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Cook_inc. 16 – Novembre 2016

20,00

L’economia del cibo

Enrico Crippa – Ristorante Piazza Duomo ad Alba (CN)

Joshua Skenes – Saison a San Francisco, California

Anthony Genovese a Roma

Christophe Hardiquest – Bon Bon a Bruxelles – Belgio

Giancarlo Perbellini – Casa Perbellini a Verona

Gianantonio Locatelli – Museo della Merda a Frazione a Loc. Castelbosco – Gragnano Trebbiense (PC)

Pedro Gonçalves Cervejaria Ramiro – Cervejaria Ramiro a Lisbona – Portogallo

Angelo Sabatelli – Ristorante Angelo Sabatelli ad Acquaviva delle Fonti (BA)

Matteo Monti – Rebelot a Milano

Enaitz Landaburu – Capitán sin cocina!

Ivan Ralston – Tuju a São Paulo – Brasile

Christian Pulido – Kiru a Londra

Beppe Ferrua – Fabbrica di San Martino a Lucca (LU)

Cook_inc. 16 – L’economia del cibo 

Un semplice concetto, quello di economia, o meglio, di economia del cibo è il fil rouge di Cook_inc. 16. Parafrasando il celebre tormentone di Bill Clinton contro George Bush padre (It’s the economy, stupid!) si potrebbe sostenere che non c’è impresa che possa sottrarsi a questo imperativo. Ogni questione ideale è destinata a piegarsi alle ragioni dell’economia. 
A provarlo anche le storie di grandi chef italiani. Alessandra Piubello ci racconta Giancarlo Perbellini, “chef patron imprenditore” che nel suo ristorante Casa Perbellini a Verona ha voluto ricreare un ambiente casalingo e familiare, ma lontano dai soliti cliché.

Eleonora Cozzella è stata da Enrico Crippa, nel suo ristorante Piazza Duomo ad Alba, ma anche nel suo orto dove le verdure, e le oltre 70 varietà di erbe aromatiche sono biologiche dal 2007, ancora prima che il bio facesse tendenza.

Lorenza Fumelli invece da Roma scrive di Anthony Genovese, attraverso la duplice natura di luce e ombra della cucina del Pagliaccio, con delle variazioni sul tema dei piatti di Yugo. Tutti chef che oltre a essere maestri ai fornelli sono diventati abili imprenditori. La creatività non può più solo limitarsi alla cucina ma deve necessariamente riguardare anche l’organizzazione del ristorante.

E ancora vi 
accompagneremo  in posti alternativi, nei luoghi dove si continua 
 a condividere  il cibo con la stessa autenticità del passato. A Lisbona le parole di Miguel Pires e le immagini di Paulo Barata raccontano la Cervajaria Ramiro, che serve crostacei e frutti di mare di altissima qualità a diverse centinaia di persone ogni giorno. Qualità e capacità imprenditoriale hanno trasformato il locale da semplice casa de pasto al locale che è ora. Dai Paesi Baschi Gabriele Stabile descrive un personaggio unico, il capitán sin cocina Enaitz Landaburu, un giovane talento pieno di progetti. Andremo anche a Bruxelles per incontrare Christophe Hardiquest nel suo Bon Bon, dove si servono piatti che sono espressione ed evoluzione della gastronomia belga; e a San Francisco per scoprire il mondo di Joshua Skenes, mentre va a caccia di bufali e saltuariamente anche di serpenti.

Ancora, con
 Gualtiero Spotti saremo nella Londra da bere e da mangiare, ma che presto potrebbe, temiamo, dover fare i conti con la Brexit. Qui c’è Kiru, un locale che ha trovato il suo format di successo abbinando cocktail alla cucina giapponese.

Passeremo quindi a ragionare, attraverso un servizio sicuramente spiazzante, sulla capacità di riutilizzare le scorie animali: Il Museo della Merda. All’insegna del motto “Perché buttarla se puoi riusarla”. E giù, 
senza fermarsi, in viaggio con Alessandro Bocchetti verso la Puglia, nel 
nostro bel sud pieno di luce e contraddizioni alla scoperta di un territorio nel quale spesso non ci si addentra, ma noi ci siamo andati per raccontarvi la nuova cucina meridionale di Angelo Sabatelli nel suo ristorante di Monopoli.

Di nuovo su fino a Milano, da Matteo Monti che ci porta in famiglia, nella cucina di papà Artemio e mamma Franca  alle radici della sua passione per i fornelli. E dalle incognite della Brexit a quelle dei Paesi Bric, il Brasile in questo caso, attraversato da contraddizioni esplosive, ma con una grande vitalità che si esprime anche in formule di ristorazione sempre più innovative come ci racconta Tommaso Protti da San Paolo. Qui lo chef Ivan Ralston del ristorante Tuju descrive la realtà di un paese ricco di potenziale gastronomico, con materie prime uniche, ma che ancora fatica a credere in se stesso.

Abbiamo girato il mondo, ma la logica conclusione di Cook_inc. 16 vede Lucca, il suo quartier generale, come luogo per raccontare una pratica agricola economica e illuminante, un’idea che funziona e un insieme
 di buone prassi: alla Fabbrica di San Martino di Beppe Ferrua tra le vigne 
biodinamiche, con le parole di Fabio Pracchia.

Informazioni aggiuntive

Peso 1 kg