Testo di Barbara Marzano
Foto di Luca Chiaudano
Esattamente 20 anni fa, il signor Giorgio Rossi Cairo rilevava La Raia, quella che poi divenne l’azienda biodinamica che oggi spicca tra le colline del Gavi, a Novi Ligure, vigneti da cui provengono il Gavi Riserva e il Gavi Pisé. Nel 2015 invece, fu Tenuta Cucco a catturare la sua attenzione, la sorella minore de La Raia, che invece riposa su tutt’altro versante, in quel di Serralunga d’Alba. In quest’autunno 2023, Tenuta Cucco viene ufficialmente presentata nella nuova sede del ristorante Innocenti Evasioni (MI), alla corte dello chef Tommaso Arrigoni, con le sue prime tre annate di Barolo 2019, Serralunga d’Alba, Bricco Voghera e Cerrati.
Clara: “In tutto questo tempo abbiamo cercato di raccogliere l’esperienza ventennale delle nostre vigne per portarla in Langa, consapevoli che si tratta comunque di un territorio completamente diverso, con un’identità e una tradizione propria, oltre che ovviamente vitigni diversi. Ma è stata proprio questa la sfida”.
Armati di estrema umiltà e di una notevole voglia di mettersi in gioco, Piero Rossi Cairo (figlio di Giorgio) e Clara Milani, enologa del gruppo, iniziano insieme al proprio team un percorso pieno di cambiamenti, dal punto di vista vinicolo quanto enologico in quella che è considerata la “casa madre” dei Barolo più longevi. A Serralunga d’Alba le uve sono generose nei tannini quanto nei polifenoli, qualità rare che derivano dalla presenza notevole di calcare e tufo presenti nel terreno. Il connotato che però distingue questa azienda, biologica dal 2018, è l’esposizione a est:
Clara: “Tutti i nostri vigneti si trovano sul versante est di Serralunga: questo fattore ci ha permesso di giocare totalmente a nostro favore, perché le uve prendono principalmente il sole mattutino, più fresco, e non quello più intenso del pomeriggio. Insomma, questo ci permette di avere sempre un clima ideale per la maturazione”.
Il versante est, essendo esposto alle ore solari mattutine, permette di riuscire a mantenere una componente aromatica più fresca, percettibile al naso, soprattutto in annate calde come quelle a cui abbiamo potuto assistere negli ultimi anni. La stessa zona ha permesso anche di lavorare tramite l’utilizzo di sovesci fatti ad hoc, in base ai diversi appezzamenti correlati all’identità di ognuno, all’età e alla tipologia di suolo, ciascuno trattato come una singola entità.
Dal punto di vista enologico, invece, il cambiamento principe è stato l’utilizzo del legno: quindi, un affinamento che prima vedeva un anno di barrique e uno di botte, è passato a una vinificazione dell’80% dei nebbioli in tini di legno. Per quanto riguarda invece le modalità di vendemmia, nulla è cambiato, la raccolta è sempre in cassetta, ma si è scelto di parcellizzare. Ciò significa che ogni parcella all’interno del cru viene raccolta e vinificata indipendentemente dalle altre, per trovare poi la sua identità durante gli assemblaggi.
Nella sala di Innocenti Evasioni si è presentata la selezione più rappresentativa dell’azienda, di un’annata decisamente “classica” come quella del 2019, scolpita da un umore primaverile, piuttosto piovoso, che è riuscito a giocare a favore della maturazione delle uve, con appezzamenti dotati di un modesto contenuto zuccherino e di una maturità fenolica ottimale. Una selezione che ben si è sposata con il menu degustazione proposto da chef Arrigoni, declinata in Battuta di manzo al coltello, farina di nocciole, bagnetto piemontese e porcini, Riso Carnaroli mantecato alla zucca, fonduta al taleggio e polvere di fave di cacao e Diaframma di Angus, radicchio maturato al miele e salsa BBQ.
Il primo protagonista, Serralunga d’Alba 2019, non è certo il “Barolo base”, ma piuttosto il biglietto da visita dell’azienda che identifica il comune specifico di appartenenza. È un vino che nasce dalla selezione delle parcelle derivanti dal Cerrati e dal Voghera, vendemmiate separatamene e assemblate poi dopo. Un vino persistente, di lunga durata, che al naso esprime sentori dolci di ciliegia e amarena, in particolar modo del nocciolo. Il Bricco Voghera, invece, con la sua esposizione a est/nord-est, un versante molto fresco, fa sì che anche il vino stesso riprenda questa caratteristica nel suo profumo, con note di rose essiccate e violetta, sempre e comunque legnoso. Ultimo, ma non per importanza, il Cerrati che, avendo invece un’esposizione a sud/sud-est, ha un carattere a tutto tondo, più impegnativo, che anche al naso rincuora con sentori di sandalo e incenso tendenti al fumé, assolutamente distintivi, come d’altronde tutta l’annata di Tenuta Cucco.