Testo di Barbara Marzano
Foto di Alberto Blasetti e Simone Di Luca
Più follower di Cristiano Ronaldo, Chiara Ferragni e Mark Zuckerberg messi insieme. Più contatti di quanti se ne potesse immaginare. E un nome che per sempre resterà nella memoria di tutti: #Covid19, l’influencer che tutti conosciamo e che finalmente sembra aver perso il suo hype. Nel 2022 si parte in quarta, torniamo a ricordarci delle fiere, degli eventi e, soprattutto, del contatto umano. Il salone transfrontaliero del vino naturale ne è la prova certa, con la sua sesta edizione di Borderwine, previsto per domenica 19 e lunedì 20 giugno nel parco di Villa Manin di Passariano (UD). Ospiterà tutti gli amanti del vino prodotto “secondo natura”, circondati dal sapere di vignaioli e dalle loro degustazioni, ma anche inedite proposte food e una moltitudine di performance musicali.
Saranno circa 70 i produttori presenti tra Friuli Venezia Giulia, Italia, Austria, Slovenia e Francia, con oltre 250 etichette da degustare nella sesta edizione del festival “borderline”.
Fabrizio: “Tutto è iniziato nel 2016, da una passione per il vino che è cresciuta nel tempo. Avevo cominciato a frequentare alcune cantine già agli inizi del 2002 e, via via, a conoscere le persone che ne facevano parte. Poi un pensiero semplice, se vogliamo ovvio, ma mi sono reso conto che ci sono sempre state delle fiere sul vino, tranne che qui, nel nostro territorio”.
Così, Fabrizio Mansutti racconta il suo percorso insieme alla compagna Valentina Nadin, senza tralasciare la nascita di Borderwine e del concetto di confine non confine, di un territorio compreso tra Austria, Slovenia e Friuli Venezia Giulia, che in un certo senso sentiva la necessità di presentarsi a questo appuntamento annuale. Fabrizio e Valentina iniziano con la prima edizione nel 2016, con appena 25 cantine, per arrivare a 70 nel giro di soli due o tre anni. Poi la sferzata del Covid ha sgretolato qualsiasi speranza, ma ha dato loro anche la possibilità di credere nel progetto e dargli una nuova vita.
Fabrizio: “Ci siamo ritrovati a dover ripartire da poche cantine, 25, proprio come all’inizio. Ma coltivando alcuni contatti che ci avevano seguiti fin da subito, siamo riusciti ad arrivare fino qui anche quest’anno. Un percorso possibile, teso tra difficoltà e soddisfazioni, che però ha sempre avuto l’obiettivo di avere, e ricercare, solo prodotti che non utilizzano alcun elemento chimico, per il semplice motivo che la natura non lo avrebbe mai accettato”.
Un presupposto semplice quanto necessario per fare decollare la sesta edizione, che moltiplica le regioni partecipanti e abbatte ogni confine – integrando l’Alto Adige, Sicilia, Campania, Abruzzo e Marche – per una necessità personale e umana di volersi rincontrare e rivivere quel che era diventato solo un bel ricordo. E a proposito di bei ricordi, le degustazioni non restano tra le ultime file. Spicca la verticale di Ribolla di Radikon, ma anche la masterclass guidata da Gaetano Saccoccio che torna a Borderwine per far scoprire tutti i segreti di Lino Maga, volto del Barbacarlo, il vino diventato “mito” nell’Oltrepò pavese. E poi la degustazione di ReValpo, l’associazione che unisce sette produttori della Valpolicella che condividono un’idea di produzione che rispetta gli antichi ritmi della terra.
Bolle, bianchi, rossi, che non viaggiano certo da soli. Ad accompagnare i calici, le eccellenze del territorio dal Friuli Venezia Giulia, con una selezione speciale delle proposte di Udine, che uniscono FVG e Puglia con Mamm, la pizza romana di Tajo, la cucina naturale del Ristorante Al Tiglio di Moruzzo, fino ai piatti del Bistrot Mimì e Cocotte di Trieste e a quelli di Anna Barbina dell’Osteria Contemporanea di Lavariano (UD). Un intreccio di collaborazioni, storie e persone, decisamente atteso.
“Ci interessa il rapporto umano. È proprio questo che negli anni ci è riuscito meglio. Aver costruito una rete di contatti, sinceri quanto solidi, ha ripagato tantissimo. Questo è il territorio dove è nato il movimento del vino naturale, sì, ma diciamocelo, non è che qui ci sia un gran mercato, anzi, fatica a farsi sentire. E forse è stata proprio questa la leva che ci ha dato sempre un motivo per crederci”.
Stefania, Francesca, Elena, Michele, Mirco… il team di Borderwine potrebbe andare avanti all’infinito. Ed è lo stesso che ha permesso di impacchettare la fiera come la viviamo oggi, di darle un’organizzazione diversa, di farle prendere una strada inaspettata e sempre più viva. Un percorso che viaggia in parallelo anche con l’ente regionale, che nel 2025 consoliderà la prima vera tappa di questa storia, quando appunto Gorizia e Nuova Gorizia saranno capitali della cultura europea, a cui Borderwine parteciperà in loco.
I criteri per poter partecipare a questa, come alle prossime edizioni, non cambiano: scelta accurata dei terreni, rispetto della loro biodiversità, esclusione di qualsiasi tipo di pesticidi, additivi o di manipolazione chimica o fisica. Produrre vino naturale per Borderwine significa guardare al futuro non solo dell’enologia, ma del mondo dell’agricoltura, opponendosi alla logica che vuole una produzione continua e massiccia a ogni costo. Anche perché si sa, la natura avrà sempre l’ultima parola.
Il salone sarà pronto per ospitarvi nelle giornate di domenica 19 giugno, dalle 16.00 alle 23.00, e lunedì 20 giugno, dalle 15.00 alle 23.00. Per acquistare in anticipo i biglietti di ingresso al Salone e alle degustazioni, e il programma completo: www.gustait.com. Per tutte le informazioni, l’elenco cantine e il programma aggiornato: www.borderwine.eu.