Testo di Letizia Gobio Casali
Foto cortesia di Beko & Grundig
All’interno di Eurocucina 2022 – in uno stand riciclabile al 95% – Arçelik ha offerto a un pubblico selezionato la preziosa opportunità di assistere a un Dialogo sulla sostenibilità tra due appassionati paladini dell’ambiente: Hakan Bulguru, CEO di Arçelik (proprietaria dei brand Beko & Grundig) e lo chef pluristellato Massimo Bottura, titolare di Osteria Francescana a Modena e Brand Ambassador Beko & Grundig dal 2018.
Entrambi, pur se in modo diverso, sono infatti modelli dell’impegno in prima persona per il Pianeta. Il primo, per sensibilizzare le persone sul climate change e testimoniare l’irreversibile e rapidissimo scioglimento dei ghiacciai, ha addirittura scalato l’Everest, dopo 8 mesi di durissima preparazione (l’avventura sul versante cinese della cima è stata raccontata da Bulguru stesso nel volume A mountain to climb). Del secondo è noto l’impegno per non sprecare il cibo, culminato in Food for soul, società che tramite il network e internazionale dei Refettori (presenti in varie città, da Modena a Rio de Janeiro a Lima) ogni anno recupera centinaia di tonnellate di cibo e lo serve a persone che appartengono alle fasce economicamente più deboli, per contrastare, insieme allo spreco, l’esclusione sociale. Il primo incontro tra i due, precedente a Expo 2015 e al primo refettorio Milanese, “ma senza il quale l’idea del Refettorio non sarebbe stata possibile”, dichiara Bottura senza mezzi termini, ha evidenziato da subito una comunità di intenti e una altrettanto condivisa impostazione etica che prescrive di agire per il clima per convinzione, non per obbligo di legge.
Così se Arçelik si è posta come obiettivo la drastica riduzione delle sue emissioni di qui al 2030, la produzione di 50 megawatt l’anno di energia da pannelli solari e la vendita di elettrodomestici a basso consumo anche nei Paesi emergenti, dove appunto la normativa non è ancora sensibile al tema e la decarbonizzazione appare come un lusso da ricchi, Bottura si spende da tempo per operare un cambiamento culturale attraverso il modo in cui consumiamo, per quanto, anche qui, non vi sia alcuna sanzione per chi spreca il cibo. Per questo Food for soul non è nata come istituzione caritatevole, spiega lo chef: piuttosto vuole porsi come il motore di un cambio di mentalità in cui ognuno può essere la rivoluzione senza per forza doversi ergere a eroe: “Come dico ai nostri volontari, non dobbiamo puntare a cambiare il mondo, ma il nostro quartiere. Poi, se ognuno fa lo stesso, a poco a poco arriveremo a salvare il mondo”, racconta Bottura con un entusiasmo contagioso. “L’importante è parlarsi, condividere idee, superare le divisioni ideologiche”.
Poiché il dialogo tra i due big avviene nel contesto del Salone del mobile, è logico ipotizzare che questo impegno per un futuro sostenibile non possa prescindere dalla dimensione estetica. Per Bulguru, infatti, l’accento sull’efficienza energetica e sulle componenti sostenibili è inscindibile da un aspetto gradevole perché la bontà della forma rifletta quella della sostanza. Bottura rimarca come l’aspetto dei Refettori, così dissimile dalle consuete mense, sia funzionale a far sentire accolti e benvenuti gli ospiti: “Food for Soul non è nato solo per nutrire le persone, ma per creare spazi che facessero sentire gli ospiti come una parte degna della comunità. Per questo a Londra dalle 10 di mattina si viene accolti con un sorriso e un the caldo con i biscotti mentre al refettorio di Merida, in Messico, prima di mangiare, si può salire a farsi una doccia e cambiarsi gli abiti. Sono attenzioni che accrescono l’esperienza di godere di piatti preparati con cura e rispetto. La bellezza dà valore a luoghi abbandonati e dignità alla parte più fragile di ogni comunità”. Inoltre, il design, prosegue Bottura, ha un impatto anche su chi lavora in cucina, asserisce il geniale innovatore. “La bellezza trasforma chi la vede e lo rende capace di trasfonderla nei piatti. L’estetica, quindi non è mero estetismo, ma corrispondenza tra etica e pratica”. E lo chef conclude la sua perorazione a incarnare il cambiamento per il futuro del pianeta citando Albert Camus: “La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di lei”.