Testo di Sara Porro
Foto cortesia di Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel
Nel 2016, in quello che allora si chiamava NH Collection Grand Hotel Convento di Amalfi, aprì un ristorante di “cucina fusion mediterraneo-nipponica”: in cucina uno chef spagnolo, che nelle interviste precisava di “non essere mai stato in Giappone”.
La clientela della struttura – turisti statunitensi in netta maggioranza – accolse la proposta gastronomica con una certa freddezza e nei due anni successivi il ristorante si sarebbe rivelato un costoso flop. Il nuovo Direttore dell’albergo Giacomo Sarnataro arrivò ad Amalfi nel febbraio del 2018, settimane prima della riapertura stagionale. Ad albergo ancora chiuso, Sarnataro consumava i suoi pasti nei ristoranti dei dintorni: quando i gestori dei locali scoprivano chi fosse, gli domandavano se il ristorante giapponese avrebbe riaperto anche quell’anno. Ci speravano: così, la clientela dell’albergo si sarebbe ancora una volta riversata nei loro locali per gustare – finalmente – scialatielli all’amalfitana e spaghetti alla Nerano.
Questo segnò la fine dell’esperimento: oggi l’albergo – che dal 2023 si chiama Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel, un rebranding interno al gruppo Minor – ospita il ristorante gourmet Dei Cappuccini, dove l’executive chef Claudio Lanuto propone una versione elevata ma piuttosto filologica della cucina locale, incentrata sui meravigliosi ingredienti della Costiera e sulle erbe aromatiche dell’orto del convento. La cucina ha ispirazione “monastica”, in ossequio al genius loci: l’edificio che ospita l’hotel fu un Convento di frati Cappuccini fondato nel XIII secolo, arroccato su una scogliera a 80 metri sul mare, con vista su Amalfi. All’atto pratico, l’aggettivo monastico significa che la cucina è fatta di ingredienti locali e stagionali, con una predilezione per le verdure; i Cappuccini nacquero come francescani dissidenti, che trovavano che l’ordine avesse perso di vista il messaggio originario di povertà: ma allora questo non era incompatibile con il vivere in Costiera Amalfitana.
Delle 52 camere e suite della struttura, molte erano alloggi dei monaci: una delle più belle, la Suite Del Priore, prende il nome dalla sua posizione nel priorato del convento, ha affreschi sopra il letto e vista sul chiostro. Al ristorante Dei Cappuccini dalla fine di giugno si è affiancata La Locanda della Canonica di Gino Sorbillo: qui il celebre pizzaiolo napoletano propone un menu dedicato ai sapori tipici di Amalfi e delle zone circostanti. Otto pizze d’autore, che mettono in risalto i prodotti freschi del territorio, tra cui le alici di Cetara, la mozzarella e la ricotta di Agerola, il Provolone del Monaco.
L’ultimo decennio ha segnato lo strapotere del ristorante gourmet all’interno degli hotel di lusso: certo meglio di quando la regola era una versione annacquata e tradotta in cinque lingue della cucina locale, una triste proposta gastronomica da commessi viaggiatori; ma il modello non è esente da problemi.
L’eventuale stella Michelin porta prestigio (nessuna catena quanto Mandarin Oriental ha saputo capitalizzare su questo) ma altrettanto facilmente il ristorante gourmet può diventare un pozzo nel quale gettare denaro. Altre soluzioni – come un bistrot di qualità – sono spesso più profittevoli: una considerazione che Portrait Milano, hotel 5 stelle di Lungarno Collection aperto nel dicembre scorso, ha fatto in corso d’opera decidendo di non aprire il ristorante gourmet previsto, un cambio di strategia che ha portato lo chef Alberto Quadrio a lasciare il suo incarico pochi giorni fa.
Non esiste una risposta giusta alla domanda: qual è il ristorante giusto per un albergo di lusso? Ma con una visione dall’alto – quantomeno quella che si gode dal Convento di Amalfi Grand Hotel – la sensazione è che un’ottima pizzeria sia una proposta assai convincente.
Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel
Via Annunziatella, 46
84011 Amalfi (SA)
Tel: +39 089 8736711
www.anantara.com/it/convento-di-amalfi