Testo di Letizia Gobio Casali
Foto cortesia di Deliveristo
“Non abbiamo inventato nulla, ma digitalizzato quanto esisteva”, dichiara Erica Fifield, Responsabile comunicazione di Deliveristo. Eppure questa app per chef e ristoratori, creata nel 2019 da Ivan Aimo, Luca Calia e Gabriele Angeleri, pur se nata come evoluzione di un sito mobile responsive, rappresenta una svolta rispetto alla consueta gestione della filiera dei ristoranti.
Basta considerare il numero di referenze presenti sul marketplace: 400 fornitori e 45 mila prodotti, con un repertorio aggiustato in itinere. “Infatti, siamo partiti dalle eccellenze dei diversi territori, ma poi ci siamo accorti che i clienti cercavano anche il day by day, Insomma, non chiedevano solo il capocollo di Martina Franca, ma anche l’olio per friggere” prosegue Erica.
Così, oltre ad aver ampliato la gamma di prodotti, la app è stata congegnata per velocizzare le consegne: quando un cliente si collega, vede solo i fornitori che possono consegnare in loco. E qualora nessuno soddisfacesse i tempi richiesti, si possono interpellare anche i distributori che passano tutti i giorni.
Per il servizio il ristoratore non paga nulla, mentre una percentuale – variabile a seconda della categoria merceologica – viene richiesta al distributore, che aumenta comunque la sua clientela. Oltre al food, è già disponibile anche il beverage: grazie a un accordo con Tannico, Deliveristo raggruppa anche una serie di fornitori che sarebbero altrimenti difficili da rintracciare per poter acquistare vini italiani ed esteri, distillati, birre artigianali e champagne.
Oltre a consentire di tracciare tutti gli ordini e a gestire tutta la parte di fatturazione, la app assiste i clienti tramite il monitoraggio delle consegne e la messa a disposizione di un numero unico, attivo dalle 6,30 del mattino a mezzanotte e mezza, per aggiornamenti sulla rispettiva tempistica. Sul proprio profilo un utente trova anche gli ordini pregressi e i fornitori da cui ha già acquistato, in modo da poter ricomprare variando la quantità e calibrandola a seconda del consumo e del periodo.
“Tutto questo senza telefonare, inviare email e messaggi whatsapp o scambiare estenuanti messaggi con i fornitori, a loro volta spesso disorientati da quanto implicitamente richiesto dal cliente” sottolinea Erica che, avendo un passato da buyer, ricorda messaggi ambigui come “3 carote” senza precisare se si trattasse di 3 pezzi o di 3 chili.
Oggi, invece, non solo lo scambio di messaggi non è più necessario, ma gli acquisti possono venire decisi, in modo univoco, oltre che dal titolare di un’attività, dai suoi dipendenti, ognuno con un suo codice identificativo, nella massima trasparenza. La app consente inoltre al titolare di un’attività di effettuare acquisti, dal medesimo profilo, per più locali differenti: una scelta comoda per le dark kitchen o le cloud kitchen, le cucine condivise, che si stanno diffondendo.
Il risultato avvantaggia sia i ristoratori che non hanno un quantitativo minimo di acquisto e riducono il tempo, sia i produttori che trovano nuovi sbocchi per le loro merci. “Per questo motivo tante piccole aziende ci chiedono di entrare a far parte della nostra rete” precisa Erica. Due anni di Covid, quindi senza fiere e mercati, hanno convinto anche i più renitenti dei benefici dell’e-commerce.
“Noi offriamo i vantaggi dell’online, senza i costi di un sito in proprio. E per le aziende l’accesso è gratuito e l’obiettivo è creare un’offerta utile per i clienti” sigla. Cosa succede in seguito, lo dimostrano i dati: le referenze sono cresciute di anno in anno del 300%. E il 2022 è solo agli inizi.
Deliveristo
www.deliveristo.com