Testo di Andrea D’Aloia
Foto cortesia di Tempi di Recupero
Al via la terza edizione per l’appuntamento organizzato da Carlo Catani e l’associazione Tempi di Recupero: da venerdì a domenica tre giorni fitti di incontri, laboratori, momenti conviviali e riflessioni sulla sostenibilità e le sue declinazioni.
Il Festival del Recupero di Pianetto è uno di quegli appuntamenti speciali, in grado – in tempi rapidissimi – di definire una propria identità, costruire i suoi contorni, dotarsi di una coerenza rocciosae unacredibilità straordinaria. Lo ha fatto con la forza delle idee, l’importanza di rimanervi fedeli, l’onestà intellettuale di chi da tempo si guarda dentro, e attorno, e si pone le domande giuste, provando anche a dare qualche buona risposta.
Con questa capacità grande di lasciare gli spazi delle riflessioni aperte a tutti, favorendo attorno ai temi del recupero – e alle sue tante declinazioni – le sinergie tra cuochi, vignaioli, casari, norcini e artigiani di eccellenze, maestri gelatieri e panettieri, bartender, azdore, operatori del settore e chiunque abbia a cuore questi argomenti.
Il Festival è l’evoluzione e la sintesi di un percorso iniziato da Carlo Catani e l’associazione Tempi di Recupero un decennio fa a Faenza (era il 2013), dalle cene conviviali all’Osteria della Sghisa passando dalle tante iniziative solidali in tutto lo stivale, i libri (due: Tempi di Recupero e il più recente Il chilometro consapevole, scritto assieme al fondatore di Slow Food Carlo Petrini), i week end del recupero: progetti che avevano già un senso tanti anni fa, prima che certi argomenti andassero in hype, e momenti di confronto rimasti sempre fedeli a se stessi, sempre più ambiziosi, in grado di attirare a se belle energie e legare persone in tutta Italia, e non soltanto.
Quello di Pianetto è un momento corale, un appuntamento pensato proprio per mettere insieme esperienze, idee, stimolare dibattiti, coinvolgere persone in uno stesso luogo, nello stesso momento, a raccontare se stesse, le storie che gli accadono addosso, le geografie che le stanno incorniciando.
Oggi, venerdì 6 ottobre, inizia la terza edizione, con un fitto (e ben strutturato) programma di appuntamenti. Il tema portante di quest’anno, oltre alle argomentazioni sulla cucina circolare, sarà nuovamente il recupero del territorio e la gestione dell’acqua: argomento già affrontato lo scorso anno e reso ancor più urgente e determinante dalle avversità del maggio scorso. Il via al Festival del Recupero lo darà la Cena dei Sindaci, e ai fornelli si cimenteranno i primi cittadini di diverse località della Valle del Bidente coinvolte nella dura alluvione che ha colpito la Romagna, con l’intento di raccogliere fondi per continuare a supportare le tante realtà colpite, anche adesso che i riflettori si son spenti e l’attenzione è un po’ calata.
Sabato 7 e domenica 8 sarà il momento dei talk, del mercato del recupero, dei laboratori e degli approfondimenti, ma anche di performance artistiche e concerti; all’Osteria La Campanara e al ristorante DaGorini ci saranno pranzi e cene circolari in cui si cimenteranno grandi interpreti della cucina nazionale come Antonio Ziantoni, Giuseppe Gasperoni, Alberto Gipponi, Cesare Battisti, Luca Grasselli, Gianluca Gorini, Giulio Gigli, Edoardo Tilli, i gelatieri Giulio Rocci e Stefano Guizzetti e tanti amici di Tempi di recupero, mentre nel chiostro di Galeata sono in programma barbecue (curati da BBQ Geeks, Mattia Brighi e Giovanni Cuocci) e il pranzo della domenica interpretato dai soci e sostenitori dell’associazione.
Tutte le giornate e le cene del Festival saranno accompagnate dai vini dei vignaioli del recupero (Villa Papiano, Villa Venti, Menta e Rosmarino e altre realtà che sostengono il progetto Io bevo romagnolo, promosso a ridosso dell’alluvione per dare una mano ai viticoltori danneggiati), accompagnati da cantine amiche e solidali come Gravner, Foradori e Barraco e dai cocktail di Stella Palermo (Monica&Tonica), Federico Ercolano e Paolo Dianini.
Le informazioni, le prenotazioni e il programma completo del Festival del Recupero:
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