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Testo di Letizia Gobio Casali
Foto di Fabrice Gallina
Un angolo incantevole in cui pochi filari di viti occupano brandelli di terreni tra i canali. L’azienda di Fausto Ghenda a Marano Lagunare, avamposto veneto in Friuli (il cartello a inizio Paese dichiara che in loco si parla veneto ma in realtà il maranese è un dialetto derivato dalla lingua vetero veneta, caratterizzata dal participio passato in ò, come in son stò), è un’oasi di pace e già per questo andrebbe visitata.
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Ma poi c’è il vino, e non è un dettaglio. Al contrario, Fausto rappresenta la terza generazione famigliare di produttori di vino e proprio per proseguire l’attività di famiglia, alla morte di suo padre ha messo nel cassetto il diploma appena preso. Il fatto è che qui il vino possiede una sapidità peculiare e specifica (la spiaggia di Lignano è a 5 km), legata proprio alla collocazione delle viti in una valle da pesca scavata “minimo 120 anni fa.
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La vite si adatta e sfrutta l’ambiente”, ci racconta Ghenda davanti a un piatto di stuzzichini, mentre le anatre si dirigono ordinatamente a fare il bagno. Per questo qui non si può irrigare con l’acqua sotterranea:l’acqua dolce si mescola con quella salata e così, quando, come nel secchissimo 2003, la siccità induce le viti ad “aspirassero acqua dal terreno sottostante il vino risultante aveva una gradazione di 17 gradi ed era del tutto imbevibile”.
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In un terreno così ridotto, di soli 6,5 ettari in tutto, lavorano solo in due: Fausto Ghenda e la sua elegante compagnia, Ausilia, occasionalmente supportati per la potatura da un signore del paese in pensione. Di conseguenza, gioco forza la produzione è limitata, per quanto variata: 20 mila bottiglie, di cui 3 rossi 3 bianchi, un vino dolce e uno spumante, chiamato Bufole de Paluo, che significa “bollicine di laguna”, composto da pinot bianco al 100%.
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Vignua, come è detto il canale da pesca, è il nome di uno dei bianchi, dal profumo di fiori di campo e dal sapore avvolgente. Si aggiungono un Sauvignon, delicato, ma sapido, e una malvasia istriana: un bianco fermo vinificato in purezza che nel 2016 si è aggiudicato un Diploma d’oro, un premio ambito tra le malvasie.
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I rossi annoverano un cabernet franc, un refosco dal peduncolo rosso – il vino che esprime con maggiore purezza l’identità territoriale locale – e un merlot affinato 6 mesi in cemento e 12 in bottiglia. E tutti caratterizzati da un ottimo rapporto qualità prezzo, al punto che “a volte i clienti ci hanno detto che i nostri prezzi sono un po’ bassi”, precisa Ghenda. Per quanto il gradimento del pubblico, che arriva qui con il passaparola, “perché noi non vendiamo con rappresentanti e non abbiamo punti vendita”, dichiara Ausilia, possa risvegliare la tentazione a ingrandirsi, Ghenda è piuttosto drastico al riguardo.
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“Per produrre di più dovremmo acquisire altri terreni che inevitabilmente avrebbero altre caratteristiche rispetto ai nostri tra i canali”. E così, per degustare quella parte della produzione che non finisce nei 25 bar locali per 1800 abitanti, o non viene acquistato dai maranesi o dai turisti tedeschi, tocca accordarsi con i proprietari per la spedizione o venire qui. Può essere un viaggio un po’ lungo, ma ne vale certamente la pena.
Azienda Agricola Fausto Ghenda
Via delle Valli, 10
33050 Marano Lagunare (UD)
Tel: +39 333 307028