Testo di Gualtiero Spotti
Foto di Fabio Florio
Non capita tutti i giorni di incontrare un cuoco di fama internazionale che decide di trasferirsi armi e bagagli in Italia. Ancor più in uno sperduto ristorante a bordo spiaggia sulla costa nord della Sicilia e non nelle più confortevoli Milano o Roma. Invece Kobe Desramaults, già visto all’opera in passato nella campagna di Dranouter nel ristorante di famiglia In De Wulf e poi nel più recente Chambre Séparée a Gand, che già anticipava nettamente il suo presente tra cotture alla griglia abbinate a un ospitalità più sincera e informale, ha abbracciato con entusiasmo la proposta dell’intraprendente imprenditore del food Franco Virga (suo anche lo stellato Gagini a Palermo, tra gli altri) e ha trascorso la stagione estiva nel ristorante pop up Stazione Vucciria, a una manciata di chilometri dal paese di Finale.
Un pop up, come viene da chiamarlo, solo per il fatto che al momento di certezze sulla prossima stagione non ce ne sono e si sa unicamente che la data di chiusura è quella del 23 ottobre, quando forse le serate open air con vista mare inizieranno a essere un po’ fresche anche da queste parti. Ma Kobe, che con la sua famiglia si è trasferito a vivere nel vicino paese di Castelbuono, nell’entroterra più aspro delle Madonie (dove la figlia ha già iniziato a frequentare le scuole locali) ha già in testa un piano B nell’attesa di capire cosa sarà del nuovo anno.
L’idea dell’anticonformista cuoco belga è quella di una trattoria piuttosto semplice, senza toppi fronzoli, dove poter continuare un curioso percorso personale che sa più di scelta di vita che di opportunità professionali. Nel frattempo, però, c’è ancora tempo per osservare, per poco più di un mese, cosa accade a Stazione Vucciria, in uno spazio di comfort che Kobe gestisce insieme a una manciata di cuochi fidati (alcuni lo hanno seguito dal Belgio come Tiziano Franchetta) e new entries sicule di buona prospettiva.
Niente carta e due soli menu degustazione, con il secondo leggermente più esteso del primo e che porta l’esperienza dai 13 piatti e piattini, fino al numero 18. Comunque, non impegnativo anche per chi si muove sulla lunga distanza, visto che la prima parte della cena è giocata per buona parte sul pescato locale, crudo o alla brace con l’intrusione verdure e frutta dell’isola. Così Fiori di zucca e zucchine sono l’incipit di una degustazione dove la purezza del gambero bianco e degli scampi crudi lascia spazio al Tonno Alalunga con cocomero, al Granchio con melograno, alle Sarde con formaggio nero dell’Etna, al Cappone (uno dei protagonisti assoluti del pescato locale), e alla Triglia con peperoni.
Per una prima parte di assaggi sfiziosi cui fa seguito una sequenza più corposa, con il Raviolo con peperoni e pomodoro, le Animelle con limone salato e mandorla e il delizioso Agnello di Castelbuono con melanzane, che meriterebbe il bis solo per la cottura perfetta. Quasi tutti i piatti, almeno quelli dove il crudo non la fa da padrone, vivono di un forte dualismo (davvero centrato) tra il fuoco e la migliore materia prima che l’isola può offrire, a riprova del gusto, della misura e del talento di un cuoco che, evidentemente, dove lo sposti, non cambia mai la sua qualità.
Stazione Vucciria
Spiaggia Torre Conca
Finale di Pollina (PA)
Tel. +39.3715229069
www.stazionevucciria.com