Testo di Cristina Ropa
Foto cortesia dei PAU
Attimi in cui tutto ciò che accade all’esterno svanisce, in cui tutti i sensi accorrono per assaporare concentrati la dolcezza e la morbidezza a cui con maestria mani sapienti hanno saputo dare forma, risultato di pensieri, ricerche, sforzi, cura, attenzione e tanto amore. All’improvviso ci risvegliamo con la consapevolezza che quel piacere lì che stiamo vivendo diviene atto di cambiamento. Non solo in quanto azione a sostegno di realtà virtuose, ma in quanto gesto che porta buonumore. Un intento che per il periodo pasquale i PAU Panificatori Agricoli Urbani hanno voluto rafforzare scegliendo in questo anno così delicato – così bisognoso di gesti di pace, di tolleranza, di rispetto – involucri innovativi per le loro Colombe da forno che ci accompagnino verso sentieri di bellezza e sostenibilità. Attraverso il colore, il sogno, la natura, frasi piene di impatto emotivo che, come un timone, ci guidino a ricercare la felicità.
“La nostra Colomba che celebra l’arrivo della primavera e il risveglio della vita nei campi, rappresenta un intreccio di tradizioni contadine tra il sacro e il pagano – mi racconta Sara Pellegrini del Forno di Calzolari – è fatta di farina locale e biologica, coltivata sui pendii di Monte Codruzzo. Ne abbiamo seguito la semina, l’abbiamo vista crescere e maturare nei campi. Ci ha fatto trepidare e sperare che la macinatura lenta e attenta del Molino Pransani ne preservasse la qualità per trasformare il grano dei campi in farina artigiana. Ora, finalmente, spicca il volo con le nostre Colombe di Pasqua”. Ed è stato proprio il desiderio di rendere omaggio al grano coltivato in montagna a ispirare il pensiero creativo per la realizzazione del packaging a cura dei graphic designer di Housatonic. “Lei, la colomba bianca, esce da una cornice preziosa, di quelle che contengono sacri dipinti. È andata a prendere una spiga, per aiutarla a levarsi al cielo e la porta nel becco al posto dell’ulivo. Un augurio di pace in un momento in cui il grano viene associato a scenari di guerra. La scatola è sigillata da un adesivo con l’illustrazione delle fasi di coltivazione: germinazione, accestimento, levata, fioritura, maturazione”.
Dissacratorio/tipografico, come l’ha definito il designer Leonardo di Renzo che l’ha realizzata, è invece il packaging della Colomba di Mamm Ciclofocacceria e Mamm Pane di Udine proposta in tre gusti: classica; arancia candita, albicocca morbida, gianduia e caffè entrambi di Forno Brisa; Willy Wonka ai 4 cioccolati sempre di Forno Brisa e Valrhona.
“Abbiamo ripreso, nella parte superiore della scatola, un’immagine che rimanda alla creazione di Adamo di Michelangelo, ma con la Mano di un artigiano e il becco di una colomba che si sfiorano. I colori utilizzati sono quelli della bandiera della pace – mi spiega Roberto Notarnicola, il titolare – infatti abbiamo deciso che parte del ricavato derivante dalla vendita delle colombe verrà destinato ai progetti di Save the Children nel mondo”.
E anche Forno Brisa per rievocare la pace percorrendo scelte coraggiose con vivacità, quest’anno propone una Colomba surreale, un progetto dedicato al sogno, a messaggi positivi, pieni di speranza. “Sì, come sei”, “Vola alto, Sky is the limit”, “Segui i tuoi sogni” claim che puntano dritti a risollevare gli animi, a spalancarli verso orizzonti mai esplorati, a vivere appieno no matter what. “Il sogno è il messaggio che ci sembrava più calzante con il contesto complesso che ci troviamo a fronteggiare”, spiega Anna Corai, fotografa e creativa del gruppo. “La scatola, ispirata a Magritte, vuole dunque spingere l’immaginazione oltre la realtà. Per questo abbiamo scelto di trasmettere positività attraverso le nostre grafiche coloratissime e messaggi di ottimismo, confidando che mangiare una colomba buona possa donare un po’ di felicità a chi la riceve.” Oltre ai gusti tradizionali delle colombe – ovvero classica, gianduia, albicocca e cioccolato – Brisa produrrà anche due varianti vegane e, scontate sui banchi, le colombe “brutte ma buone”, quelle impeccabili dal punto di vista organolettico ma che portano con sé qualche difettuccio estetico.
