Testo di Tania Mauri
Foto di Andrea Di Lorenzo
Bistrot 64 compie dieci anni e riapre i battenti con lo chef Giacomo Zezza che lo riporta alla sua identità originaria.
C’è sempre una buona ragione per festeggiare! C’è chi ama farlo con pochi intimi, chi alla grande insieme ad amici e parenti con una bella festa, chi in sordina senza tanti clamori ma con tante buone nuove idee. Bistrot 64 – il celebre ristorante romano che aveva incantato i palati dei romani e dei tanti turisti che hanno sempre apprezzato questo storico locale – ha riaperto a luglio con un soft opening. E sta festeggiando i 10 anni con serate spesso già sold out grazie alla cucina tradizionale e innovativa.
Per chi non lo ricordasse, Bistrot 64 nasce da un’idea di Emanuele Cozzo, imprenditore della ristorazione romana, che si è realizzata ufficialmente nel giugno del 2013. L’idea era di dar vita a un bistrot con una cucina buona, fatta di prodotti italiani e alla portata di tutti. Un progetto che si è rivelato subito vincente tanto da ottenere, nel 2016, la prima Stella Michelin con lo chef Noda Kotaro.
Un inizio promettente a cui sono seguiti momenti difficili in cui si è persa la stella e c’è stata una breve chiusura di un paio di anni fino al 2023 anno in cui Emanuele Cozzo ha deciso di riprendere in mano le redini del progetto ed essere coinvolto attivamente nella gestione del ristorante e della sala. In cucina “torna” Giacomo Zezza (ex Sous Chef di Bistrot 64) che, dopo l’uscita dello chef e socio Kotaro, assume questa volta un ruolo in prima fila come Executive Chef.
“Per me è un ritorno a casa, questo è un luogo che ho amato e creato con passione. Credo in questo progetto, nella forza e nell’entusiasmo che ci stiamo mettendo tutti insieme. L’estate per Roma è un momento particolare ma a noi serve per rodare e mettere a punto alcuni dettagli anche per alcune modifiche al design del locale. Non ci aspettavamo così tanta affluenza sin dal primo giorno di apertura: abbiamo un sacco di clienti, soprattutto stranieri, che vengono a mangiare già alle 18,30 come se il locale non avesse mai chiuso. Questo ci gratifica molto e ci fa ben sperare” spiega un emozionato Emanuele che si destreggia tra i tavoli e il bancone.
Come l’Araba Fenice il Bistrot 64 riemerge dalle proprie ceneri più forte e bello di prima. La cucina, di stampo tradizionale tendente al fine dining, è portatrice dei principi di sostenibilità e stagionalità, quest’ultima garantita dall’orto di proprietà da cui ricavano i migliori prodotti di stagione per rendere ancora più speciali i piatti in carta. Due menu degustazione (I 10 anni con 5 portate a 75 euro e PrimaVera con 8 portate a 95 euro, bevande escluse) e un menu alla carta con tre proposte di antipasti, primi, secondi e dolci.
Cucina innovativa ma anche “piaciona”, come dicono a Roma, che vede nel menu anche i Primi della Tradizione – Amatriciana, Carbonara e Cacio e Pepe – con la possibilità di aggiungere 50 grammi di pasta a persona. Sorprendono piatti come la Zucchina, mela, karkadè e fagioli o i pici, burro bruciato, Katsobushi e n’duja e la Mafalda di grano saraceno, pollo e peperoni ma anche la Rana pescatrice, miglio, gnocco di patata dolce dove lo chef combina ingredienti e tradizioni locali rivisitate e personalizzate.
Con i dessert lo chef gioca di fantasia come, per esempio, con le Pesche – soufflè alla pesca, vaniglia e salsa bitter – e richiama, nell’intento di stupire, la proposta francese del Tagliere di formaggi o della Cacio e pepe per i più audaci a fine pasto.
Pochi i coperti, una trentina, per una sala, che si presenta minimale, elegante e ricercata con poltrona color castagno, tavoli in legno e in marmo, come il bancone dotato di sgabelli che separa gli ambienti e pareti verdi che si alternano alle mattonelle a vista per uno stile essenziale anche grazie alla competenza del maître e sommelier Nicola Bacalu. Più avanti stanno pensando anche a un dehors esterno dove proporre un drink o fare l’aperitivo prima di sedersi a cena.
Bistrot 64 si riappropria dunque della sua vera identità e lo fa attraverso nuove forme, recuperando in parte il lavoro svolto da Emanuele Cozzo nei sette anni di gestione del locale e in parte prendendo spunto dalla costante crescita professionale del team riunitosi in questo progetto. “Un bravo ristoratore deve essere in continuo movimento, alla scoperta del mondo per rintracciare stili e tendenze del gusto. Questo ti permette di stimolare la creatività, elaborare nuove idee e restare al passo coi tempi” spiega Emanuele sorridente e vitale.
Bistrot 64
Via Guglielmo Calderini, 64
00196 Roma (RM)
Tel. +39 06 323553
www.bistrot64.it