Cook_inc. 17
Bottura e l’inno all’inaspettato
- Testo di Eleonora Cozzella
- Foto di Sofie Delauw
“La cattura della selvaggina con l’aiuto dei cani è d’istituzione divina”. L’opinione di Senofonte che tra il V e il IV secolo a.C. comincia così il suo Cinegetico, appassionato manuale di cinofilia venatoria, sarà ripresa anche da Leopardi nello Zibaldone, dove definisce la caccia “occupazione naturalissima e primitiva, degna veramente dell’uomo, e conducente alla felicità naturale”.
Se porti davvero la felicità non possiamo dirlo, ma alcuni filosofi si spingono a ravvisare nella caccia la ricerca del sé: “il senso e il significato della caccia li capiamo solamente se comprendiamo la natura dell’animale e quella dell’uomo. Capire il senso della caccia presuppone che si capisca l’essere umano”.
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