Testo di Isabelle Grabau
Foto cortesia di Fruitecom e Abbazia di Novacella
Qualche giorno fa a Firenze, Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella, ha coinvolto gli ospiti in una degustazione affascinante, passando agilmente da annate vintage a grandi novità, valorizzato con successo un vitigno vigoroso ma sensibile che, se ben gestito, può regalare risultati eccezionali: il sylvaner. Il progetto Sylvaner Stiftsgarten nasce dal giardino abbaziale, “Stiftsgarten”, dove su un terreno ricco di sedimenti glaciali sono presenti uve di sylvaner in un vigneto di 0,24 ettari impiantato nel 1972. Posizionato a poco più di 600 metri di altitudine, ha l’esposizione ideale a sud-ovest, e naturali rese molto basse, che danno vita a un vino d’incredibile eleganza e finezza.
Al ristorante Vetreria di via del Proconsolo, un menu degustazione di cinque portate è stato preparato appositamente per l’occasione. Abbinati ai Panini cotti al vapore con katsusando di maiale e maionese, senape e mirin abbiamo degustato in anteprima il Sylvaner Stiftsgarten Alto Adige-Südtirol Valle Isarco DOC 2018 – 100% legno nuovo, con una parte affinata in anfora, ricco di forza, rotondo e strutturato, non ancora sul mercato – e il 2019, con fermentazione e maturazione in barrique per 24 mesi e poi 18 in bottiglia, è l’annata appena lanciata in commercio, ricca di sentori di frutta matura, spezie fini, mineralità e un finale lungo ed elegantissimo.
Sandwich di manzo, foie gras, agretti in carpione e acciughe per due vini di grande spessore, i Sylvaner Praepositus Alto Adige-Südtirol Valle Isarco Doc2016 e 2011. Le uve della selezione Praepositus, linea introdotta nel 1992, provengono dai migliori vigneti di Abbazia di Novacella. L’annata 2016 è stata ottima, un po’ fredda e ha portato a vini di grande espressione. La 2011, più calda, conserva ancora una freschezza tagliente, incredibile vedere come un vitigno come il sylvaner, se trattato bene, possa veramente mantenere una freschezza e una finezza tale per anni, era perfetto in bocca, peccato che sia oramai introvabile.
“Se il legame tra la Valle Isarco e i suoi vini bianchi è noto in tutto il mondo, quello con il sylvaner lo è in modo particolare, poiché la conca di Bressanone rappresenta il terroir per eccellenza di questa varietà” spiega Werner Waldboth. “I nostri pendii freschi ma al tempo stesso molto soleggiati, la posizione dei vigneti tra i 650 e i 750 metri di altitudine, la presenza di terreni ricchi di depositi morenici, sono tutte caratteristiche che consentono a quest’uva di sprigionare la sua classica carica aromatica fruttata e minerale, insieme a un timbro acido e sapido al palato, in grado di rendere il sorso molto dinamico e vibrante, così come sorprendentemente longevo”.
In degustazione anche la nuova selezione Oberhof da una piccola vigna di pinot nero a Cornaiano (Girlan). Sono vini che regalano grande ricchezza e grande espressività del territorio, due le annate assaggiate, il Pinot Nero Riserva Vigna Oberhof Alto Adige-Südtirol DOC 2018 e 2019. Amarena, frutti di bosco, cioccolato amaro e spezie fini, tannino teso, acidità vivace e mineralità elegante per la 2019 che ho apprezzato particolarmente. Entrambi i vini abbinati sapientemente a un piatto ben strutturato capace di valorizzarne in pieno le caratteristiche come il Raviolo al sugo di ristretto di costine di maiale grigio, provolone e pane bruciato.
Picagna argentina, porro alla brace, pomodoro dry, friggitello e vermut per accompagnare il Pinot Nero Riserva Praepositus Alto Adige DOC 2015, e il longevo Pinot Nero Riserva Praepositus Alto Adige DOC 2010. Quest’ultimo un grande vino, unico, fine e complesso dove tabacco, mentolo, tannini setosi e morbidezza accarezzano il palato con equilibrio e armonia.
Cioccolato, frutto della passione e burro di arachidi per esaltare l’inconfondibile signature della cantina: il Moscato Rosa Praepositus Alto Adige DOC 2020. La storia narra che l’uva moscato rosa arrivò in Alto Adige addirittura dalla Sicilia, nel 1800. Il momento della vendemmia, a fine settembre, regala magici sentori di rosa per tutto il vigneto; un vino dolce e aromatico, diventato tradizionale, ma oggi raro persino in Alto Adige.
L’Abbazia di Novacella a Bolzano, monastero e azienda agricola, produce vino dal 1142, è una delle cantine in attività più antiche del mondo.
Abbazia di Novacella
Via Abbazia 1
39040 Varna (BZ)
Tel: +39 0472 836 189
www.kloster-neustift.it/it/cantina/