Un gemellaggio in nome dell’appassimento
Testo di Lodovica Bo
Foto di Ufficio Stampa
Per il secondo anno di fila l’Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino, in collaborazione con la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, rinnova l’invito alla Valpolicella per parlare di appassimento e territorio! Reboro. Territorio & passione. Un convegno scientifico, avvenuto il 15 Ottobre, ha permesso di mettere in dialogo i territori: la Valle dei Laghi, con il suo Reboro e il Vino Santo Trentino, e la Valpolicella con il suo Amarone. Il tema dibattuto è stato: Trentino e Veneto, tecniche e territori a confronto, una tavola rotonda che ha toccato i temi delle uve rosse, delle tecniche di appassimento e dell’influenza del cambiamento climatico sulle coltivazioni. Si è quindi discusso delle peculiarità e difficoltà che rendono questi luoghi unici. Sono intervenuti Maurizio Ugliano, professore Associato dell’Università di Verona; Enrico Nicolis, enologo veronese, consulente e fu ricercatore in Università; Christian Marchesini, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, Luciano Groff, enologo e professore presso la Fondazione E. Mach; Enzo Poli, presidente dell’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino e vignaiolo di Santa Massenza; a moderare l’incontro Sissi Baratella, enologa e giornalista.
Il dialogo ha permesso di portare alla luce elementi di affinità tra i due territori e tra tecniche adottate, primo tra tutti la particolarità del clima e l’incidenza dell’ambiente per le uve in appassimento in fruttaio. Maurizio Uliano ha specificato quali siano le caratteristiche e le variabili che incidono maggiormente nella creazione delle caratteristiche gusto-olfattive dell’Amarone: la varietà, l’ambiente climatico, l’annata e il periodo di raccolta, e come la composizione aromatica dei vini della Valpolicella sappia sottolineare il legame tra tipicità gusto-olfattiva e coerenza con il luogo. Un legame valorizzato ulteriormente dal processo di appassimento.
A seguire, Enrico Nicolis è intervenuto con un contributo rispetto al cambiamento climatico e alle conseguenze dello stesso sull’appassimento delle uve, a partire dal momento della raccolta, e su alcune soluzioni a oggi adottate da agronomi ed enologi: pratiche che cercano di equilibrare la maturazione delle uve o di agire sulla qualità della buccia, in un’ottica di sperimentazione e ricerca di miglioramento. Il professor Groff ha quindi proseguito con un focus sulla Valle dei Laghi, analizzando le caratteristiche che la rendono un areale originale per terreni e ambiente e sottolineando la tradizione secolare dell’appassimento di questi luoghi. Ha poi ricordato come Rebo Rigotti, abitante di questa valle, tecnico e agronomo, abbia realizzato nel 1948 una varietà incrociando Merlot e Teroldego: il Rebo. Questa varietà, legata al territorio, ha una maturazione che ne permette media dimensione dell’acino, una produzione costante, delle buone gradazioni zuccherine. Sarà dopo diversi anni di sperimentazione che si comprenderà l’attitudine del Rebo anche all’appassimento. Da qui il Reboro.
Infine, Christian Marchesini ha sottolineato come sia proprio la varietà, la caratteristica che incide maggiormente, e quindi la fondamentale attenzione che deve essere data alla scelta delle uve utilizzate nell’assemblaggio, alla base della tradizione del Valpolicella prima e dell’Amarone poi. Simpatica curiosità riguarda proprio il Rebo che rientra da disciplinare, per un massimo del 5%, nelle varietà complementari all’uvaggio della Valpolicella. A concludere l’incontro, l’intervento di Enzo Poli che ha riportato alcuni dati di produzione, per quanto riguarda il Reboro: un vino neo-nato, frutto dell’unione di tradizione e miglioramento varietale, con una previsione di crescita in progressione per i prossimi anni.
A seguire, si è svolta la degustazione dal Rebo, al Reboro, all’Amarone. Nel suggestivo scenario della distilleria Francesco Poli, di Alessandro Poli, a Santa Massenza, protagonisti sono stati 12 vini con una sorpresa finale costituita da un Reboro Francesco Poli 2010, prima annata in assoluto di Reboro. L’assaggio ha confermato quanto introdotto nel convegno: l’appassimento porta a un’evoluzione delle uve, un cambiamento reso tale dalle condizioni climatiche rafforzando, il legame tra la varietà e il territorio stesso.