Testo di Isabelle Grabau
Foto di ufficio stampa Thurner Pr
Un luogo senza tempo, dove storia, cultura, enogastronomia e imprenditoria si incontrano, quasi per caso, e danno vita a un gioiello tutto da scoprire, pochi chilometri a sud di Firenze.
Torre a Cona non è solamente uno splendido resort curato nei minimi dettagli ma un inno all’ospitalità, un’azienda di vino e un contenitore storico che racconta le radici di grandi famiglie fiorentine. Siamo a Rignano sull’Arno, nelle prime campagne a sud est di Firenze, qui sorge la splendida villa settecentesca nella tenuta dei Conti Rossi di Montelera, dal 1935 proprietà dell’omonima famiglia, patron del brand di vini e liquori noto in tutto il mondo Martini & Rossi.
Duecento ettari di terreni tra giardini, boschi, vigne e uliveti, dove cultura, impegno, natura e bellezza trovano spazio, una realtà vitivinicola di pregio, un’ospitalità raffinata e calda e un’osteria dal mood moderno ma con i valori della tradizione ben presenti. È un microcosmo che offre ai visitatori la sensazione di vivere davvero l’incanto della Toscana, un indirizzo segreto dove godere di un tempo non scandito dallo stress della città.
Torre di avvistamento forse un millennio fa – torre che ancora oggi si staglia contro il profilo del palazzo settecentesco, ultimo ricordo del medievale Castello di Quona – la Villa è stata costruita in diverse fasi e conta su una serie di strutture complementari come cantine, scuderie, limonaia e poderi che ne facevano una proprietà praticamente autosufficiente. Dal 2021 una parte della struttura, per volere della Famiglia, diventa anche struttura ricettiva.
L’ospitalità si suddivide tra camere doppie, suite e, nella dépendance, altri cinque appartamenti oltre a 2 due grandi casali immersi nei vigneti. Eleganza e armonia pensate nel design e negli arredi dalla Contessa Rossi di Montelera, un giardino all’italiana e un parco di 20 ettari di lecci e querce su cui appare tracciata una netta geometria di strade bianche e punteggiata di statue rococo: un’opera paesaggistica, si racconta progettata dal celebre architetto Pietro Porcinai. Oggi anche la splendida piscina naturale accoglie gli ospiti, con una bellissima vista sulla campagna fiorentina.
Il ristorante Osteria Torre a Cona è curato dalle sapienti mani di due nomi del mondo fine dining contemporaneo, Maria Probst e Cristian Santandrea (già stellati alla tenda Rossa di Cerbaia) che qui decidono – di concerto con la Famiglia – di proporre una ristorazione semplice e naturale, che giochi con i colori e i sapori delle stagioni: concretezza e coerenza territoriale, con tutto il piacere di piatti eseguiti a regola d’arte, dall’antipasto al dolce.
Il menu mi ricorda un vecchio libro di cucina francese, arricchito dai leggeri bozzetti colorati realizzati dalle mani della Chef Maria Probst, che descrive visivamente le proposte.
Durante il piacevole pranzo con il Conte Niccolò Rossi di Montelera e la wine manager Chiara Bellacci, tra una chiacchiera e l’altra e un vino e l’altro, abbiamo degustato alcune preparazioni. Mi rimane in mente la freschezza degli ingredienti e la poca manipolazione, assieme alla chiarezza della realizzazione dei piatti e alla nettezza dei gusti, una cucina accurata in cui si evince una mano sicura – anzi 4 mani in realtà – che raccontano con semplicità e leggerezza la bellezza di questo territorio e tutti i sapori qui nascosti e riscoperti.
Fiori di zucca ripieni di ricotta e salsa caponata, Bruschetta di pomodoro e sgombro marinato oppure le Acciughe grigliate con salsiccia e insalata aromatica (veramente molto interessanti)sono alcuni degli antipasti. Per i primi abbiamo assaggiato gli Gnocchetti sardi neri con sughetto di cozze, vongole e bottarga di Orbetello, i Pici ai semi di finocchio con ragù di maiale toscano, e i Cappellotti di patate e prezzemolo, polpo e olive. Ho adorato la proposta in menu degli Spaghetti alla chitarra con salsa di pomodoro fresco e scaglie di formaggio, piatto coraggioso per la sua semplicità. I secondi, partono dal Calamaro ripieno alla griglia, crema di formaggio fresco e pesto estivo, Tacchino fritto con crema di patate e spinaci freschi, fino alle Tagliata e Tomahawk, oppure alle Zucchine grigliate ripiene di mozzarella, rucola e pesca, deliziose. Nei dolci, notevoli, preparati da Cristian Santandrea, si evince tutta l’esperienza dello Chef in alta pasticceria. Da assaggiare assolutamente il Semifreddo alla Grappa Riserva del Chianti di Torre a Cona e croccante alle mandorle e il golosissimo Fondente di Cioccolato con Crema Inglese.
Realizzare un progetto così importante e coinvolgente è un bell’impegno per la famiglia, chiedo al Conte Niccolò qual è il messaggio, il ricordo che si vuole lasciare agli ospiti e mi risponde con un grande sorriso: “Far rivivere Torre a Cona, che è la mia casa e la casa della mia famiglia da quasi 100 anni, e valorizzarne le bellezze, dando un senso di accoglienza e ospitalità amichevole, semplice e curato, ci rende entusiasti ogni giorno e ci da l’energia di portare avanti questo progetto. Vogliamo far trasparire il calore della nostra famiglia, che, sempre molto unita, sebbene ognuno con dei ruoli ben distinti, ha voluto condividere questo luogo con un pubblico appassionato e curioso.”
Il vino: Torre a Cona Wine Estate
Il parco vitato di Torre a Cona conta circa 18 ettari, suddivisi tra Sangiovese (10 ha), Merlot
(2,5 ha), Colorino (2 ha), Trebbiano e Malvasia. L’esposizione è tra sud e sud/est, una forte impronta di eleganza è data dal microclima fresco e alle notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte. Federico Curtaz, agronomo riconosciuto a livello nazionale, segue i vigneti scegliendo un’agricoltura sostenibile, al fine di preservare l’equilibrio naturale del comprensorio, Beppe Caviola continua il lavoro in cantina. La produzione punta su una vinificazione in sartoriale di cloni di sangiovese adatti al microclima dell’azienda. Il risultato si traduce in vini di grande identità e dotati di una personalità distintiva e godibili.
I vini prodotti, che abbiamo avuto il piacere di assaggiare, sono il Merlot, il Chianti Colli Fiorentini, il Chianti Colli Fiorentini Riserva Badia a Corte, il Terre di Cino, dalla vendemmia 2018, anch’esso orgogliosamente Chianti Colli Fiorentini Riserva. Il vino che mi ha colpita di più, per la particolarità della proposta, è il Casamaggio, colorino IGT. Nasce nel 2015 come piccolo studio per dare voce all’omonimo vigneto, il fazzoletto di terra più a nord della tenuta e quello climaticamente più fresco. Espressione singolare di questo vitigno autoctono, poco comune vinificato in purezza (si usa come taglio per il Chianti per dare colore al Sangiovese), viene prodotto soltanto nelle annate migliori e devo dire, sorprendente.
Torre a Cona produce anche due tipologie di Vin Santo – il Vin Santo del Chianti Merlaia, da Trebbiano e Malvasia, e il Vin Santo Occhio di Pernice Fonti e Lecceta – e un ottimo olio extravergine d’oliva.
Torre a Cona
Via Torre a Cona, 49
50067 Rignano sull’Arno (FI)
Tel: +39 055 699000
www.torreacona.com