Cook_inc. 14
M.P.W. THE DEVIL IN ME!
- Testo di Andrea Petrini
- Illustrazioni di Elena di Natale
Bowie è morto il 10 gennaio scorso. Un’icona riscopriva la mortalità. Eppure Bowie era già – artisticamente – morto da tempo. Da quando mise fine al suo esilio berlinese con tre pietre miliari una dietro l’altra (Low, Heroes, Lodger). Poi silenzio radio esistenziale rotto da una farandola di dischi imbarazzanti. Nel 1996 Outside portò nuova linfa nelle vene dall’artista camaleonte. Indulgenza confutata però da tutto quello che seguì. L’ultima immagine, la più lucida fu quella lasciata ai posteri da Tod Haynes nel suo film Velvet Goldmine (1998) immortaleggiante un Bowie reaganiano e perossidato, bestia di scena per stadi oceanici. David è morto, ma fu Bowie a scomparire. Dal 10 gennaio solo il cognome produce senso…
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