Testo di Barbara Marzano
Foto cortesia di Alta Badia
Lo sci non è solamente uno sport. Raccoglie diverse sensazioni, ed emozioni, senza mai tralasciare quelle che toccano il palato. E Sciare con gusto – la rassegna ormai in pista da diversi anni – lo racconta molto bene con l’iniziativa che da tempo abbina la cucina stellata ad alcuni rifugi dell’Alta Badia. Quest’anno, a ispirare gli otto chef scelti sarà la spontaneità, per una quattordicesima edizione che ancora una volta sa come rendere gourmet la stagione invernale dell’Alta Badia.
La rassegna dà così il via a una carrellata di degustazioni stellate servite a più di 2000 metri d’altezza, create da chef d’eccezione come Massimiliano Alajmo del Le Calandre e Ana Roš del Hiša Franko, entrambi 3 stelle Michelin, testimoni di una spontaneità inedita. Il concetto di fondo di quest’ultima edizione di Sciare con gusto resta il medesimo, ovvero quello di coinvolgere chef accomunati dalla stessa sensibilità dell’ente benefico “La miglior vita possibile” (già coinvolto in passato) e dal forte sentimento che li lega al territorio dell’Alta Badia. Oltre ai due tristellati precedentemente citati, partecipano all’iniziativa anche Simone Cantafio del ristorante La Stüa de Michil c/o Hotel La Perla di Corvara (*), Andrea Berton (Ristorante Berton, Milano (*), Gianluca Gorini (Ristorante Da Gorini, S.Piero in Bagno (FC), *), Errico Recanati (Ristorante Andreina, Loreto (AN) *), Diego Rossi (Ristorante Trippa, Milano) e infine Tomaž Kavčič (Ristorante Gostilna pri Lojzetu, Vipava, *). L’impegno sarà quello di creare ogni piatto cercando di ridurre al massimo gli sprechi, cercando di avere sempre un’attenzione particolare verso la tutela del pianeta, contribuendo in tal senso a valorizzare le iniziative sostenibili dell’Alta Badia. Per degustare tutti i loro piatti inediti basterà bussare ai rifugi in loco, ovvero Ütia Lé, Ütia L’Tamá, Club Moritzino, Ütia Las Vegas, Ütia I Tablá, Ütia de Bioch, Ütia Jimmy e Ütia Edelweiss, che si prenderanno l’impegno di devolvere 3 euro per piatto all’ente benefico “La miglior vita possibile”, la onlus di Padova, che ha l’obiettivo di costruire un hospice pediatrico.
La degustazione gastronomica in presenza di quattro chef stellati avverrà oggi, 9 dicembre, durante il Gourmet Skisafari, ormai alla sua decima edizione: gli sciatori potranno spostarsi sugli sci in un viaggio itinerante, che li porterà da una baita all’altra, con la possibilità di degustare le creazioni degli chef Massimiliano Alajmo, Andrea Berton, Simone Cantafio e Tomaž Kavčič, presentate in prima persona. Per questa giornata, gli ospiti avranno modo di conoscere gli chef e di chiedere loro qualsiasi curiosità sulle loro creazioni prima di immergersi nuovamente sulle piste da sci, mentre per il resto della stagione i piatti manifesto verranno invece preparati dagli chef di ogni rifugio. Per quanto riguarda invece, Sommelier in pista, l’appuntamento tanto atteso per la degustazione di alcuni dei migliori vini dell’Alto Adige, anche quest’anno da programma sono previsti otto appuntamenti, spalmati tra dicembre e aprile, in cui i partecipanti verranno accompagnati da un maestro di sci e da un sommelier professionista tra un rifugio e l’altro.
Uno sport come lo sci, se fatto nel rispetto del territorio, può essere definito un’arte. Da qui, l’intenzione di coinvolgere un artista come Daniele Basso che, per i 30 anni della Coppa del Mondo, ha voluto creare la scultura Gigant. Si tratta del “custode dell’Alta Badia”, il narratore dell’impegno gigante, appunto, che è stato fatto da tutti per arrivare fino a questa edizione. Allo stesso tempo vuole lasciare impressa la grande collaborazione reciproca di tutte le categorie del territorio, che nel decidere di lavorare insieme hanno dimenticato qualsiasi provenienza geografica o di categoria delle scuole di sci, abituando così la gente del posto a lavorare per un unico obiettivo, mettendo in secondo piano la loro provenienza.
Andando più nello specifico, la scultura di Basso riprende la goccia d’acqua che attraverso le mani dell’uomo si trasforma in cristallo di neve, rappresentando così il ciclo dell’acqua dal suo utilizzo nei mesi autunnali per l’innevamento programmato, fino alla formazione del cristallo di neve che poi ritorna a madre natura con scioglimento delle nevi. È un trofeo che vuole anche simboleggiare la certificazione che l’Alta Badia ha conseguito con il turismo, celebrando l’impegno costante, sia del comitato che del territorio, nel voler rispettare l’ambiente e le catene montuose che lo circondano.
Se da una parte la Coppa del Mondo celebra il coraggio, lo sforzo e la determinazione degli atleti, dall’altra lo sport dimostra e diffonde tutto il suo valore, anche perché permette con quest’opera di poter vivere la montagna in maniera sana e di vivere un’esperienza davvero autentica, da portare a casa e da condividere nella nostra quotidianità.
Anche chi non gareggia, però, merita il suo spazio. Sunrisa è l’attività prevista per chi vuole sapere cosa si prova a sciare sulle piste ancora vergini, prima di chiunque altro: l’appuntamento è attorno alle 7 del mattino, sulle stesse piste su cui si sfidano i migliori atleti di Coppa del Mondo di sci alpino e, dove per l’occasione, i rifugi aprono le loro porte prima del solito per una colazione a 2000 metri, preparata con il supporto della nutrizionista Elena Casiraghi.
Cambiando versante, a livello culturale, il turismo per essere sostenibile e soprattutto credibile, deve essere autentico, ovvero coinvolgere persone reali, del posto, che da sempre portano con sé la tradizione ladina. Il progetto Nos Ladins – Noi Ladini – nasce infatti dal fatto che l’ospite quando vuole andare in vacanza, auspica a diventare un local. Chi quindi, se non i testimonial del posto, potevano rendere possibile questa iniziativa? Il progetto, nato già qualche anno fa, rinnova i suoi appuntamenti ogni anno, in modo da poter accompagnare gli ospiti per tutta la stagione e farli diventare in un certo senso ladini. Tutti gli ambasciatori, comunicando esclusivamente in ladino con l’ospite, avranno l’obiettivo di spronarlo durante le diverse attività, intraprese con un istruttore cinofilo, un maestro di sci di fondo e di telemark, un panettiere, un’esperta di erbe spontanee e un artigiano.
Tra le tante, un’ultima novità di questa edizione, il Brunch dla munt, ovvero la cultura del brunch portata in alta quota: “C’è speranza, e il suo colore è il verde”. Le parole di Maria Sofia, una ragazza che dell’alimentazione salutare ha fatto la sua vita e il suo rifugio. In una baita privata, raggiungibile dalle piste o a piedi, Maria Sofia servirà un brunch preparato con prodotti locali, a base di formaggi, uova e dolci, accompagnato con vini naturali, per un’esperienza di totale benessere. D’altronde, la montagna è benessere, è come tale va vissuta.
Tutte le info: www.altabadia.org