Testo di Luca Sessa
Foto di Getty Images / FIR
Una vera e propria istituzione nata nel 1883 e conosciuta con il nome di Home Championship, poiché vi partecipavano solo squadre britanniche, successivamente cresciuta con il coinvolgimento della Francia prima e dell’Italia poi: stiamo parlando del Sei Nazioni di Rugby, il torneo a cadenza annuale che dal 2000 riunisce le sei migliori formazioni europee che, con Nuova Zelanda (i famosi All Blacks), Sudafrica, Australia e Argentina rappresentano il gotha del rugby mondiale. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati di questo sport, che ogni inverno vede Roma (sede delle partite casalinghe della nostra nazionale) invasa a turno da inglesi, scozzesi, gallesi, irlandesi e francesi per vedere all’opera i migliori giocatori, ma anche per vivere il momento distintivo di questa disciplina, il cosiddetto “terzo tempo”. Dopo ogni partita, infatti, i giocatori che si sono battuti sul campo si ritrovano compagni ed avversari, per bere (responsabilmente) e discutere dell’incontro disputato.
Un gesto carico di significato, una esplicita manifestazione del concetto di fair play applicato a monumentali uomini – che spesso superano i due metri di altezza e il quintale di peso – e ripreso da tifosi ed appassionati che affollano le aree allestite fuori dallo stadio Olimpico, girando tra truck e stand per gustare proposte in stile street food e bere, naturalmente, birra. L’edizione 2023 del torneo è stata aperta da due incontri disputati sabato 4 febbraio e il giorno successivo anche la nostra nazionale è scesa in campo sfidando la Francia. Una giornata significativa non solo per atleti e tifosi, ma anche per la Federazione Italiana Rugby, da tempo impegnata in numerose iniziative a sfondo sociale, promosse nell’ambito di un evento divenuto pienamente sostenibile, in linea con la certificazione ISO2021 ottenuta per la prima volta nell’edizione dello scorso anno.
Una gestione responsabile dell’evento, che ha posto attenzione all’impronta ecologica per ridurre gli impatti diretti e indiretti, mobilità sostenibile in partnership con Roma Mobilità e ATAC, inclusione e promozione sociale e cultura della sostenibilità attraverso iniziative di sensibilizzazione e confronto sono i pilastri del Sei Nazioni sostenibile. Organizzato da FIR insieme ai propri partner, con numerose iniziative che è stato possibile scoprire presso lo stand ufficiale FIR e all’interno del Villaggio stesso. A tutto questo ha fatto seguito la più importante tra le scelte fatte dalla Federazione, quella di collaborare (dal 2015) con Equoevento, per recuperare le eccedenze alimentari provenienti dall’area Hospitality dello Stadio Olimpico di Roma e dal banchetto post-partita, donandole a enti caritatevoli, tra l’altro in concomitanza con la Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare celebrata proprio il 5 febbraio.
Il Sei Nazioni 2023 ha segnato anche l’inizio della collaborazione tra la FIR e ICE – l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – che hanno deciso di lavorare fianco a fianco per portare il marchio italiano nel mondo, attraverso la finestra del più antico e prestigioso evento rugbistico del pianeta. Con contenuti esclusivi mirati a valorizzare la campagna di nation branding “Italy is simply extraordinary; BeIT” in occasione delle gare interne di Italia Maschile, Italia Maschile U20 e Italia Femminile a Roma, Treviso e Parma ma, soprattutto, a esportare il “brand Italia” in tutti i Paesi toccati dal Sei Nazioni. “L’Italia è un Paese straordinario, dalle infinite risorse e bellezze. Siamo orgogliosi di essere stati scelti per rappresentare e valorizzare le eccellenze italiane al di fuori dei nostri confini, una missione che sentiamo profondamente nostra” ha detto il Presidente della FIR, Marzio Innocenti.
E come farlo se non (anche) attraverso le eccellenze gastronomiche, da sempre fiore all’occhiello del nostro paese? Ecco quindi che l’area dedicata all’Hospitality è divenuta una vetrina di materie prime e preparazioni uniche, di sapori tradizionali e maestria artigianale: dall’assaggio dei salumi (Prosciutto San Daniele, Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di suino nero Siciliano, Guanciale e Mortadella) a quello dei pani tipici del nostro paese (Lariano, Pane sciapo di Terni, Scrocchiarella romana, Quadrotti di focaccia genovese, Pane carasau), passando per la possibilità d’osservare in presa diretta la preparazione di alcuni prodotti quali mozzarella (di latte vaccino) e pizza grazie alla presenza di un mastro casaro e di un mastro pizzaiolo.
Gesti di grande fascino che hanno catturato l’attenzione degli ospiti stranieri, da sempre innamorati della nostra ricchezza gastronomica, conquistati anche dall’appuntamento principale in programma: lo show cooking di Iside De Cesare. La chef romana titolare del ristorante La Parolina (1 stella Michelin) di Trevinano (in provincia di Viterbo) ha mostrato come preparare una pasta all’uovo a regola d’arte, utilizzata per realizzare i deliziosi Tortelli ripieni di cinta senese con salsa parmigiano 36 mesi, tartufo nero, nocciole della Tuscia e guanciale croccante, piatto manifesto della qualità e della ricchezza gastronomica del nostro paese.