Il viaggio “zaino in spalla” nelle realtà enogastronomiche di tutto il mondo
Testo di Andrea Morelli
Foto cortesia di Slow Food Italia
Questo evento non è una fiera! Allora cos’è? Tre su cinque giornate di sole splendente hanno scaldato i ciottoli del Parco Dora di Torino, uno spazio all’aperto scelto nuovamente da Slow Food per festeggiare la ventesima edizione del Salone del Gusto Terra Madre 2024. L’evento, tenutosi nel capoluogo piemontese dal 26 al 30 settembre, non è una fiera gastronomica o un posto dove poter assaggiare gratis prodotti da tutto il mondo, né tantomeno il luogo giusto dove poter chiacchierare con un casaro e un calice di rosso alla mano. O forse sì? Verrebbe da definirlo più che altro un viaggio “zaino in spalla” (o forse tote bag) attraverso le culture e le comunità di tutto il mondo. Qui il cibo diventa il linguaggio universale che unisce le persone e il tavolo è un mercato ricco di colori, profumi e volti sorridenti, insomma un’immersione nella biodiversità attraverso stuzzichini home made.
Attraversando gli oltre 500 stand e food truck presenti la varietà dei prodotti esposti è sorprendente. Infatti, si può trovare qualsiasi cosa come l’olio extra vergine del Garda, i formaggi a latte crudo della Puglia, le fragranti pagnotte del Vesuvio e molto altro, sono tutti prodotti frutto di metodi di produzione consapevoli che preservano il legame con il territorio. In questo spazio il cibo è salute, cultura e rispetto per l’ambiente, è un’escursione a base di origini e insegnamenti su come valorizzare ciò che la terra offre assaporando ogni morso come un pezzo di storia.
Mulino Marino: lo stand più anziano dell’edizione
Tra le storie che si intrecciano in questo mondo di sapori c’è quella di Mulino Marino, uno tra gli stand più anziani che popolano il Salone del Gusto Terra Madre. Si tratta di un’azienda situata a Cossano Belbo, tra i celebri vitigni delle Langhe, una realtà che dal 1956 produce farine macinate a pietra e a cilindri. Nel 2000 la produzione è diventata totalmente bio e la famiglia Marino ha vissuto un calo delle vendite improvviso.
“Quegli anni non sono stati dei migliori – racconta Fulvio Marino – ma Terra Madre e Slow Food ci hanno messo in contatto con produttori di tutto il mondo, facendoci capire che non eravamo soli e che c’era una soluzione. Bisognava solo parlarne”. Il movimento Slow Food, nato a Bra nel 1986, ha come ideale la tutela e il diritto al piacere legato al cibo nel rispetto della natura e delle persone. Fin dalla nascita, è un collante che unisce realtà vicine e lontane accumunate dagli stessi obiettivi, come è successo nel caso di Mulino Marino.
Dal 2004, Mulino Marino ha intrapreso un percorso che concilia molti degli ideali del movimento e ora è uno dei volti storici del Salone del Gusto, accompagnando ogni edizione con la sua presenza. “A oggi vogliamo partecipare per vedere i vecchi amici, quelli che vivono dall’altra parte del mondo. Questa è un’occasione per incontrarsi per noi; non solo con altri produttori dalla quale potersi rifornire, ma anche per parlare con persone curiose e raccontare la storia delle nostre farine”. La passione di Fulvio e della sua famiglia è palpabile mentre descrive la metamorfosi del mulino, un’impresa che non si è solo adeguata ai cambiamenti del mercato, ma ha scelto di abbracciare una nuova filosofia di vita e di lavoro. Insieme a lui, in questo grande mercato solidale, si possono trovare persone da tutto il mondo con a cuore un tipo di produzione e allevamento nel rispetto della flora, della fauna e nel loro caso del lavoro agricolo.
L’affermazione d’amore per il cibo come richiesta disperata per il futuro
L’essenza dell’evento va ben oltre le conferenze e i workshop perché si concretizza nel meraviglioso caos del mercato dove le comunità si incontrano, le idee si scambiano, e le storie si intrecciano. Ci sono produttori che hanno attraversato oceani, artigiani che offrono autentiche prelibatezze, visitatori che sgranocchiano delizie mentre passeggiano, tutti con una curiosità insaziabile. Qui l’armonia accompagna per tutto il percorso e celebra la diversità, il profumo di spezie esotiche si mescola con quello del pane appena sfornato e nasce così una nuova storia d’amore fatta di assaggi e condivisione. Per i produttori non si tratta solo di guadagno; loro vogliono raccontare una storia, quella della loro terra e, in questo luogo magico, possono.
Ogni anno, il Salone del Gusto e Terra Madre, esplorano un tema critico per il settore agroalimentare. La dichiarazione d’amore verso il cibo di questa manifestazione è anche un grido d’aiuto per il futuro. Tra la globalizzazione e il cambiamento climatico si rischia di incappare nella perdita delle più antiche tradizioni culinarie che accompagnano da secoli alcuni prodotti o, di svantaggiare i piccoli produttori andando così a far mancare l’artigianato nel mercato agroalimentare. Qui, quest’anno, si è invitato a riflettere sul rapporto tra uomo e natura.
Il Salone del Gusto Terra Madre, tra dichiarazioni d’amore ed esplorazioni di temi critici di settore, ha compiuto in questi vent’anni un viaggio straordinario. È un richiamo alla bellezza della biodiversità e un invito a scoprire e celebrare la ricchezza delle tradizioni alimentari di tutto il mondo. Si può ascoltare, mangiare, parlare, bere e stare in compagnia, si possono portare a casa sacchi di farina come souvenir e non bisogna dimenticarsi di segnare in agenda il prossimo appuntamento tra due anni, per rivedere gli amici al di là del mare.
Terra Madre Salone del Gusto 2024
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