Testo di Gualtiero Spotti
Foto cortesia di Davide Filisetti
Giovani italiani crescono. E spesso questo avviene all’estero, in ambiti culturali nuovi e stimolanti, dove capita di frequentare un meticciato fertile e creativo, dove la condivisione di esperienze e le nuove amicizie fanno sbocciare idee e progetti. È quello che è capitato, ad esempio, al bergamasco Davide Filisetti, originario della montagna orobica nato a Clusone in alta Valle Seriana, ma trasferitosi da poco più di due anni a questa parte a Barcellona, in Spagna.
Il suo più recente passato, quando era ancora in Lombardia, lo aveva visto muoversi tra diverse cucine e sale importanti (l’Albereta in Franciacorta e lo stellato Anteprima a Chiuduno, oggi chiuso). Il suo presente, dopo il trasferimento nella città catalana, lo ha portato a inaugurare il progetto Linea Roja, che mescola l’arte, la cucina, la fotografia, l’artigianato e il mondo dei tattoo e ha portato alla creazione di un serie di oggetti che arricchiscono la tavola, tra piatti e mugs, in collaborazione con l’artista tatuatore, originario di Hong Kong, Benjamin Eric.
Davide Filisetti racconta con trasporto ed emozione i passi che hanno portato alla nascita di Linea Roja: “ho sempre avuto grande curiosità nell’osservare quali fossero le reazioni delle persone sedute ai tavoli dei ristoranti dove ho lavorato, di fronte alle diverse sfumature e ai dettagli della mise en place. I dodici anni trascorsi nel mondo dell’ospitalità hanno quindi avuto un ruolo essenziale nella scelta di creare una serie di oggetti che ho definito non a caso artistic tableware behind the senses ovvero una ventata di passioni, di arte visuale, di creatività con lo scopo di rendere più avvincente l’estetica di molte preparazioni dei cuochi.
Il momento cruciale però è stato l’incontro con Benjamin e la realizzazione di un cuore con le iniziali della mia famiglia e dei miei migliori amici, che rappresentano tutta la mia vita. Durante questa sessione il tatuatore si è commosso e quel cuore è diventato un punto di incontro tra di noi, una linea rossa capace di unire due mondi sino ad allora estranei. Dopo pochi mesi, sono ritornato nel suo studio e avevo in mano il progetto di Linea Roja, da condividere. Quella stessa sottile linea che, quasi invisibile, oggi si può trovare come simbolo su tutti gli oggetti sino a ora realizzati”.
Il risultato, in qualche modo, va ad arricchire un aspetto ben presente nella cucina contemporanea, quello dello storytelling, ovvero il racconto di ciò che si sta consumando al ristorante e spesso di quello che gravita intorno, compresa la vita stessa del cuoco e le sue emozioni. Linea Roja, ha come obbiettivo quello di stupire, di lasciare un ricordo impresso nel tempo, di creare una forte connessione visuale, di rendere, se vogliamo, la cornice importante quasi quanto il quadro. Tra immagini e stampe evocative che sfiorano l’esoterico, consegnano ricordi salgariani come nel caso della tigre che riempie il bordo di un piatto, oppure giocano con un mondo fantastico e decisamente irreale. Vedi il gatto con sei occhi o l’angelo che scende dal cielo con un paracadute. Un progetto forse non casualmente nato in Spagna.