“Il cioccolato è l’altro grande protagonista di questa Pasqua. Ancora una volta autoprodotto, nella nostra cioccolateria, quest’anno è tutto proveniente dal Perù. Abbiamo preacquistato 3000 kg di cacao coltivato in permacultura nella Foresta Amazzonica nella zona di Oxapampa, da 7 Elements. Lo scopo è di sostenere la crescita di questa realtà virtuosa assicurando la tranquillità tramite il preacquisto – mi racconta Gianluca, responsabile della produzione – I canditi inoltre sono, per la prima volta, quelli del progetto di filiera trainato da Panificio Moderno di Trento: le arance provenienti da SOS Rosarno, un’associazione nata nel paesino in provincia di Reggio Calabria, centro del progetto NoCap (No al Caporalato) che riunisce produttori, imprese, braccianti e disoccupati attorno alla produzione di agrumi da agricoltura biologica e tutela le condizioni di dignità umana dei lavoratori, e i limoni dell’Azienda Agricola Biologica Raffaele Palma di Maiori (Sa), realtà che lavora sui terrazzamenti della costiera amalfitana.
A Reggio Emilia il Forno STRIA propone un prodotto al 100% in armonia con la natura. “Il nostro Forno da sempre non utilizza derivati animali quindi anche per la colomba utilizziamo solo ingredienti vegetali da agricoltura biologica – mi spiega Elisa – abbiamo cercato fin dall’inizio di fare scelte consapevoli, nella ricerca della materia prima biologica (certificata ICEA) e nella collaborazione con aziende locali che ci forniscono grani antichi. Utilizziamo solo materiale compostabile, anche le vaschette e la pellicola sono compost e utilizziamo energia 100% rinnovabile. Abbiamo anche un impianto di acqua microfiltrata e mineralizzata”. Il packaging rispecchia questa filosofia a forte impronta green: “una scatola di cartone sulla quale facciamo il nostro timbro e una chiusura della confezione in corda e rafia naturale” che rievoca con intensità lo stile rustico e di campagna che tanto ci avvicina alla parte più ancestrale di noi.
La semplicità a cui ci rimanda la pace è ciò che ispira anche Eliana e Alessio del Forno Alvé di Parma. “Per il packaging ci siamo focalizzati sulla colomba stessa, come simbolo e ciò che rappresenta – mi spiegano – I colori richiamano le palette del nostro coordinato grafico e allo stesso tempo comunicano luminosità, serenità, libertà, natura… tutti aspetti legati direttamente alla primavera e alla Pasqua. Questo sempre mantenendo lo schema di suddivisione per ogni facciata dei singoli elementi, che nell’insieme formano il disegno completo. E sempre ispirandoci a grafiche e stili del passato, che hanno reso celebri il design e la comunicazione visiva in generale nello scorso secolo”.
Mettere ancora più in risalto la sostanza facendo una scelta minimal per la forma, è ciò a cui punta la Colomba Pandefrà che quest’anno si spoglia di pizzi e merletti ed è essenziale. “Non è tempo di sfarzi – afferma Francesca – abbiamo scelto per la nostra scatola la scritta STOP BOMBING JUST COLOMBING. Così come possono fare scritte d’impatto sui muri, cerchiamo di strappare un sorriso a chi vorrà acquistarla. Lanciare un messaggio, attraverso i nostri prodotti, sentiamo che sia questa la nostra missione. All’interno della scatola si trova come sempre la nostra colomba fatta all’insegna della collaborazione e del rispetto della terra. Cioccolato Perù 70% degli amici del Forno Brisa, arancia candita di Riccardo Pelagagge, canditore marchigiano DOC. I colori della pace e l’amore per l’impasto sono per noi l’unica strada verso il cambiamento”.