Testo di Gualtiero Spotti
Foto cortesia di Congresso Dos Cozinheiros
Ha come sigla CNC ed è il Congresso Dos Cozinheiros, ovvero l’ormai storico congresso dei cuochi che si tiene puntualmente ogni anno a Lisbona. Il 29 e il 30 settembre di quest’anno è andato in scena per la seconda stagione consecutiva nell’ambiente giovane e hip dell’Lx Factory, il vivace contenitore di ristoranti, negozi, idee, musica e libri che attira, in una ex area industriale quasi sotto il Ponte 25 de Abril, l’attenzione quotidiana di una nutrita schiera di appartenenti alla società più alternativa e curiosa, ovvero quella capace di rappresentare l’anima più esplosiva della nuova movida lusitana.
Non c’è da stupirsi, quindi, che Paulo Amado, che con il suo magazine Inter organizza l’evento, abbia scelto questo luogo come sede, dopo anni di manifestazioni più classiche e dal piglio maggiormente istituzionale in aree espositive certo meno affascinanti. Oggi invece il Congresso muove deciso verso altri orizzonti, con l’idea di poter offrire nuovi stimoli, opportunità diverse e, per iniziare, qualche promettente segnale di apertura verso esponenti internazionali della cucina, che si presentano sul palco e si raccontano confrontandosi con i colleghi portoghesi. In questa edizione, ad esempio, si sono visti i Twins di Mosca, ovvero Ivan e Sergey Berezutskiy che, il 28, sono stati anche protagonisti di una bella cena a 6 mani al ristorante Feitoria da João Rodrigues, e poi Manu Buffara e Joao Ferraz dal Brasile, Siegfried Danler dalla Germania e Juanjo Lopez dalla Spagna, tra gli altri. Perfino Nelson Amorim che con il suo ristorante Il Fumo si trova nella lontana Bangkok e Nuno Mendes in procinto di aprire un ristorante nel Barrio Hotel di Lisbona. Entrambi sono transitati al congresso, ma in questi due caso si tratta di cuochi portoghesi d’esportazione.
Aldilà poi di qualche migliorabile aspetto organizzativo (vedi la traduzione dal portoghese all’inglese, ad esempio, per i presenti), l’evento ha le potenzialità per diventare un appuntamento di assoluto rilievo nel panorama non solo nazionale. Un po’ per l’esplosione recente della capitale Lisbona quale destinazione turistica, anche legata al food, di primissimo piano in Europa, e poi per la crescita esponenziale dei cuochi di casa, da José Avillez al recente bistellato Henrique Sá Pessoa, dal già citato Joao Rodrigues a Alexandre Silva, senza dimenticare nomi di cuochi forse meno attuali e conosciuti, ma che hanno dato un contributo essenziale alla crescita di una scena oggi davvero vivace, come nel caso dei veterani Miguel Castro Silva e Vitor Sobral. E non è un caso se persino Eneko Atxa e Martin Berasategui hanno già iniziato a mettere un piede in città con ristoranti a loro firma; in fin dei conti i Paesi Baschi non sono così lontani e già nel recente passato la Spagna aveva mostrato interesse per il PortogaIlo, con l’arrivo di Sergi Arola al golf resort di Penha Longa.
I temi trattati in questa edizione sono stati piuttosto vari, ma hanno riguardato in gran parte argomenti molto cari alla cucina moderna, come il rapporto con la natura, la sostenibilità, e forse ancora di più il contatto diretto con i farmers, che permette all’intera filiera alimentare di autosostenersi e di non perdere per strada tipicità e prodotti di qualità. Un aspetto, quest’ultimo, che va di pari passo con la determinazione da parte dei portoghesi nel ribadire l’unicità della loro proposta e la diversità che accompagna, un po’ come accade per l’Italia, un Paese geograficamente verticale e che da nord a sud sa offrire una materia prima per certi versi ancora tutta da scoprire. E fuori dalle due sale del congresso, per chi voleva evadere durante il giorno dal rigore di alcuni speech, l’area dell’Lx Factory ha saputo offrire momenti di svago e di divertimento.