Testo di Annalucia Galeone
Foto di cortesia di Tenute Caputo
Aldo Caputo, classe ’80, è un tenore pugliese di fama internazionale e produttore di olio extra vergine di oliva. Dopo il diploma al conservatorio di musica “Niccolò Piccinni” di Bari – con il massimo dei voti e menzione di lode – ha calcato i teatri più importanti e famosi al mondo: Scala di Milano, Opera di Roma, San Carlo di Napoli, Philarmonica di San Pietroburgo, World Financial Center di New York solo per citarne qualcuno. La musica non è il suo unico interesse, con lo stesso slancio ed entusiasmo alimenta quello per il buon vino e l’olio evo. È l’ambasciatore della musica e dell’olio made in Puglia nel mondo, non a caso il suo olio è stato ribattezzato L’olio del tenore.
“Sono cresciuto a opera lirica e pane olio – afferma sorridendo Aldo Caputo – la mia non è una passione ma una brutta malattia. Mio nonno Cataldo era il direttore del frantoio Riforma Fondiaria di Corato, era per me un ambiente familiare, lui ha trasmesso a tutti l’amore per la campagna e il rispetto per la natura. Avevamo degli uliveti di proprietà dati in gestione a un fattore scellerato e poco capace. I terreni erano puliti ma privi di vita. La svolta è arrivata improvvisa in Giappone, la scintilla è scattata per caso. Ero lì per lavoro, mi trovavo in un rinomato albergo e ho notato delle bottigliette da 100 ml di olio evo vendute a poco più di cento dollari l’una. Tra me e me esclamai “Ho sbagliato tutto”. Al mio rientro ho deciso di tornare alle origini, riscoprire ciò che mi faceva stare bene, ma che avevo dimenticato. Ho iniziato a prendermi personalmente cura della conduzione degli ulivi, li ho riportati al loro antico splendore con il supporto di validi professionisti. Era solo un hobby, ora mi considero un piccolo produttore legato alla sua terra. Grazie al mio amico viticoltore, Valentino Di Benedetto mi sono avvicinato all’agricoltura sinergica, sto frequentando il corso da sommelier dell’olio e del vino con la Fondazione Italiana Sommelier a Corato”.
Non è insolito – quando non è in giro per i palchi del globo – sorprenderlo a passeggiare e cantare tra gli ulivi monumentali durante la raccolta o la potatura. È una scena originale ma non troppo, sa bene che la musica fa bene alle piante, assorbono l’energia e le aiuta a crescere meglio, anzi hanno i loro gusti musicali e apprezzano in particolar modo le sinfonie. Aldo è stato considerato un folle, gli dicevano che la musica era solo un passatempo e non gli avrebbe dato di che vivere, a 25 anni ha debuttato Alla Scala. “Fino a ora ho cantato 40 opere – racconta Aldo Caputo – se dovessi dedicarne una al mio olio sceglierei Elisir d’amore di Donizetti. Si menziona il vino, il Bordeaux, non l’olio ma va bene. Recita: “La gioia è al mio comando, io distillo il piacer, l’amor lambicco come l’acqua di rose; e ciò che adesso vi fa meravigliar nel giovinotto, tutto portento egli è del mio decotto”.
Nel frantoio le olive vengono molite in assenza di ossigeno e l’olio è filtrato. Lo studio, la ricerca e il desiderio di superare le ormai obsolete convenzioni produttive caratterizzano il percorso produttivo e gli hanno dato la chance di incrociare nuovi amici produttori e non. L’escalation di riconoscimenti non si è fatta attendere. I quantitativi prodotti sono modesti, l’olio è destinato ad un pubblico esigente che si concede la bellezza del gusto. Le etichette sono tre, tutti a base di coratina, a fare la differenza sono il terroir e i diversi gradi di maturazione. I nomi sono Assoluto, al naso evoca le note di agrumi, pinolo, salvia e spezie, è il top di gamma. Polvere di rose con sentori di foglia di pomodoro e grume maturo e Poderi di Bracco con nuance di mela golden e ginestra, in chiusura cardo e mallo di noce. Il packaging è elegante ed essenziale.
Azienda Agricola Cataldo Caputo
Via Manerba 4
70033 Corato (BA)
www.tenutecaputo.it