Testo di Andrea D’Aloia
Foto cortesia di Compagnia dei Caraibi
Per fortuna esiste ancora, in questo mondo malandato e incomprensibile, un certo tipo di bellezza – smisurata, accecante – capace di restituire all’improvviso l’incanto delle prime volte, e un po’ d’emozioni che per qualche strano motivo avevi smesso d’aspettarti.
Waves of Freedom è la declinazione attraverso cui Compagnia dei Caraibi ha pensato di recuperarla, nella parte del cuore dove s’era nascosta. Il suo modo di mettere ordine alle cose, di immaginare il modo con cui fare la sua parte: collezionando idee e compiendo gesti – incisivi, determinati – attorno ai temi della solidarietà e della sostenibilità ambientale. Tentando di correggere alcune incrinature del reale, almeno per qualche attimo, e dotando di senso – e profondità tutte nuove – alcune cause che lì per lì già sembravano straordinarie, ma che andavano abbracciate più strette, sostenute con più forza.
Il gruppo piemontese – che dal 2008 è specializzato in import e distribuzione di grandi distillati, vini, birre e soft drink di qualità provenienti da ogni angolo del globo – ha esordito con questo progetto in estate: l’8 luglio, data che è volutamente andata a convergere attorno la Giornata Internazionale del Mediterraneo. Lo ha fatto selezionando e coinvolgendo alcuni dei cocktail bar che, nel tempo, hanno maggiormente contribuito a veicolare i suoi messaggi e i suoi prodotti: giovani imprenditori e bartender, accomunati da empatia, etica e una straordinaria sensibilità, che hanno puntellato l’iniziativa e contribuito da subito ai suoi sviluppi, presenti e futuri.
E tra le oltre 800 referenze a catalogo, a gravitare più vicino alla visione di Waves of Freedom (e cementarne la coerenza) è stato lo spiced rum jamaicano Canerock, uno dei prodotti che più recentemente è arrivato in Italia ed è entrato nel listino di Compagnia dei Caraibi: un rum suadente, vellutato, che bevuto in purezza o aggiunto ai cocktail esalta alla perfezione le spezie che ne arricchiscono il bouquet organolettico (vaniglia, cocco, cioccolato fondente, zenzero). Un prodotto di grande identità, risultato felice del blend dei rum di due leggendarie distillerie caraibiche, Clarendon e Long Pond (dalla prima arrivano rum invecchiati fino a tre anni per l’eleganza e l’equilibrio, dalla seconda gli invecchiamenti più lunghi, 5-10 anni, per forza e struttura) e del suo successivo riposo in botti di sherry.
La tartaruga è l’elemento distintivo del premium brand caraibico, il simbolo che ne impreziosisce le bottiglie, e sarà protagonista di tutte le iniziative targate Waves of Freedom, che andranno a supportare le attività di Centri di Recupero Tartarughe Marine in tutta Italia. Per ogni bottiglia venduta, infatti, verrà fatta una donazione a CRTM locali, che utilizzeranno le somme per far fronte ai diversi oneri delle strutture, alla cura e il reinserimento della fauna nei suoi habitat.
Quello di Molfetta, il primo a essere coinvolto, è operativo dal 2004 e di tartarughe ne ha salvate e reinserite in natura più di 8000, una media superiore a 400 esemplari l’anno. Da Pasquale Salvemini, responsabile del centro, riesci a imparare tante cose, ad esempio quanto conti creare connessioni durature e definire strategie condivise, per risolvere le numerose criticità che attività come questa si trovano a dover gestire.
Si occupa di un tratto di costa di un centinaio di chilometri, da Margherita di Savoia a Savelletri, e il ragguardevole numero di recuperi di questi anni ha permesso di instaurare importantissime relazioni con Istituzioni, Università italiane ed europee (Pisa e Valencia su tutte), Dipartimenti di medicina veterinaria. Soprattutto: ha sviluppato rapporti con imbarcazioni e marinerie per mettere a sistema buone pratiche utili nel quotidiano, necessarie a intervenire con tempestività e cognizione e salvaguardare il benessere degli animali, ma anche a trovare soluzioni efficaci che ne prevengano la cattura dovuta alla pesca a strascico.
