Testo di Tania Mauri
Foto cortesia di Ginarte
Ginarte celebra l’arte e la bellezza durate la settimana dedicata alla mixology con appuntamenti speciali per far conoscere le sfumature di colore e le caratteristiche delle erbe tintorie delle sue botaniche.
Durante la Florence Cocktail Week 2023, Ginarte ha programmato una serie di incontri e degustazioni per scoprire lo spirito dell’arte, Che è ben visibile sia all’esterno– la bottiglia dal design originale è “dipinta” ogni anno da artisti diversi – che all’interno grazie alle note aromatiche e di colore.
Il brand è molto legato a Firenze perché è qui che nasce, grazie all’intuito di un gruppo di amici e professionisti che, con il supporto di un distillatore esperto e di un famoso mixologist, hanno sviluppato un gin dalla spiccata versatilità. L’arte è sembrata l’associazione migliore per comunicare l’immagine di un prodotto italiano di grande qualità visto il legame con il capoluogo toscano e il suo valore di linguaggio universale.
L’essenza artistica di Ginarte risiede nel cuore stesso del suo contenuto: oltre alle bacche di ginepro – rigorosamente raccolte in Toscana, sull’Appennino – tra le botaniche sono state selezionate alcune erbe che con l‘arte hanno un legame particolare. Elementi come la nepitella, il cartamo, la reseda odorata, il guado di Montefeltro e la robbia, che erano usati per la creazione di pigmenti colorati dai più importanti artisti del Rinascimento.
La città di Firenze e il Rinascimento sono legate indissolubilmente tra loro, essendo considerata la prima la città madre e la culla del movimento culturale e artistico del XV secolo e la seconda la corrente filosofica di pensiero che ha condizionato tutte le generazioni successive.
“È un onore essere ancora una volta presenti in una manifestazione così importante per Firenze e per il settore della mixology italiana” conferma Francesco Bargellini, responsabile marketing e commerciale Ginarte, che continua “Qui sono nati il nostro gin e il nostro brand ed è proprio alla bellezza di questa città, all’arte che qui si tocca con mano e si respira e alla vivacità che la Florence Cocktail Week porta con sé ogni anno, che vogliamo legarci ed esserne rappresentanti. Abbiamo ideato una serie di attività all’interno dei migliori bar e hotel di Firenze, volte alla scoperta delle note profumate di Ginarte e delle sue botaniche”.
Durante un tour privato in cinque dei cocktail bar più interessanti della città si sono scoperte “Le Botaniche dell’Arte”, ovvero le cinque erbe tintorie presenti nella ricetta che sono l’essenza concettuale di questo prodotto.
Il tour è partito da Eye Cocktail Bar by Chic Nonna all’interno di Palazzo Portinari Salviati dove è stato presentato, da Matteo Sanago, Yellow Shadow (Ginarte Dry Gin, sciroppo di reseda odorata e angelica, limone tostato). Per esaltare i sentori delle botaniche, il Gin è accompagnato da uno sciroppo di reseda odorosa e angelica, bilanciato con del succo di limone tostato. In chiusura, la soda dona la parte frizzante e piacevole al palato per un cocktail fresco e profumato, servito in un tumbler alto decorato, con una pennellata di giallo per riprendere il colore caratteristico della reseda odorosa.
La Reseda odorata è un’erba mediterranea, dal potere calmante e dal profumo di pesca matura, conosciuta in tutto il mondo come pianta tintoria, per il suo inconfondibile colore giallo. I romani tingevano, con questa erba magica, le tuniche delle Vestali e gli abiti nunziali. Nel linguaggio dei fiori, reseda significa ‘‘tenera amicizia’’.
