Testo di Gualtiero Spotti
Foto di Tove Lise Mossestad, Cris Thellung, Line Thit Klein, Bonjwing Lee, Lars Petter Pettersen
Christopher Haatuft ha l’animo del ragazzino cresciuto ascoltando musica ribelle. Non quella di Eugenio Finardi, a onor del vero, perché qui siamo dalle parti del punk, ma lo spirito controcorrente è rimasto un po’ quello anche oggi che lo spigliato ragazzone veste la divisa di cuoco del ristorante più stimolante se si capita a Bergen e dalle parti dei fiordi.
Lysverket, ospitato in un’ala del museo Kode, è un approdo sicuro per chi si vuole divertire a tavola e, per dirla tutta, a volte anche ben oltre il normale corso della serata, visto che nel fine settimana il ristorante, a chiusura servizio, diventa palcoscenico di deejay affermati e vede come nuovo protagonista il banco del bar con una serie di cocktail avvincenti. Christopher in questi anni si è impegnato nella definizione di una cucina molto particolare, che lui stesso definisce “neo-fjordic”, strizzando un po’ l’occhio al mondo nordico, ma ponendo come base essenziale di quanto arriva nel piatto il recupero della migliore materia prima locale, dalle capesante ai granchi fino alle carni.
In una cultura cresciuta a patate e aringhe e che ancora oggi al di fuori delle grandi città non lascia troppo spazio alla creatività, e quando si lascia un po’ andare si nutre di copie malconce di cucine straniere (provate a mangiare italiano verso il circolo polare artico…), un’isola come Lysverket riesce a aprire uno spiraglio di luce in una terra che di luce durante l’anno ne vede davvero poca. Christopher ha dalla sua un curriculum di tutto rispetto con passaggi americani da Blue Hill, Per Se e Alinea, la complicità per tre anni con Thibaut Gamba, giovane cuoco originario dei Vosgi che da poco ha preso la sua prima stella in quel di Lille, nel Clarance hotel, dopo essere stato una delle colonne di Lysverket. E poi c’è la cucina che sfiora la Francia, si nutre di prodotti come i maiali Mangalitsa che arrivano da una farm vicina, e presenta il pesce che spesso lo stesso Haatuft pesca in una baia vicina a Bergen. I piatti riconducono con brio a incroci dove la cucina locale si lascia un po’ andare e passa attraverso gustose interpretazioni a volte anche un pizzico esotiche. Ad esempio, si parte con la pelle di merluzzo con chilli coreano e dragoncello, ma ci sono anche le Carote in versione falafel, o una semplice insalata con pancetta home made.
Curiosamente ignorato dalla Rossa (ma celebrato dalla White guide nordica) Lysverket ha diversi pregi e rispecchia perfettamente lo stile e la storia del cuoco, in un misto di trasgressione che lascia spazio al rigore, di eccessi che vivono momenti di assoluto controllo e perfezione. Anche per questo risulta essere un luogo di notevole fascino. Ma non è tutto, oltre a tutto questo da qualche giorno c’è anche un altro indirizzo curato da Christopher insieme alla moglie Annette Tveit. Si chiama Hoggorm e tra le altre cose propone pizze che probabilmente farebbero rabbrividire un italiano (uno dei must della casa è quella Bacon e Ananas…), ma poi ci sono anche ostriche, piattini davvero sfiziosi e gin a volontà. Insomma, si tratta più di un bar dove passare per small bites e divertirsi davanti a un bicchiere di vino (e altro) ascoltando musica a tutto spiano.
Lysverket
Rasmus Meyer allé, 9 – Bergen
Tel. +47.55603100
Hoggorm
Nygårdsgaten, 29 – Bergen