Testo di Letizia Gobio Casali
Foto cortesia di Mezè
Non il solito brunch e non il solito ristorante libanese. Mezè, locale diretto dallo chef libanese Maradona Youssef (anche partner nella proprietà di Costanza Zanolini, co-founder del gruppo Seguilabocca), si è inventato a Milano una cosa che finora non c’era: la colazione libanese autentica. “I nostri format gastronomici nascono con l’obiettivo di portare il pubblico alla scoperta di esperienze gastronomiche autentiche dal mondo e farlo viaggiare a tavola attraverso i nostri piatti” dichiara Zanolini.
Il viaggio gastronomico si ripete ogni sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 con un menu bipartito e colmo di piccole delizie, che non rientrano nel consueto repertorio della cucina di questa parte del Medio Oriente. La prassi dell’offerta del weekend prevede una sezione “fissa”, che non può prescindere dall’immancabile saj, il pane tipico, simile alla pita, una ciotola di frutta fresca e una di frutta secca. In più ci sono pinzimonio, halloumi (un formaggio tipico a base di latte di capra e pecora accompagnato da composta di pomodoro, che oggi è conteso come prodotto tipico tra Cipro, Libano e Paesi limitrofi), e ancora hummus, burro, 3 diversi tipi di marmellata (frutti di bosco, fichi e sesamo) e il binomio evergreen di albicocca e cumino. Non è finita: inclusi ci sono anche una limonata aromatizzata con fiori d’arancio (che dà dipendenza al primo sorso) e il Katayaf, una sorta di pancake ripieno di una poesia biancheggiante senza uova e burro che, pure se teoricamente healthy (a meno che sia carnevale, quando questo dolce ripieno viene pure fritto), induce a riordinare lo stesso piatto ancora e ancora, finché lo stomaco regge. Il “magheggio”, come spiega lo chef, è che la crema di formaggio mischiata con la ricotta e sciroppo di fiori di arancio che finge da ripieno, in realtà accoglie anche una parte di semolone (una semola di diametro maggiore del semolino), che non si vede ma che viene riconosciuta dal commensale come un amido. “Il che istantaneamente trasmette piacere”. Difficile non convenirne.
Notevoli anche i due tipi di focaccine, di cui uno con origano, sommacco e levischio (detto anche levistico). A completare il tutto ci sono una bevanda calda, scelta tra caffè o the ai fiori di cannella, più un piatto a scelta. In lista le uova compaiono in 3 versioni: Eejè el baadounis, cioè frittata al prezzemolo, Baid w Aarich, ovvero uovo strapazzato con ricotta di yoghurt e burro chiarificato e Baid bi aawarma, una pietanza in cui l’uovo, in genere arricchito di carne di agnello, qui viene “condito” con agnello, manzo e lardo, a smorzare l’intensità della carne ovina. Tra gli ordini possibili in alternativa ci sono anche il Labné e pinzimonio, ovvero un formaggio di yogurt spalmabile con salmone e pinzimonio, e l’hummus di barbabietola, in cui la crema rosacea fatta di ricotta di yoghurt è punteggiata di noci e screziata dalle righe brune della melassa di melograno.
Tutto è homemade, perfino l’irresistibile ripieno dei pancake. Ma la cosa più sorprendente è il prezzo: 19 euro in tutto. Lo chef ha dichiarato di aver concepito questa proposta per rendere accessibile una sosta gastronomica di qualità anche a chi patisce i prezzi standard di Milano, decisamente sopra la media. Guardando al rapporto tra prezzo e livello del cibo, è evidente come Mezè non sia il solito brunch. Tantomeno il solito libanese.
Bistro Mezè
Via Sottocorno 19/a
20129 Milano (MI)
Tel: +39 02 5280 9202
www.meze-milano.it