Seconda tappa al Gucci Giardino 25: qui drink Arte su tela (Ginarte Dry Gin, Vermouth, infusione homemade di ibisco, Fat wash all’olio al basilico, lavanda, pino mugo e sambuco, robbia) realizzato da Martina Bonci ha esaltato la robbia, erba perenne. “La robbia è di colore rosso; è il colore che unisce, che rappresenta l’amicizia, l’amore, l’umanità. È un Martini sartoriale dalle note balsamiche e per questo abbiamo scelto del pino mugo e del sambuco, e l’infusione d’ibisco, che dona al drink un colore tendente al rosso della robbia e, soprattutto, che da un profumo fresco e floreale. Si serve in una coppetta raffreddata e decorata, come una tela, con una pennellata di robbia che colora di rosso le pareti del bicchiere” spiega la Bonci. La robbia veniva storicamente usata come pigmento rosso per colorare i tessuti, come erba curativa per la digestione e per colorare e fortificare i capelli delle donne.
Al Locale Matteo di Ienno ha creato, con il guado di Montefeltro, il drink Blu (Ginarte Dry Gin, Vermouth, Bitter homemade e drops di tintura al guado di Montefeltro) modificato nella sua colorazione classica da alcune gocce di tintura al guado di Montefeltro che gli conferisce il colore blu. Il guado di Montefeltro è un’erba utilizzata in passato per la tintura degli abiti per il suo inconfondibile colore indaco e utilizzato in medicina, per la cura dello scorbuto (malattia dovuta alla carenza di vitamina C). Il suo profumo e i sentori ricordano quelli del miele. Il blu in passato segnava la distinzione delle classi sociali ed è stato utilizzato come simbolo di purezza e virtù nelle raffigurazioni dei manti delle vergini. Tra i pittori più famosi, per l’utilizzo del guado di Montefeltro nei dipinti, figura Piero della Francesca. Il padre, infatti, era un mercante e commerciante di questa erba.
Penultimo stop al Picteau Cocktail Bar dell’Hotel Lungarno, dove Vincenzo Civita ha esaltato il cartamo nel suo Citrino, che richiama marzo con il suo colore giallo, con Ginarte Dry Gin, dry sherry Tio pepe, clarified green apple e cartamo foam mescolati in un mixing glass raffreddato e versati in un tumbler alto, decorato da macchie di colore, con del ghiaccio. A completare questo drink, una spuma di cartamo che dona le note aromatiche e i profumi simili a quelli dello zafferano. Un drink molto secco a cui viene donata dolcezza ed equilibrio dalla schiuma finale.
Il cartamo, anch’esso usato per il pigmento giallo/ocra, viene spesso chiamato ‘‘zafferanone’’ proprio perché aroma e gusto sono simili allo zafferano simili allo zafferano. Questa erba tintoria trovava largo impiego per la colorazione della lana, nell’industria dei tappeti nei paesi europei e per le colorazioni di cosmetici usati nelle rappresentazioni teatrali di kabuki e nel trucco delle geishe in Giappone.
In chiusura il Camillo il Magnifico presso il Santa Cocktail Club dove Simone Covan ha mixato Ginarte Dry Gin, Bitter Fusetti, 9diDante Red Vermouth, Gran Liquore della Certosa di Firenze, nepitella selvatica e aria di bosco. La Nepitella è una sorta di mentuccia selvatica che in passato si utilizzava nei quadri per esaltare il colore verde. Il drink esalta il colore verde ma omaggia anche il periodo più celebre per la città di Firenze, con alla guida Lorenzo il Magnifico e il conte Camillo Negroni. Questo drink è un Negroni ri-distillato utilizzando il Rotovapor, con l’aggiunta di una botanica, la nepitella, che esalta le note profumate di Ginarte, e, in particolare, quelle degli aghi di pino e del pino mugo presenti tra le sue botaniche. Un drink trasparente versato all’interno di un tumbler basso con ghiaccio e, a chiudere, un’aria di bosco a base di nepitella, aghi di pino con erbe officinali a sigillare e mantenere i profumi all’interno del bicchiere.