Testo di Greta Contardo
Foto cortesia di Medici Ermete
Trenta Vinitaly fa veniva alla luce il Lambrusco Concerto. Era il 1994 e nell’aria c’era la consapevolezza della realizzazione di un sogno, quello della famiglia Medici Ermete a Reggio Emilia, che ha saputo concretizzare un’intuizione piuttosto semplice in un progetto globale di “rinascimento” di un vino tanto emblematico della cultura italiana – e in particolare emiliana – quanto sottovalutato, fino a non molti anni fa. Celebrare i trenta anni del Concerto significa ripercorrere i punti salienti della storia più recente di una solida famiglia vitivinicola attiva dal 1890 che ha fatto di una visione un successo con un prodotto: “un grande Lambrusco sulle tavole di tutto il mondo”.
Come da tradizione trentennale, il Vinitaly 2024 è stato il trampolino di lancio della nuova annata di Concerto, la vendemmia 2023, che sancisce le trenta vendemmie che hanno cambiato il gusto del Lambrusco con un vino che nel tempo è assunto a simbolo, a vino bandiera dell’azienda. Quale occasione migliore per brindare con coloro che negli anni hanno contribuito in modo sostanziale a completare il puzzle? Amici, clienti, autorità, importatori, giornalisti insieme a Castelvecchio, nel centro di Verona, per godere di un traguardo che, però, non è un punto di arrivo perché i sogni non hanno limiti e il progetto del Concerto ha tutte le caratteristiche per essere considerato un sogno a occhi aperti. Ambasciatori, ciascuno a proprio modo, provenienti da tutte le parti del mondo perché questo inconsueto vino rosso frizzante ha fatto breccia nei cuori di ben 70 Paesi nel mondo cambiando l’immagine e la percezione.
“Considero il Concerto come un gemello e per questo motivo consideriamo il concerto uno di famiglia” racconta Alessandro Medici, rappresentante della quinta generazione di Medici Ermete, oggi voce e volto della famiglia come brand ambassador. “La storia del Concerto è una delle più belle della nostra famiglia” prosegue Alberto Medici, CEO della Medici Ermete. “È una storia che percorre tre generazioni diverse. Ho un ricordo indelebile di trenta anni fa quando presentammo questo vino con mio papà Giorgio (presidente) e mio cugino Pierluigi (global sales manager). Eravamo qua a Vinitaly, era il 1994 ed ero un po’ angosciato perché in quei giorni mi aspettava a casa mia moglie Valeria, che mi è stata vicina in tutti questi anni, che era incinta in attesa di mio figlio Alessandro che sarebbe nato due mesi più tardi. Arrivammo a Verona con un po’ di ansia perché dovevamo presentare un vino nuovo, ma tutti i nostri dubbi furono ben presto fugati. Fin dall’inizio il vino ebbe grandissimo successo tant’è che la produzione che avevamo preparato per quell’anno fu esaurita in pochissimo tempo e i nostri clienti dovettero aspettare mesi per la vendemmia successiva. Così vendemmia dopo vendemmia, successo dopo successo il Lambrusco Concerto è riuscito ad acquisire nel tempo tante recensioni, tantissimi premi e riconoscimenti, il prestigio che solitamente viene riservato ai vini che risiedono stabilmente nell’Olimpo enologico italiano”.
“Il Lambrusco Concerto nasce da un sogno, un sogno da cui prende vita un’idea tanto pioneristica quanto rivoluzionaria – narra il video celebrativo del trentennale – un’idea concepito in seno alla nostra famiglia che arriva a produrre un Lambrusco irripetibile. Intuiamo immediatamente che in questo vigneto si realizzano le condizioni più perfette per produrre un Lambrusco irripetibile. Sono i primi passi verso il primo cru di Lambrusco, un autentico capolavoro”. Due le intuizioni fondamentali: rese per ettaro notevolmente più basse rispetto al disciplinare e uve provenienti da un singolo vigneto di lambrusco salamino per garantire una qualità. Novità totale rispetto alla produzione classica del lambrusco con l’assemblaggio di molte varietà differenti di lambrusco.
“Per produrre questo vino non abbiamo fatto altro che mettere in pratica le regole e i principi che vengono applicati nelle zone vitivinicole più virtuose per produrre grandi vini” continua Alberto Medici. “Protocolli di produzione che sono rimasti inalterati nella nostra cantina religiosamente custoditi e preservati dalla nostra famiglia e da chi lavora nella Medici Ermete. Solo grazie a questa costanza produttiva che siamo riusciti a tenere alto il livello qualitativo di questo vino per tre decenni. L’unica eccezione l’abbiamo fatta nel 2020 quando il Lambrusco Concerto è stato certificato vino biologico in ossequio ai principi legati al rispetto dell’ambiente”. Un tassello che si inserisce in un più ampio progetto a lungo termine e ad ampio respiro di sostenibilità ambientale, sociale ed economica che l’azienda ha intrapreso: Generazione 2031. Un manifesto che si traduce in obiettivi precisi e concreti da portare a compimento tra il 2021-2031, tra cui la riduzione dell’impronta carbonica e idrica, la salvaguardia della biodiversità, lo sviluppo sempre più propenso verso un’economia circolare capace di riutilizzare gli scarti e tutelare l’ambiente. “Perché il territorio è la vera ricchezza dei nostri vini”.
Com’è questo Lambrusco Concerto 2023? Esuberante e sincero, cattura l’occhio con il caratteristico rosso rubino intenso e la spuma violacea. È un’esplosione di frutti rossi, dal lampone alla ciliegia passando per la fragola, ammaliante e non invadente. Vivace e rotondo sorprende per l’equilibrio di lievi tannini e morbide acidità che accarezzano il palato. Persistente e armonico fa della versatilità la caratteristica più spiazzante. Portavoce di emilianità in tutto il mondo con quel sorso contemporaneo si trova a suo agio sulle tavole tradizionali, quanto in quelle meno consuete, con un’inconfondibile identità culinaria democratica e popolare che spopola tra le nuove generazioni.
Proprio per questo dettaglio essenziale in trent’anni di storia il Concerto si è guadagnato un successo globale, figlio di scelte difficili, di scelte coraggiose, ma soprattutto di scelte sicure di chi ha saputo mettere in una bottiglia un’idea vincente e pionieristica, insieme a tanta passione per un territorio e per le sue espressioni vinicole. “Il Lambrusco Concerto è davvero uno di famiglia e proprio per questo me ne prenderò cura e cercherò di portarlo in tutto il mondo, nei calici di tutto il mondo” dice Alessandro Medici. Trent’anni sono un tempo passato che non sa di traguardo, ma di consapevolezza che questa storia è destinata a continuare e ad arricchirsi, calice dopo calice.