Testo di Greta Contardo
Foto cortesia di Forno Brisa
Rivoluzione in corso: i Breaders – dopo aver raccolto 3,5 milioni di euro sulla piattaforma Mamacrowd in soli due mesi con un equity crowdfunding da record – estendono la campagna e puntano a raggiungere quota 4 milioni. Ma attenzione: mancano solo 12 giorni per prendere parte all’impresa collettiva.
“Questo è un progetto che nasce collettivo e sarà sempre collettivo” spiega senza mezzi termini Pasquale Polito, presidente di Breaders Srl (e fondatore del noto Forno Brisa, il brand bolognese che dal 2015 si impegna per cambiare il mondo una pagnotta alla volta). “L’unione fa la forza” è sempre stato il mantra non detto del loro percorso, che oggi più che mai la cooperazione crea un’energia esplosiva, rivoluzionaria e a impatto positivo, che si impegna a cambiare i paradigmi del settore e a generare innovazione.
Cos’è Breaders Srl in sintesi: è una società benefit che “combina il business model dei tradizionali panifici con quello delle caffetterie, evolvendo verso un modello a filiera integrata. La società ha sviluppato il brand Forno Brisa che è diventato punto di riferimento delle bakery café italiane, grazie a un progetto radicale e indipendente con una comunicazione unica e irriverente” si legge dal progetto pubblicato su Mamacrowd. Va ben sottolineato che negli anni Forno Brisa non è diventato solo un esempio per il mondo lievitati e annessi. Con un team giovane e frizzante (circa 40 persone con età media under 30) hanno ricevuto svariati premi e riconoscimenti del settore, come la Certificazione Great Place to Work nel 2021 e la Certificazione BCorp: riservata alle aziende con elevati standard di trasparenza, responsabilità e sostenibilità e l’obiettivo di rigenerare la società attraverso il proprio business, è stata la prima bakery artigianale in Italia a ottenerla. Per tutte le altre info sulla Dream Company Forno Brisa vi rimandiamo all’articolo di Cristina Ropa pubblicato su Cook_inc. 27.
Torniamo ai Breaders. Nel 2019 hanno aperto le porte della società con il primo, spiazzante, Crowdfunding (maggiori info qui) raccogliendo 1,2 milioni euro e annettendo in società circa 350 nuovi soci. Se vi chiedete come hanno fatto, le risposte sono tutte nel bestseller “Ricette rubate per artigiani, sognatori e startupper”. A partire dal modello artigiano hanno creduto nel sogno dell’impresa orizzontale, collettiva e del benessere. “Crediamo nella sostenibilità agricola, sociale, economica e nutrizionale; il pane non è solo un alimento, è il simbolo della tavola e della condivisione”. E visto che per loro il “se puoi sognarlo, puoi farlo” di Walt Disney è pane quotidiano, a dicembre 2022 sono tornati alla riscossa, più forti che mai, con il nuovo equity crowfunding dei record.
Eccoci arrivati alla rivoluzione in corso: un nuovo modello di impresa sostenibile e sostenuto, fatto di soggetti attivi, concorrenti che si completano e concorrono insieme verso obiettivi comuni mantenendo le identità e le autenticità dei singoli. Ai Breaders di Forno Brisa si aggiungono infatti alcuni fondamentali compagni di viaggio e di sogno: Panificio Davide Longoni di Milano, Pandefrà di Senigallia, Mamm di Udine. Panificio Moderno di Trento e Mercato del Pane di Pescara. Rendendo sempre più concreto il sogno di un’impresa che si ispira al mondo vegetale per ripensare e stravolgere la rigida struttura gerarchica. Attuando una sorta di biomimesi, imparando a “respirare, ascoltare, ricordare, parlare con tutto le membra del loro corpo: come le piante”.
Dall’innesto di idee del gruppo nascono gli obiettivi del crowdfunding: primo tra tutti il Mulino Collettivo in Abruzzo (regione dove Forno Brisa coltiva già il suo grano), essenziale per completare il modello di filiera integrata, avendo il controllo completo della produzione della farina (continuando a collaborare con i mugnai con cui i forni lavorano da anni). Un altro progetto centrale è quello “della digitalizzazione delle aziende artigiane appartenenti al gruppo, attraverso lo sviluppo di un software customizzato per la gestione delle bakery”; e poi la crescita sana delle singole imprese e l’apertura di nuovi negozi.
La rivoluzione sta soprattutto nella rete, nei colleghi artigiani che diventano soci, per un futuro migliore, per realizzare un sogno. Spiegano i CEO Pasquale Polito e Davide Sarti: “Vogliamo superare l’idea anacronistica dell’uomo d’affari eroe e solitario che si fa da solo. Utilizziamo una leva finanziaria fondata come sempre sulla fiducia per realizzare progetti e affrontare sfide che da soli sarebbe difficile se non impossibile affrontare. Chi decide di investire in questo progetto avrà consapevolezza di come i suoi soldi saranno investiti, sarà aggiornato sull’andamento e ne potrà andare orgoglioso. Prendere parte significa parteggiare e al contempo prendere una parte. Per noi questa quindi è un’operazione di partecipazione collettiva e di resistenza finanziaria”. E ancora: “decidere in cosa investire i propri risparmi è un’azione che può cambiare il mondo”.
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