Testo di Greta Contardo
Foto cortesia de La Marzocco
Delle “mille vite” del caffè sappiamo davvero poco, ma per fortuna si può sempre imparare andando ben oltre il semplice sapore. Coffee Migrant Migrant Coffee è la mostra immersiva inaugurata lo scorso 15 novembre all’interno dell’Accademia del Caffè Espresso de La Marzocco a Fiesole (FI) che si prefigge come obiettivo quello di sensibilizzare sulla cultura del caffè attraverso i racconti di chi la Storia l’ha fatta. Il filo conduttore di questo percorso è il viaggio, elemento che lega in modo indissolubile i l’emigrazione al caffè, come ha ben spiegato Guido Bernardinelli, CEO de La Marzocco, durante l’inaugurazione. “Per costruire questo progetto siamo partiti dal fil rouge che lega i destini incrociati degli uomini e del caffè, entrambi destinati a viaggiare. Siamo partiti dal viaggio, essenza del concetto di emigrazione, e ne abbiamo analizzato ogni singolo aspetto, ricostruendo le esperienze vissute in prima persona dagli emigranti italiani. Abbiamo tracciato una sorta di percorso immersivo con l’obiettivo di coinvolgere il visitatore dall’inizio alla fine e permettergli di immedesimarsi nelle esperienze vissute dagli italiani a cavallo del XIX e XX secolo e di apprendere contemporaneamente la storia e l’evoluzione del caffè”.
Il progetto è stato realizzato dai curatori Massimo Battaglia e Mauro Belloni, insieme a un team di ricerca interno, con il prezioso supporto e consulenza scientifica di Cisei, il Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana, Leonardo Scavino del Laboratorio di Storia Marittima e Navale dell’Università di Genova (NavLab) e del Museu da Imigração San Paolo Brasile. All’inaugurazione è intervenuta anche Anna Ravoni, sindaco di Fiesole, in quanto la mostra si inserisce all’interno del progetto Museo Diffuso di Fiesole.
Il Brasile è il protagonista del primo capitolo che sarà visitabile per l’intero 2024. È affascinante scoprire il grande flusso migratorio a cavallo tra Ottocento e Novecento che ha portato oltre 1 milione di italiani – in gran parte provenienti dal Nord Est italiano – in fuga a causa di una serie di fattori (tra cui la povertà, il sovraffollamento, la mancanza di opportunità economiche e le guerre) ad approdare nei porti brasiliani, intraprendendo una migrazione strettamente legata al mondo del caffè e alla coltivazione delle piantagioni.
Tra gli italiani partiti ci sono quelli che hanno avuto nostalgia di un’Italia “congelata” nelle loro menti e quelli che l’Italia l’hanno dimenticata iniziando a coltivare il caffè. E da semplici lavoratori della terra, i nostri italiani si sono rivelati significativi nello sviluppo del Brasile come Paese produttore di caffè, oggi il maggior produttore a livello mondiale. L’apertura di nuove terre e l’implementazione di nuove tecniche di coltivazione hanno reso possibile la creazione di immense piantagioni di caffè, che il Brasile negli anni ha dato in concessione ad alcuni italiani che hanno iniziato i loro percorsi imprenditoriali in questo ambito. Tanti sono rimasti, alcuni sono tornati come i Cagliari, storica torrefazione modenese che ha contribuito alla creazione della mostra ripercorrendo il percorso famigliare e l’emigrazione in Brasile, proprio per coltivare il caffè.
“Abbiamo concentrato 50 anni di Storia in 50 m2 di spazio” spiega Stefano Zagni, responsabile del progetto allestitivo che ha lavorato con una chiave di lettura ben diversa dai canoni, con l’obiettivo di sfondare le barriere spaziali con un approccio innovativo su tre livelli di comprensione. La struttura della mostra punta a generare un legame emotivo con le vite di donne, uomini e bambini che affrontarono la sfida del “grande viaggio”. L’obiettivo è mettere in risalto le loro storie personali attraverso le loro voci, ascoltando le loro parole e i resoconti dettagliati dei loro vissuti, creando così un racconto coinvolgente che suscita empatia nei visitatori. La mostra ripercorre i metodi e le peculiarità della coltivazione del caffè nelle vaste terre del Brasile, un paese particolarmente vocato che è emerso dal nulla diventando il principale produttore mondiale di caffè.
Coffee Migrant Migrant Coffee – Chapter 1 rappresenta solo la prima tappa di un percorso espositivo più ampio che capitolo dopo capitolo esplorerà altri flussi migratori legati al mondo del caffè. Si viaggerà verso gli Stati Uniti, l’Australia e il Canada tra gli anni ’20 e ’60 del secolo scorso fino a giungere alle migrazioni contemporanee. Preparatevi per un viaggio emozionante attraverso le storie di chi ha trasformato il caffè in un ponte tra mondi e culture. Un viaggio che vorrete percorre dall’inizio alla fine e che vi porterà a sorseggiare il caffè con un sentimento diverso.