Testo di Lodovica Bo
Foto di cortesia dell’Ufficio Stampa Zedcomm
Due passi, sempre più erti, sempre più belli. Il fiatone sale, ma il cielo si fa più nitido e l’aria più fresca anche se il caldo dell’estate inizia a farsi sentire. La chiamano viticoltura eroica, quella dei produttori che lavorano su forti pendenze e terreni impervi, per cui la mano dell’uomo è l’unica in grado di lavorarla. Si può trovare in diverse zone d’Italia e alcune aree montuose o marittime hanno queste caratteristiche. Poco tempo fa sono stata in visita presso la cantina Grosjean, vicino ad Aosta in Valle d’Aosta, area montuosa per eccellenza caratterizzata da terreni impervi. Grosjean è una cantina giovane, ma estremamente solida e ben conosciuta sul territorio italiano. Produttrice di vino in Valle d’Aosta dal 1600, la famiglia Grosjean ha saputo coniugare perfettamente nel tempo – in vigna e in cantina – storia, tradizione, inventiva e innovazione. La trasformazione nell’azienda di oggi è iniziata negli anni 60 del secolo scorso, con Nonno Dauphin che decide di investire completamente nell’attività vitivinicola arrivando a imbottigliare il proprio vino di ciliegiolo, presentato con successo all’Exposition des Vins du Val d’Aoste nel 1968. Negli anni successivi i figli Vincent, Giorgio, Marco, Fernando ed Eraldo si specializzarono nei vari ambiti dell’azienda consolidandola.
Nel 2011 Grosjean Vins è la prima cantina della Valle d’Aosta a convertire i propri vigneti al metodo biologico, in anticipo di almeno 10 anni rispetto alle altre aziende. Un salto di qualità fortemente voluto per salvaguardare e assecondare una natura aspra ma allo stesso tempo generosa, che in questi luoghi impervi, battuti dal vento e baciati dal sole mantiene, naturalmente le vigne sane.
Nel 2022 vengono acquisiti quattro nuovi appezzamenti, che hanno consentito di aumentare la superficie coltivata a vite di 180.000 metri quadrati (pari al 12% della precedente superficie vitata).
Oggi il lavoro sulle vigne viene effettuato su terreni difficilmente raggiungibili, ad altitudini oltre i 500 e fino a 900 m s.l.m. con pendenze che arrivano fino all’80%, necessariamente terrazzati. In cantina invece si fa il minimo indispensabile perché il vino segua i processi il più naturalmente possibile: pochi interventi, solo per lasciare che il vino si esprima nella sua massima forma.
Non tutti sanno che la Valle d’Aosta porta storicamente con sé quasi 20 varietà autoctone. Con orgoglio, la famiglia Grosjean coltiva ben 11 di queste varietà: Petite Arvine, Premetta, Gamay, Cornalin, Nebbiolo – Picotendro, Neyret, Fumin, Muscat, Chardonnay, Pinot Noir, Petit Rouge. Sono 21 i vini prodotti dalla cantina che rispecchiano l’identità familiare e territoriale. C’è la linea di vini biologici – con otto etichette – che vuole emozionare e al tempo stesso dimostrare l’impegno a preservare al meglio possibile il fragile ecosistema della terra, per consegnarla intatta alle future generazioni. La linea classica – nove etichette, dalla Borgogna fino ai vini più autoctoni e rari – esprime l’essenza dei vini di montagna con tanta freschezza, mineralità e una beva eccezionale.
New entry per le bollicine, in quattro etichette: due metodo classico, un metodo charmat-martinotti e un ancestrale (seconda fermentazione in bottiglia per ottenere l’effervescenza naturale), completando la gamma dei vini prodotti. Infine, ci sono le chicche, rappresentate dell’edizione limitata – 500, massimo 1.300 bottiglie – di vini che celebrano particolari annate o la storia della famiglia Grosjean-Le Frères, quella del nonno Dauphin, della moglie e dei loro cinque figli.
Una realtà da scoprire quella di Grosjean, perché giovane, in fermento, lungimirante e ricca di idee ma anche di sogni, come quello di investire sulla terra per lasciare alle nuove generazioni un’eredità con tradizioni vitivinicole da portare avanti. Le degustazioni in azienda non mancano, si chiamano Les Classiques, Le Reserves, Selection Bio, Selection Bio et Vigne e Selection Top, le cinque degustazioni proposte dalla famiglia Grosjean.
Infine, ma non per importanza, adotta un cru è l’iniziativa proposta dalla famiglia per vivere appieno la loro storia famigliare e vinicola. Entrando nella quotidianità aziendale, chi adotta un filare di uno dei cru dell’azienda – Rovettaz o Tzeriat – potrà seguire la nascita e la maturazione del vino, dal tralcio, al grappolo, alle lavorazioni in cantina, fino al calice finale. Scegliendo di adottare un filare, si ricevono subito una bottiglia di una vecchia annata (selezionata dalla collezione privata della famiglia Grosjean) del cru scelto, una degustazione in cantina, sconti e, alla fine del periodo, 6 bottiglie della nuova annata del vigneto adottato, scegliendo tra l’annata adottata o quella commercialmente disponibile sul momento, tutte con etichetta personalizzata.
Cantina Grosjean
Villaggio Ollignan, 2
11020 Quart (AO)
Tel: +39 0165 775791
https://grosjeanvins.it