Testo e foto di Gualtiero Spotti
Arrivare a Boi-Cavalo non è proprio una passeggiata. O meglio, lo è, ed è anche piacevole girovagare quasi senza meta tra i vicoli di Alfama, a Lisbona, tra inviti espliciti (da parte di solerti buttadentro) ad entrare nei vari ristoranti del quartiere, echi di fadiste che intonano una melodia triste in lontananza e gli sguardi interrogativi della gente che qui ci abita, ma è anche abituata ad aver a che fare con una presenza di turisti pressoché continua. Detto questo, un piccolo sforzo altimetrico vale la pena farlo per raggiungere dal Museo del Fado i quartieri alti, e che consente di raggiungere questo piccolo ristorante che si può tranquillamente catalogare nella tipologia di bistronomia lusitana di ultima generazione.
Il titolare, il versatile cuoco e padrone di casa Hugo Brito, possiede la mente fertile di chi vuole stupire a tavola e non solo, con la musica che si spande nel locale (proveniente da agguerrite band di Riot Grrrl) e una passione neanche troppo sopita per il jazz più elitario. Non c’è da stupirsi che in qualche modo la cucina di questa piccola sala per una quarantina di coperti ricavata da un’antica macelleria, e collegata ad una cucina aperta, rifletta le sue passioni discografiche e i suoi recenti viaggi alla scoperta di bistronomiche cucine europee. Con qualche spruzzata di simpatica anarchia.
Da Bue-Cavallo ci si può affidare a un menu degustazione dai prezzi tutto sommato contenuti (32 euro) e dalle suggestioni messe in campo da un team che sembra una steady crew. Joana Barreto ha appena abbandonato la sua postazione (destinazione nuove cucine a Madrid), ma a rimpiazzarla c’è Diana Cardoso, sous chef che di questi tempi propone una serie di piatti originali che vanno dal Carpaccio di cuore di bue ai Cannolicchi in miso con barbabietola e grano saraceno, dalla Lepre con riso alle alghe e mandarino al Vitello con cime di rapa, fichi secchi e dragoncello. L’ambiente è giovane, rilassato, multiculturale e internazionale, ma qui si incontra anche la Lisbona un po’ alternativa cui piace uscire dai percorsi gustativi più classici.
Boi-Cavalo ben rappresenta il momento storico di una città che cambia molto velocemente e si lascia influenzare da tutto ciò che arriva da fuori per manipolarlo in chiave lusitana. Anche per questo i sapori che si trovano nei piatti ricordano molto spesso preparazioni classiche e della memoria, riviste per una clientela più contemporanea. Se poi ci si ferma a fare quattro chiacchiere con Hugo Brito, si capisce meglio l’idea di cucina che qui rappresenta un curioso meltin’pot e mescola generosamente intuizioni prese a prestito qua e la e quanto offre quotidianamente il mercato. Ovvero di tutto ciò che concede la stagione in corso ed è a portata di mano. Per questa ragione il menù degustazione è un continuo “work in progress” e permette di scoprire nuovi piatti praticamente ogni giorno (il ristorante è aperto solo la sera), secondo l’estro della cucina. La cantina offre qualche buona etichetta portoghese e non solo.
Boi-Cavalo
Rua do Vigàrio 70 B
Lisboa 1100-516