai semi con puntarelle beurre blanc, soia e peperoncino. Anche i successivi assaggi (prima una Indian Pale Ale più alcolica e luppolata, quindi una Carabock) hanno premiato le scelte dello chef, che ha proposto un Filetto di pesce spada affumicato con melograno candito e marmellata alla birra e poi la golosa Polenta alle erbe con maiale sfilacciato e crema di gorgonzola. Tra una chiacchierata sull’utilizzo dei luppoli e sul ruolo strategico dell’acqua nella produzione di birra, si è passati a due birre molto identitarie: la Nonna Lella (Sour Ale), molto citrica, che ha fatto apprezzare il Castelmagno 100% vaccino, e la Pilot Sout ad alta fermentazione, in perfetto stile inglese, spillata con una pompa senza anidride carbonica per ottenere una giusta ossidazione che la valorizzasse dal punto di vista olfattivo la sintonia con la Tartelletta con marron glacé, marmellata di castagne e castagne. Assaggi di assoluto rilievo che, uniti alla creatività culinaria, e al nomadismo produttivo che assicura la costante presenza di nuove birre fanno di Taps un indirizzo da segnare in agenda.
Taps Roma
Via Gaio Melisso, 32
00175 Roma (RM)
Tel: +39 370 1411858
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