Testo di Cristina Ropa
Foto cortesia
“Cambiare rotta. Porre fine a questa guerra insensata e suicida contro la natura”. Sono brevi e concise le parole che Antonio Guterres Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha utilizzato in occasione del cinquantesimo anniversario della giornata internazionale per l’ambiente che si terrà il 5 giugno. “Nell’universo ci sono miliardi di galassie, nella nostra galassia ci sono miliardi di pianeti – osserva l’ONU – ma c’è solo una Terra: prendiamocene cura”. Only One Earth, Solo Una Terra, è infatti lo slogan di quest’anno dell’ONU, lo stesso utilizzato nel 1972 per la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente tenutasi a Stoccolma, il primo evento in assoluto che abbia posto l’accento sull’urgenza di salvaguardare le risorse naturali attraverso una collaborazione internazionale affinché si possano migliorare in modo duraturo le condizioni di vita.
E Solo Una Terra è anche il titolo scelto da AIAP, Associazione italiana Design della comunicazione visiva, in collaborazione con Viva il Verde – associazione che promuove azioni virtuose di rispetto per la natura nei Comuni dell’Appennino bolognese – per presentare un evento dove varie forme espressive e artistiche si sono unite per veicolare messaggi che spingano le persone a riflettere, a comprendere sempre meglio come agire affinché il nostro prezioso Pianeta sia protetto e tutelato.
Lo slogan dell’ONU, così come gli obiettivi di sostenibilità, salute, benessere e cultura presenti nell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile sono stati interpretati quindi in opere grafiche realizzate da 13 designers vincitori e vincitrici di una call aperta da AIAP, Regione Emilia Romagna e Viva il Verde su questi temi, opere allestite in due luoghi fondamentali per trasmettere attraverso l’immediatezza e la profondità dell’arte contenuti di grande valore. In formato 2 metri per 2 metri, ogni elaborazione progettuale è stata posta lungo le 13 tappe toccate da una corsa transappenninica di 340 km, un lungo tragitto che ha inaugurato il Festival dell’ambiente e della sostenibilità Bologna Montana Evergreen Fest e che ha attraversato le zone di Piacenza fino all’Appennino bolognese con lo scopo di sensibilizzare alle bellezze naturali del territorio.
“Abbiamo realizzato tante altre iniziative come l’orto creato con le scuole elementari e medie dei quattro Comuni montani coinvolti – ha raccontato Daniele Maestrami, Presidente di Viva il Verde – le giovani generazioni sono molto sensibili su questi temi e sono loro la fascia su cui puntiamo. Non solo affinché possano coinvolgere i loro genitori ma perché possano sentire la fiducia che riponiamo in loro nel veicolare messaggi così importanti”.
Parallelamente allo sport anche il mondo culturale bolognese ha aperto le porte al talento dei designers vincitori. Palazzo Segni Masetti, storico palazzo nel centro della città, le ha messe in esposizione, dal 30 maggio a oggi, in formato ridotto accompagnandole a talk di approfondimento. “Il filo conduttore è stata la valorizzazione delle realtà locali – ha spiegato Fabiana Ielacqua designer, docente, ambasciatrice nazionale AIAP e organizzatrice dell’evento”. “Quindi sono state invitate realtà che si occupano di giornalismo, archivio manifesti, arte, gallerie, aziende, realtà accademiche, professionisti uniti dall’obiettivo di raccontare quanto sia fondamentale e possibile innescare un cambiamento positivo partendo da una personale presa di responsabilità. Ho inoltre deciso di dare un’attenzione importante alle figure femminili quindi l’80% del parterre sono donne. Non è stata una scelta femminista ma una valorizzazione del loro impegno”. Azioni di cura, collaborazione e resilienza. Azioni di pace, Azioni di umanesimo, poesia e coraggio. Azioni di dissenso, senso e progettazione manifesta sono stati i quattro focus al centro dei talk, momenti densi di scambi, di crescita, di stimoli per aprire e per aprirsi a nuove prospettive, giorni che hanno evidenziato quanto il mondo della progettazione possa essere abile nel rispondere alle esigenze contemporanee attraverso azioni di cura dell’ambiente interno, inteso come ambito interiore della nostra vita, per poi di conseguenza avere un impatto anche all’esterno.
Tra i vari interventi è stato affrontato il tema del giornalismo costruttivo nell’ambito della sostenibilità ovvero quel giornalismo in grado di dare soluzioni concrete alle numerose sfide e sofferenze che stiamo attraversando. Quindi un giornalismo che anziché generare angoscia, apatia, senso di impotenza, racconti, attraverso storie concrete, come poter trasformare situazioni apparentemente senza via d’uscita in occasioni per far emergere nuove idee che poi possano contribuire alla risoluzione di quanto emerso. Si è parlato inoltre di come l’arte contemporanea, seppur considerata una dimensione superflua del vivere, sia fondamentale per comprendere ciò che stiamo vivendo e per trasmettere, veicolare contenuti di grande profondità, sensibilizzare e educare alla diversità in quanto solo comprendendo l’altro, solo accettando la diversità, potremo davvero mettere in pratica il pensiero di salvare il mondo attraverso la bellezza. Una bellezza che in questo evento è stata raccontata anche nei progetti realizzati per accompagnare eventi di carattere istituzionale, politico così come eventi di poesia, moda sostenibile e tanto altro. Una quattro giorni, in chiusura con la giornata di oggi, che è divenuta un solido pilastro per realizzare, come affermato da Inger Andersen, Segretario generale di Stoccolma+50 e Direttore esecutivo dell’UNEP, “un mondo che crei relazioni di fiducia, un mondo in cui le persone possano vivere in armonia con la natura e infine un mondo che trasforma l’impegno in azione”.