Testo di Luca Sessa
Foto di Giulia Gerosa
La vita ci insegna continuamente quanto possa essere importante imparare ad andare oltre le apparenze, non soffermandosi alla prima impressione, per essere sovente sorpresi dalle caratteristiche nascoste e più intime e interessanti di una persona, di una cosa, di un luogo, grazie ad un elemento da sempre distintivo, la curiosità. Ad esempio, passeggiando sul Lungotevere di Roma ci si può imbattere in Villa Laetitia, affascinante dimora storica progettata da Armando Brasini nel 1911, di proprietà della famiglia Fendi Venturini. Un vero e proprio gioiello architettonico in stile liberty in grado di catturare l’attenzione visiva di chiunque: chi però fa della curiosità la propria cifra stilistica, potrà scoprire al suo interno una delle realtà enogastronomiche più solide e vincenti del panorama nazionale, Enoteca La Torre.
“Capace di impegnarsi con successo in attività diverse, in diversi campi d’interesse, adattandosi a situazioni varie e imprevedibili”. La parola versatile è quella che probabilmente meglio descrive la natura di Enoteca La Torre, un progetto in grado di crescere ed evolvere anno dopo anno lasciando la forma di semplice ristorante per divenire molto altro. Un risultato reso possibile dalla scelta delle persone giuste e dalla coesione tra queste, permettendo di dar vita a un team che da anni lavora in perfetta armonia riuscendo ad affrontare ogni sorta di difficoltà. Lo spostamento da Viterbo a Roma del ristorante (ormai un decennio fa), la creazione di una proposta parallela rappresentata da un catering d’eccellenza, lo “sbocco sul mare” con La Dogana a Capalbio, in Toscana. E ancora il bistrot all’interno della Rinascente in Piazza Fiume e il Salotto gastronomico nel quartiere Prati. Tante declinazioni di una stessa identità, quella legata al rispetto del gusto, che hanno impreziosito il valore di un progetto che, in parallelo, ha saputo raggiungere il più ambito tra i traguardi, le due Stelle Michelin.
“Le aziende sono fatte dalle persone” è una frase di cui si è sinceramente fatto abuso, ma mai come in questo caso nelle persone risiede la chiave del successo di Enoteca La Torre. Rudy Travagli e Domenico Stile, Romagna e Campania, Sala e Cucina: due volti e due anime da tempo in armonia, che riescono a dar forma a idee sempre al passo con i tempi, puntando su una profonda conoscenza di ogni elemento, su una passione rimasta immutata nel tempo e sulla capacità di non fossilizzarsi mai su regole non scritte ma che sono ineluttabilmente legate al mondo della ristorazione. Dalla carta dei vini “autoctona” che “valorizza gli uvaggi del nostro paese ma che riconosce anche il valore dei prodotti internazionali” sottolinea Rudy Travagli, a una cucina sempre elegante, mai ridondante, che riesce ad essere appagante nella sua raffinatezza. Il tutto corroborato da un servizio di Sala che conosce i fondamentali e sa plasmarli in base alle esigenze del momento grazie alla sapiente guida del maître Alessandro Nocera.
Poche settimane fa il più probante tra gli esami è stato brillantemente superato: la Ryder Cup, il torneo di golf che si disputa tra una selezione dei migliori giocatori europei e una di americani, ha fatto tappa a Roma. Rudy, Domenico e il loro team hanno vissuto giornate che definire intense è riduttivo, ma hanno saputo far conoscere lo stile di Enoteca La Torre a una clientela internazionale, servendo fino a 800 clienti al giorno (alla carta), preparando piatti legati dal filo conduttore del gusto. Una prestigiosa vetrina che ha ulteriormente messo in luce il valore di una realtà oramai consapevole dei propri mezzi. Ciò che colpisce è la capacità di tenere alta l’asticella pur dovendo far fronte a molteplici impegni, e in questa fase così intensa le due stelle Michelin brillano come non mai grazie ad un menu sempre più convincente.
“Ogni mio piatto è ispirato da questi valori: accoglienza, cura, amore e impegno” confida Domenico Stile, il cui pensiero gastronomico è da sempre caratterizzato da grande maturità. La sequenza di piatti evidenzia lucidità e coerenza, tecnica di livello assoluto e un voluto rispetto dei sapori. Accade con il Polpo arrosto, cavolo viola, pere e Ras-El-Anut, morbidissimo e succulento, con il Prosciutto d’anatra e melone (anatra, melone Carosello e rafano), riuscita interpretazione di un classico intramontabile. La pasta è da sempre uno dei cavalli di battaglia dello chef cresciuto a Gragnano, e le conferme giungono dalla Pasta mista, gallinella di mare affumicata, bergamotto e finocchio acquatico, omaggio a un pesce povero dall’inconfondibile sapore, e dai Ravioli al cinghiale, mela Annurca e fieno, una vera carezza per il palato.
Un pranzo con altri attori protagonisti, quali il vino, sempre in sintonia con i piatti, e la sala che ha nel servizio al tavolo uno dei suoi punti di forza. I secondi uniscono eleganza visiva e concretezza gustativa, con il Baccalà, verza, noci e cannella e l’eccellente Faraona in crepinette, Vermouth rosso, prugne e cacao, e il dessert conferma la grande attenzione dedicata al mondo delle dolcezze da parte di Stile con una declinazione di forme e consistenze di cioccolato che anche questa volta non trascura l’estetica.
Enoteca La Torre a Villa Laetitia
Lungotevere delle Armi, 23
00195 Roma (RM)
Tel: +39 06 4566 8304
www.villalaetitia.enotecalatorre.group