Testo di Gualtiero Spotti
Foto di Stefano Borghesi
“Come ben sai io ho origini friulane e Nin è il nome, nella mia regione, con il quale si identifica il ragazzino o il bambino. Ecco, questo vuole essere il senso del mio nuovo ristorante qui sulle sponde del lago di Garda. Una ripartenza con l’entusiasmo di chi guarda tutto con curiosità, stupore e grande passione, come sanno fare i bambini”. Terry Giacomello è come sempre diretto e in poche battute rende ben chiaro il senso della apertura attesa per oggi (o meglio, viene da dire per stasera visto che Nin è operativo solo a cena) nel paese di Brenzone e all’interno dell’Hotel 4 stelle Belfiore Park.
E si tratta di una novità non da poco per uno degli chef che – per chi osserva da vicino la creatività nel piatto, l’attenzione verso il mercato dei prodotti internazionali, l’incrocio di sapori e stili, l’esteso utilizzo di tecniche o di strumenti che vanno ben oltre i classici Pacojet e Bimby – rimane un punto di riferimento imprescindibile almeno a livello nazionale. Senza mettere in conto come, tra i cuochi di casa nostra, sia difficile trovarne uno, come Giacomello, che, per scomodare il Manzoni, nel corso degli anni ha frequentato diversi indirizzi gastronomici di assoluto pregio, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, dal Noma a Marc Veyrat, solo per citarne un paio di una lunga lista.
Il nuovo ristorante, con venticinque coperti distribuiti tra una sala interna e una veranda vista lago, unisce in un sol colpo la quiete lacustre alla turbolenza del cuoco che si rappresenta al meglio nel melting-pot figlio di percorsi, prodotti e conoscenze affinate negli anni. Poco importa che si scelgano i piatti dalla carta o dai due menu degustazione (i Classici o il più esteso e audace Nin), l’esperienza risulta sempre spiazzante e fuori dagli schemi.
Basta soffermarsi su preparazioni suggestive come il Toast, un gioco estetico pop in chiave dolce, con latte soffiato, gelatina di banana, polvere di liquirizia e ketchup di karkadè; il Ricordo di mio zio, ovvero la patata fondente che vive della gelatina di fondo di vitello; il boccone della cartilagine di pollo con cedro e spezia BBQ; il Nido di rondine, interpretazione asiatica che parte dallo Spaghetto di Parmigiano affondato in un brodo di alghe e funghi o il Raviolo di alga Iso No Yuki con tofu di carciofo, pomodoro d’albero (il tamarillo) e menta.
Ogni boccone è un’esplosione di sapori che vanno dal locale al globale, dal salmerino di lago al bocciolo di zenzero, dal coriandolo vietnamita ai fagioli azuki rossi fermentati. Con chiari riferimenti e preparazioni che riportano a volte dalle parti dell’Inkiostro di Parma, il precedente indirizzo di Giacomello, ma con significative modifiche apportate nel tempo, come è accaduto alla Caprese presentata nel 2017 a Le Strade della Mozzarella a Paestum e oggi riproposta nel percorso dei Classici.
A dare manforte al cuoco friulano c’è un team giovane e affiatato, con in prima linea l’ormai navigato sous-chef Mirko Pacifico, passato anche da Condividere e dal Belmond Cipriani di Venezia. Inutile dire che, in tempi di riflessioni non sempre facili da affrontare su temi che vanno dall’immancabile sostenibilità (anche quella economica dei ristoranti) all’impatto zero waste, tra chiusure eccellenti e mancanza di personale, il ritorno sulla scena di un sempre pimpante Terry non può che essere di grande stimolo e fiducia per il futuro. E ribadisce il ruolo preminente delle aree lacustri come destinazione gourmand.
Ristorante Nin
Via Zanardelli, 5
43123 Brenzone sul Garda (VR)
Tel: +39 045 7420179
www.ristorantenin.it