Testo di Lodovica Bo
Foto di Riccardo Gasperoni
Tre del pomeriggio, esco dall’autostrada e mi immetto nella statale. Abbasso i finestrini, è la prima cosa che faccio quando ho voglia di un po’ di quella brezza estiva sulla pelle, non importa se fuori ci sono 35°C, quel sapore d’estate è impagabile. Una curva dopo l’altra iniziano a farsi vedere piccoli scorci di colline, alcune più dure, altre più morbide. È quando il paesaggio si apre davanti a me, che realizzo la bellezza di questa terra un po’ dimenticata: l’Alto Monferrato. Da bambina ero solita andare a Ovada, mia zia aveva una casa lì. Il ricordo che avevo di quella terra, prima di tornarci, era di un luogo un po’ anonimo, vuoto, dimenticato.
Questa volta qualcosa è cambiato, le colline sono più verdi, l’aria ha un sapore diverso e poi il colpo d’occhio: un luogo dall’architettura elegante e pulita spicca davanti a me. Si tratta del Relais Nordelaia, ubicato tra le alture dell’Alto Monferrato piemontese e la costa della Liguria. Un luogo di lusso e, al tempo stesso, ameno, che ti fa sentire a casa, ma anche in vacanza. Qui vige la regola del relax a tutto tondo, arrivi e stacchi dal telefono e dall’essere connesso a tutte le ore, per connetterti con la natura circostante. Qui si rispetta il ritmo della natura. Nordelaia è infatti un rifugio di pace circondato da cinque ettari di terreno vitato. All’interno del relais sono presenti 12 suite, una spa, una palestra con attrezzi in legno – che rispettano il concetto di sostenibilità – e una piscina immersa nella natura.
Layers of flavours – strati di sapori – li chiama Charlees Joshua Pearce, chef executive di origine inglese, con una storia lavorativa alle spalle che lo ha visto viaggiare in tutto il mondo. Mi è rimasto impresso questo concetto di strati. Una stratificazione di sapori che non ero mai stata in grado di tradurre in parole, ma che il mio palato conosceva benissimo. L’avevo sperimentato in maniera forte in Giappone, quando ogni piatto, anche il più semplice, riusciva ad avere molteplici strati, poi in altre parti del mondo, ma mai in Italia.
Mangiare al ristorante LORTO, parte di Nordelaia, è stato come uscire dal cliché di cucina da Resort, ma anche un po’ dall’autoreferenzialità culinaria italiana. Stupita da una carta dell’acqua invidiabile, con proposte da tutto il mondo, si prosegue in carta con i due menu tematici che cambiano di stagione in stagione – uno dedicato al pesce, Acqua, uno dedicato ai vegetali Terra – e il menu degustazione, per chi desidera lasciar fare allo chef. Il mio consiglio è il menu dello chef, che, a mio avviso, concede una prospettiva per entrare dentro il suo modus operandi. Se si è fortunati due chiacchiere con lo chef valgono l’esperienza.
Tra gli assaggi indimenticabili la Verza 2.0, dove l’ortaggio fa da protagonista strato dopo strato, valorizzando così un piatto ‘zero spreco’: una terrina di verza locale di Acqui Terme viene cotta alla brace e spennellata in cottura con il grasso di pollo. Fuori cottura viene spolverata con polvere di verza fermentata, ottenuta dalle foglie esterne, per aggiungere una nota umami al piatto. La terrina viene poi posta su un dolceforte di pera ossidata e un doppio fondo di pollo completa il piatto. Incredibile anche il Ceviche di ricciola, uno di quei piatti che fanno fare una piccola danza sul posto.
A fare da progettista nell’idea di ristorazione è chef stellato Andrea Ribaldone, originario della zona, con l’idea di continuare il suo percorso di ri-scoperta e valorizzazione delle tradizioni locali, in particolare quella piemontese, attraverso l’incontro con tecniche e creatività contemporanea.
A fare da spalla al grande ristorante, spuntano anche il Bistrot di Nordelaia e il Lounge Bar, entrambe espressioni di una stessa filosofia e visione: quella di creare economia circolare fra le tre offerte, dove gli scarti di lavorazione, trasformati in fondi di cottura o rieditati in altre forme, intervengono nella realizzazione di altre proposte aggiungendovi tono e sapore.
Dal Lounge Bar sono imperdibili la Crocchetta di prosciutto di maiale nero di San Desiderio, lime e aioli e il Sandwich con pane al latte tostato, battuta di manzo piemontese, maionese all’aglio nero, rapa marinata, rucola e nocciole. Del Bistrot, anche se tradizionali, i Plin di brasato con riduzione di arrosto, sono una goduria per il palato.
In tutte le proposte si usano prodotti locali, dai formaggi, alle verdure autoprodotte o provenienti da piccoli produttori di zona, fino al pesce che arriva dalla vicina Liguria. Il tutto cercando il più possibile di ridurre l’utilizzo della carne. Non credo sia possibile ricordarsi tutto di un’esperienza, io, infatti, non faccio eccezione, ma so per certo che basta un dettaglio o una forte emozione per far riemergere il ricordo. Per me LORTO e Nordelaia sono questo.
Nordelaia
Via Piazze, 14-16
15010 Cremolino (AL)
+39 0143 038045
nordelaia.com