Testo di Lorenza Fumelli
Foto cortesia di Roma Bar Show
Sembra difficile credere che Roma sia l’unica venue italiana di una fiera dedicata al beverage e miscelazione, il settore più funky del mondo dell’hospitality. Eppure, è così. Nonostante in tutto lo stivale la mixology abbia preso forma e sostanza in modo uniforme e con grande qualità, sono stati alcuni professionisti capitolini a ideare l’evento che, già alla terza edizione, ha ottenuto rilievo internazionale: il Roma Bar Show. Parliamo di Andrea Fofi, Fabio Bacchi, Giuseppe Gallo e il quartetto del The Jerry Thomas Project (Alessandro Procoli, Antonio Parlapiano, Leonardo Leuci e Roberto Artusio).
I numeri del Roma Bar show 2023
Oltre 14.000 ingressi, 220 aziende partecipanti, 100 ospiti internazionali, oltre 2.000 brand, 200 giornalisti accreditati provenienti da tutto il mondo, 20 appuntamenti nelle tasting room, 6 seminari formativi. E appuntamenti importanti come la premiazione della prima edizione dei RBS Award, la finale dei World Class, la RBS Educational Academy che ha visto la partecipazione di bar provenienti dai 5 continenti, di cui alcuni tra i primi tre della classifica dei 50 best bar.
Questo, in breve, è quanto accaduto al Palazzo dei Congressi nel quartiere Eur Di Roma, il 29 e il 30 maggio; numeri rimarchevoli, che però non raccontano l’atmosfera di festa e colori. La forza e la determinazione di un settore che si è radunato sì per celebrarsi, ma anche per condividere esperienze, prospettive, obiettivi, formazione e difficoltà.
Così ha commentato Fofi, il co-founder dell’evento: “Il Roma Bar Show ha saputo riunire per primo l’intera Industry rendendo l’Italia protagonista al pari dei già consolidati eventi internazionali di settore, con numerosi ospiti provenienti da tutto il mondo. E tutto questo è stato fatto in appena tre edizioni. Puntiamo in alto – continua Fofi – lavoriamo in grande perché si possa presto parlare di una vera e propria comunità che avvicini il settore all’appassionato”.
Gli eventi nell’evento
Dovete immaginare un posto molto grande, pieno di stand allestiti in modo sorprendente. In ognuno di questi per due giorni sono avvenute cose, tante cose. Bartender “star” che preparavano cocktail particolari, interventi di esperti del settore, presentazione di nuovi prodotti e condivisione di idee e creatività. Persino la banda è passata ad aumentare il simpatico chiasso creato da pubblico ed espositori.
Tra gli eventi che ho seguito, mi ha colpito Extra Perimetral, il laboratorio di casa Velier dove il mondo della mixology ha incontrato l’alta ristorazione per – citando gli organizzatori – “andare oltre il perimetro, alla ricerca degli abbinamenti del futuro”. In poche parole, 7 incontri tra cuochi e bartender per un dialogo possibile e non scontato tra mixology e cucina di ricerca. Giusto per citare qualche nome: Carlo Cracco con Edoardo Nono, Corrado Assenza con Alex Frezza, Gianluca Gorini con Jimmy Bertazzoli e Salvatore Salvo con Oscar Quagliarini. Fortunati i pochi che hanno potuto assaggiare piatti e cocktail. Il prossimo anno ricordatevi di prenotare.
La prima edizione dei Roma Bar Show Awards
Per finire, è necessario soffermarsi sulla prima edizione dei Roma Bar Show Awards: un po’ perché Cook_inc è media partner di questi award tutti italiani dedicati al mondo della miscelazione e un po’ perché promette di essere qualcosa di cui nei prossimi anni si sentirà parlare.
Il meccanismo è simile ad altri premi: una giuria qualificata formata da giornalisti di settore, bartender e bar owners ha deciso di premiare i migliori bar per categorie. Presentato da Alessandro Procoli, ecco i premi del Roma Bar Show Awards 2023:
1.Best Social Media Presence: Mag Cafè di Milano;
2. Best food Program (sponsored by Cook_inc): Carico di Milano;
3. Hall of Fame: Mauro Lotti;
4. Best Italian Hotel Bar: Atrium Bar del Four Season di Firenze;
5. Best Italian New Cocktail Bar: Tripstillery di Flavio Angiolillo a Milano;
6. Best Italian Cocktail Bar: l’Antiquario di Napoli;
7. Best Italian Bartender: Vincenzo Pagliara di Laboratorio Folkloristico.
In conclusione
Colpisce come il mondo del bar e della miscelazione abbia preso le redini del proprio comparto creando uno degli eventi più interessanti di tutta l’hospitality. Non hanno aspettato che qualcuno lo facesse per loro, non hanno chiesto a giornalisti e addetti ai lavori di organizzare un evento su misura per il settore, come succede da anni nel mondo della ristorazione. Lo hanno fatto da soli, senza parlarsi addosso ma aprendo ogni dibattito, riflessione, scoperta e intuizione al pubblico. Bravi. Aspettiamo la quarta edizione.