Il piacere dell’attesa, di quel momento in cui il desiderio non viene soddisfatto e quindi cresce nutrendosi di immaginazione. Penso a quando in estate mangio le ciliegie e a quanti ricordi si accendono nella mia mente legati a esperienze in cui quel frutto era presente con il suo sapore, colore, unicità. Gli alimenti, se consumati stagionalmente, sono ambasciatori di emozioni, certezze e promesse annuali, di bellezza e gioia. Avere tutto, sempre, ci priva di questa meraviglia. Non conoscere il ritmo della natura ci rende sordi all’ascolto più sottile di noi. Divenire solidi e responsabili, svegli e attenti è una sfida davvero difficile per l’essere umano.
Era il 1862 quando Victor Hugo scrisse Les Misérables un capolavoro della letteratura francese in cui vengono narrate le peripezie di personaggi ai margini della società parigina dell’Ottocento, tra cui giovani coraggiosi, protagonisti di una rivoluzione partita dal desiderio di cambiare la dura realtà dell’epoca. Nei secoli si sono susseguite centinaia di storie analoghe in cui le giovani generazioni hanno sovvertito ordini prestabiliti, aprendo nuove strade, spinte da un profondo senso di giustizia e dall’intento di portare dignità e benessere nel mondo.
È stato immediato il pensiero a Hugo e ai personaggi del suo romanzo quando a Parigi ho conosciuto Florent Piard e il suo progetto Les Résistants volto a una rivoluzione nel modo di produrre e consumare i doni della terra, rispettandone quelle stagionalità così preziose per il nostro equilibrio individuale, ambientale e sociale. I suoi occhi brillavano di ammirazione quando mi ha spiegato chi sono i veri protagonisti, coloro che lottano controcorrente per lasciare alla natura l’assoluta libertà di esprimere il proprio pieno potenziale e generare così prodotti autentici, eccezionali. È una battaglia lenta e gentile, a piccoli passi e a grandi sorrisi, quella combattuta dai “resistenti”, uomini e donne, produttori/trici, eroi/ne della nostra epoca, pilastri di un sistema tanto complesso quanto delicato, proprio come in natura, un’entità viva in continua evoluzione.
In viaggio per la campagna francese
Non c’è crescita più rigogliosa di quella possibile all’interno di un sistema ricco di biodiversità che nel progetto di Les Résistants è la formula vincente per tutto. Ne è un esempio lampante Florent: scuola di economia a Lilla, nel Nord della Francia e carriera nella finanza a Londra. Nel profondo però si stava risvegliando silenziosa l’esperienza vissuta durante l’infanzia con i genitori e i nonni nella splendida Normandia, dove prioritario non era il guadagno ma aiutare gli altri, essere al loro servizio. “Mio nonno odiava il supermercato – racconta – nella sua azienda costruivano spille dipinte a mano molto diffuse durante la Seconda guerra mondiale. Riconosceva il valore dell’artigianato e la qualità dei prodotti. Sono cresciuto quindi pensando che bisognasse sostenere le piccole botteghe facendo la spesa da loro. Quando ho iniziato il lavoro nella finanza la mia mente si è assettata su un pensiero opposto basato sulla competizione e sul profitto. Poi qualcosa è cambiato. È difficile descrivere cosa sia avvenuto dentro di me ma ho sentito il desiderio di creare qualcosa da solo e, in modo spontaneo, sono affiorati i luoghi della mia infanzia”.
Fai login o abbonati