Testo di Gualtiero Spotti
Foto cortesia di Famiglia Rana
Muoversi tra i paesi dell’hinterland veronese in direzione sud può non essere l’esperienza paesaggisticamente più avvincente di questo mondo. Abbandonati alla memoria il centro scaligero, il sinuoso corso dell’Adige e l’Arena, per una decina di chilometri lo scenario che appare agli occhi è quello di una distesa di tristi capannoni industriali e centri commerciali, prima di giungere, infine, a uno spicchio di pianura padana e di vita campestre degni di questo nome. Ed è proprio qui, a metà strada tra i borghi di Vallese e Oppeano, che si raggiunge la bella dimora firmata dalla Famiglia Rana (sì, proprio loro, quelli delle paste ripiene e dei sughi…), con all’interno un ristorante di cucina d’autore premiato lo scorso anno con la stella Michelin, il quale ha da poco visto un significativo cambio di filosofia ai fornelli.
Il cuoco Giuseppe D’Aquino è ritornato sul suo amato lago di Garda (dove era stato a lungo al Ristorante Oseleta) per inaugurare in questi giorni il ristorante Gesti, mentre al suo posto è arrivato un altro campano doc, il trentaseienne Francesco Sodano. Dopo le scorribande giovanili tra Roma, Los Angeles, Londra e la Costiera di casa – frequentando tra gli altri Glowig, Blumenthal e, buon ultimo, Anthony Genovese, il suo mentore – ha prima riqualificato il Faro di Capo d’Orso a Maiori e, infine, dopo un paio di anni da battitore libero, ha trovato dimora presso il ristorante Famiglia Rana a partire dal mese di marzo.
Il recente restyling ha ridefinito in maniera sensibile i canoni estetici del luogo, accompagnando lo storytelling al tavolo. La componente artistica stuzzica l’ospite non solo attraverso i percorsi culinari, ma anche con l’attenzione per i dettagli della tavola, l’arredamento, le erbe e le radici dell’installazione sospesa e firmata dall’artista floreale Ottavia Bosco, i disegni di Antonio Marras e i richiami alla natura della Valle del Feniletto, dove ci troviamo.
Sul versante gastronomico, invece, Sodano si muove sui diversi fronti con tre percorsi degustazione che esplorano le sue origini partenopee (Seppia sporca e friarielli), raccontano le suggestioni gustative raccolte nel corso dei molti viaggi e riviste con l’utilizzo della materia prima locale (Risone e storione pil pil, Finto nigiri, Radicchio e molenegro), spingono sulla creatività tra mare e terra, mettono in evidenza le estrazioni vegetali oppure le frollature. E ancora, si nutrono di una creatività che fuoriesce da un laboratorio diventato il fulcro avanguardista di una cucina dinamica, sperimentale, sempre propositiva, audace e in movimento.
Come racconta lo stesso Sodano: “Ci è appena arrivato il liofilizzatore, e questo ci permetterà di fare freeze drying, ossia far evaporare i liquidi per congelamento, mantenendo colore e sapore integro del prodotto. Poi stiamo lavorando con il Gastrovac, uno strumento che impermeabilizza le fibre attraverso l’utilizzo di liquidi, ad esempio abbiamo ‘perfezionato’ una capasanta con brodo di prosciutto in ossidazione. Ma c’è anche una centrifuga che separa i liquidi dalle proteine con lo stesso principio con il quale si fanno le analisi del sangue…”. Insomma, il futuro prossimo della Famiglia Rana, nel suo outlet più sperimentale, ha la passione e la curiosità di Francesco Sodano come motori trainanti, in un piacevole equilibrio di gusto e innovazione che riesce a mettere d’accordo tutti. O almeno quelli che non si aspettano di incontrare in sala Giovanni Rana che serve al tavolo un fumante piatto di tortellini.
Ristorante Famiglia Rana
Via Feniletto, 2
Oppeano (VR)
Tel: +39 045 7130047
www.ristorantefamigliarana.it