Perché, diversamente da quanto si è portati a pensare, il pericolo maggiore per le Caretta Caretta (le più comuni e numerose), le Tartarughe verdi e le Liuto (più rare nelle nostre acque) non è rappresentato dal pur serio problema delle plastiche presenti in mare, ma dalla cattura accidentale nelle reti dei pescherecci – il cosiddetto bycatch – che ne provoca patologie come gas embolismo e annegamento. Proprio dalle interazioni tra le diverse figure che abbiamo citato molti passi avanti sono stati compiuti nella conoscenza delle diverse specie marine, le loro necessità e abitudini, il monitoraggio delle rotte che compiono tra Adriatico e Mediterraneo con targhette identificative o speciali antenne GPS installate sul carapace, o i luoghi che scelgono per deporre le uova. Ed è in fase avanzata di test (con risultati davvero soddisfacenti) una innovativa rete da pesca – chiamata TED, Turtle Excluder Device – che con un particolare meccanismo permette alle tartarughe di liberarsi praticamente da sole, evitando che le imbarcazioni perdano parti significative di pescato.
Waves of Freedom vuole dunque contribuire allo sviluppo di queste attività e delle tecnologie che le sono utili, e alla sensibilizzazione del maggior numero di persone attorno ai temi di tutela della natura e salvaguardia degli equilibri tra ecosistemi, che restano importantissimi.
Bisceglie ha accolto uno degli appuntamenti più recenti, coi suoi dettagli e i suoi scenari essenziali, un cielo cristallino e temperature che l’inverno era un pensiero lontano: i tavolini e gli spazi eleganti del Botanicals & CO2 – vista e brezza impagabili del piccolo porto lì a un passo – e il Contrabar, incastonato tra le viette petrose del centro storico: sono i locali in cui, dal 2018, vanno in scena la straordinaria interpretazione dell’accoglienza di Gianni Dell’Olio e la sua giovane squadra, gli squisiti sapori di una Puglia golosa, a dialogo con una proposta mixology raffinata ed evoluta, in pieno spirito Compagnia dei Caraibi.
Ma Waves of Freedom è un evento che trova il suo momento nell’emozione di restituire le tartarughe ai loro luoghi. È lì che abita la bellezza. Navigare verso il largo, su un mare calmo e luminoso, col vento addosso e una leggerezza che non ricordavi d’avere: beh, quello è un modo abbastanza infallibile per recuperare una qualche autenticità e spremere qualcosa dalla vita. Perché nessuno sceglie il momento in cui accorgersi delle cose importanti, nemmeno l’attimo in cui devi farti trovar pronto a catturare tutto quello spettacolo che ti accade davanti.
Una tartaruga che nuota via libera e sparisce in profondità è un istante che passa, un mondo che ti sbatte addosso e scandisce un ritmo tutto nuovo del cuore, irrimediabilmente giusto ed esatto.
È la sensazione sublime di “rimettere qualcosa al suo posto”: con che nome la chiami, una meraviglia così? Un riverbero rumoroso della vita, una magia di una naturalezza assoluta e perfetta.
I locali che aderiscono a Waves of Freedom:
Botanicals & CO2, Bisceglie (BAT)
Contrabar, Bisceglie (BAT)
La Rotonda, Giulianova (TE)
Il Gattaccio, Rosolina a Mare (RO)
Cambusa, Torre a Mare (BA)
Crezi Plus, Palermo
Riot, Napoli
Scott Bar, Milano
Be Social, Altamura (BA)
Lido Faro Blu 1985, Sellia Marina (CZ)
Lazy Cat, Foggia
Collins, Perugia
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