Testo e foto di Eugenio Signoroni
Prima premessa: tra le indicazioni e i suggerimenti gastronomici che personalmente preferisco e trovo più utili ci sono quelli che riguardano indirizzi ubicati non lontano da stazioni, uscite autostradali e aeroporti. Si tratta, infatti, di luoghi che rispondono a quella che in fondo continua a essere (o dovrebbe continuare a essere) la funzione principale dei ristoranti: offrire un servizio a chi si trova impossibilitato a mangiare a casa. Seconda premessa: Luca Giaccone, anche se forse a lui questa cosa non piace troppo che venga resa pubblica (perdonami Giacu!), oltre a essere uno dei più capaci e attenti osservatori della scena birraria nazionale e internazionale è anche un’ottima risorsa quando si parla di mangiare fuori.
Ok, fatte queste due necessarie premesse, passiamo ai fatti. Qualche mese fa, grazie all’invito di Quality Beer Accademy, Luca e io abbiamo organizzato un viaggio di due giorni in terra belga, con destinazione Gent e Pajottenland, con l’obiettivo di conoscere nuovi birrifici e scoprire alcune importanti novità di nostre vecchie conoscenze. Luca, che anche nei tanti lavori che facciamo insieme, è quello ordinato e preciso, compra i biglietti con grande anticipo e me li condivide così che anch’io li possa acquistare. Cosa che faccio con grande prontezza, forse troppa… infatti, la scorsa settimana, organizzandoci per il viaggio gli dico “dobbiamo fare una levataccia per arrivare a Linate in tempo!”, “macché” mi fa Luca “il volo decolla alle 13!”. Ecco, non il mio. Io avevo preso quello delle 7 che mi permetteva di essere all’aeroporto di Zaventem alle 8:38 am e di avere un’inaspettata mattinata di lavoro in un non luogo perfetto per evitare distrazioni. Dopo qualche meritata presa in giro, Luca però mi fa “beh visto che sei lì potresti andare a pranzo in un buonissimo ristorante di ramen che si trova giusto a poche fermate di bus dall’aeroporto. Si chiama Nanaban by Takumi, non ci torno da un po’ ma i miei ricordi sono decisamente validi…”.
E così all’ora di pranzo, prendo il bus R59, attendo 8 fermate, e mi trovo alla stazione del paesino di Zaventem. Lungo la strada, uno dopo l’altro, si susseguono ristoranti italiani, coreani, kebab… e poi finalmente la mia meta. Da fuori si tratta di un ristorante come tanti altri (a parte una vetrina piena di adesivi che ne segnalano la presenza in rinomate guide francesi). Dentro la struttura è quella tipica dei locali europei di impostazione asiatica: tavoli per lo più alti, qualche riferimento alla cultura nipponica alle pareti e poi al fondo un’indaffaratissima cucina a vista con davanzale e bancone annesso.
Il Nanaban è uno dei tanti ristoranti della catena Takumi, fondata nel 2007 da due soci giapponesi, Mr. Saeki e Mr. Okada, e che oggi conta decine di locali sparsi tra Germania – il primo Takumi aprì a Dusseldorf – Belgio, Repubblica Ceca, Spagna, Paesi Bassi, Austria e Italia (tre insegne si trovano a Milano). La proposta è quasi completamente incentrata sul ramen nella versione tonkotsu, preparata cioè con un ricco brodo di ossa di maiale che rende la zuppa particolarmente intensa e cremosa. Oltre a questo dettaglio l’altra caratteristica di Takumi è rappresentata dall’utilizzo di ramen prodotti a Sapporo, sull’Isola di Hokkaido, una delle più settentrionali del Paese, impiegando grani locali.
Oltre ai ramen si trova una piccola selezione di altri piatti: karaage (pollo fritto), pollo teriyaki, takoyaki (polpette ripiene di polpo tipiche di Osaka) e gyoza (ravioli ripieni di carne o verdure). Io sono partito proprio da questi, dalla pasta sottile e dal ripieno morbido e ben umido. Poi la mia scelta è andata sullo spicy ebifuray miso ramen, quindi con gamberi fritti, pack choi e l’immancabile shoyu tamago, l’uovo bollito alla salsa di soia. Ad arrivare al tavolo è stata una zuppa profumata e corroborante, di straordinario equilibrio tra la dolcezza del brodo e la componente piccante del peperoncino. I noodles, a differenza di altre esperienze, erano di bella consistenza. L’uovo con il tuorlo morbido e le verdure croccantissime e fresche. Un piatto perfetto per una fretta mattina belga.
Non ho provato il dolce e ho bevuto solo acqua (la due giorni successiva sarebbe stata sufficientemente intensa da quel punto di vista), ma se bisogna evidenziare un elemento debole è proprio la selezione delle bevande, limitata a poche etichette industriali e a qualche vino di dubbio valore. Finito il pranzo e pagato il conto (26 euro) sono così tornato, felice e grato, verso l’aeroporto per accogliere il resto del gruppo, con la consapevolezza che se si hanno gli amici giusti la sbadataggine diventa l’occasione per scoprire cose nuove.
P.s. A conferma della qualità e dell’autenticità dell’indirizzo, il Nanaban, come evidenziavano due adesivi che si distinguevano tra gli altri esposti in vetrina, è segnalato dalla Nintei Nihon Restaurant, una guida che segnala ristoranti autentici giapponesi in giro per il mondo.
Takumi Nanaban Ramen Kitchen
Heldenplein, 7
1930 Zaventem – Belgio
Tel: +32 2 486 63 83
www.takumiramennoodles.com/be/brussels-zaventem