Testo e foto di Greta Contardo
Culla del design, amica delle biciclette, Eldorado della (nuova) cucina. Qualsiasi cosa cerchiate, la troverete a Copenaghen. Tra canali suggestivi, scorci romantici, case colorate di azzurro, giallo e rosso che si alternano a edifici modernissimi, grandi finestre per far entrare la luce che lasciano intravedere curatissimi interni, giovani designer che hanno aperto i loro atelier in ogni angolo e ristorantini dappertutto, Copenaghen sembra la cosa più prossima alla città ideale. Si presenta senza eccessi, senza ostentazione, con modestia e discrezione rassicurante, riesce a lasciare un’impronta indelebile nei cuori dei visitatori con una disinvoltura elegante e educata.
È una galleria architettonica a cielo aperto; con indiscutibile gusto, creatività e rigore per le strade si sperimenta un affascinante equilibrio tra la nostalgia per la tradizione e il desiderio di abbracciare il moderno. È proprio in questa unicità, nell’avere la stessa passione per il passato e per il futuro, che si ritrova tutto il senso del titolo di Capitale Mondiale dell’Architettura conferito a Copenaghen per il periodo 2023-2025.
Oltre l’estetica e lo stile di vita spicca la hygge life quel senso di calore, comfort, accoglienza e benessere che racchiude in una sola parola – intraducibile in italiano – l’arte di godere delle piccole cose e delle connessioni con gli altri in tutta serenità. La scena culinaria teme pochi confronti, soprattutto grazie alla potente aura del Noma che ha messo Copenaghen, e tutta la cucina nordica, sulla mappa gastronomica fino a renderla destinazione imprescindibile, già venti anni fa. Questa energia ha fatto sì che, a partire da questo pionieristico progetto, se ne sviluppassero innumerevoli altri in grado di intersecare concetti nuovi e freschi con legami culturali importanti. Insomma, la città è in continua e sempre più florida evoluzione.
Insomma, c’è Copenaghen… e poi c’è tutto il resto, per un buon foodie che si rispetti. Dai ristoranti nordici di fama mondiale, alle bakery, ai ristoranti informali di ispirazione asiatica e sudamericana, alle enoteche naturali, sono tantissime le nuove idee che portano in città energie nuove, variegate e stimolanti, con identità ben riconoscibili. Ne abbiamo visitate alcune (e ce ne siamo innamorati). E vi lasciamo qui qualche consiglio d’uso con una premessa: 5 giorni a Copenaghen non bastano.
Restaurant Lola
In un angolo iconico della città vicino all’acqua, nel quartiere di Christianshavn, si trova il ristorante Lola in un piccolo mulino restaurato di 300 anni fa, il Lille Mølle. Dal 2019 è la “dimora” di Kamilla Seidler, chef danese con un passato da globetrotter che le è valso anche il titolo di Latin America’s Best Female Chef nel 2016. Sono i viaggi di Kamilla e le influenze multiculturali del suo team a scrivere i nuovi sapori di Lola, preparati a partire da prodotti danesi di piccoli produttori indipendenti. Un’esplosione di gusti e colori dall’America Latina, dall’India e dal Sud-Est asiatico in una miscela di piatti unici. Coccolati da Renata Zalles, sous chef boliviana “regina thai” del ristorante, abbiamo assaggiato l’Haleem di agnello bulgur, il Ceviche di aji amarillo, Tacos di maiale al curry verde e torneremo senza dubbio per il pranzo a base di Smørrebrød.
Contribuire all’unicità della scena gastronomica della città con questi piatti è solo una parte della missione di Kamilla che ha molto a cuore l’impatto sociale di Lola. Il suo è un progetto di inclusione lavorativa e di formazione che si rivolge a persone che vivono ai margini della società e le aiuta a partecipare a corsi di cucina per allenare non solo la tecnica culinaria, ma anche le abilità di vita, aiutandole a costruire relazioni e a integrarsi nella società. Inoltre, Lola vuole essere (ed è) un luogo informale e accessibile a tutti, senza codici di abbigliamento o di menu, in cui uno possa entrare per un piatto e un calice di vino o per passare una lunga serata con gli amici. L’importante è divertirsi e viaggiare, mangiando di gusto.
Omegn & Venner
Non è un ristorante, non è un’enoteca e non è un supermercato. Ma è il lunch spot preferito di tanti addetti al settore che per non rischiare di perderne l’essenza lo dichiarano solo su passaparola e solo sulla fiducia di chi ascolta il consiglio. All’interno del mercato di Torvehallerne si trova questo piccolo emporio urbano in cui hanno casa tanti piccoli prodotti di nicchia assolutamente danesi che non troverete da nessun’altra parte.
Omegn & Venner (non chiedeteci come pronunciarlo, in cinque giorni non ci siamo nemmeno avvicinati alla fonetica del nome) in danese significa dintorni e amici; in questa traduzione letterale risiede tutta l’essenza di questo piccolo scrigno magico. Qui si mangia ciò che vende e vende ciò che si mangia. I prodotti locali – charcuterie, formaggi, pane… – possono essere acquistati direttamente al banco o assaggiati nel microbar/spazio cucina trasformati in piatti carichi di sapore con una verve contemporanea che conquista come il Merluzzo su cassoulet di fagioli, il Paté en croute e le Seppie e kale in salsa XO.
Goldfinch
Cucina cantonese nostalgica nel cuore di Copenhagen si legge sulla bio di Instagram di questo ristorante piuttosto nuovo sulla scena della capitale danese (aperto da un annetto) in un cortile interno di Kongens Nytorv, la piazza più grande della città. Quello che uno non si può immaginare è quanto sorprendente può essere una cucina di cuore e furore cinese creata dalle mani di uno chef australiano, Will Smith (ex ex head chef di Geranium).
Goldfinch non è altro che l’incarnazione del suo sogno da tanti anni perché la cucina cinese è sempre stata la sua passione, fin da bambino che con quel cibo è cresciuto. Nonostante il suo background fine dining Smith, per Goldfinch, ha voluto un’atmosfera informale – ricreando negli interni una piccola oasi urbana – rilassata e accessibile, negli interni e nell’offerta gastronomica. Con un menu che vanta porzioni generose di cibo di facile lettura in grado di stupire con le piccole perfezioni, è facile condividere piatti e rendere questo luogo un punto focale per famiglie e riunioni tra amici per provare un maggior numero di piatti e lasciarsi catturare dall’eleganza nordica traslata in una gamma dinamica di piatti cinesi di alta qualità. Non aspettatevi un fusion, new nordic, cantonese: Smith vuole che il cibo sia autentico, confort. È piuttosto un mix di cibi che si possono trovare sulle tavole delle case cinesi, accanto a piatti più moderni, in stile Hong Kong diner, come il French toast per dessert. Siamo letteralmente impazziti con i Dan dan noodles con maiale avvolti da una cremosissima salsa al sesamo da standing ovation.
Bæst
The best pizza in Copenhagen? Bæst! Almeno così è ufficializzato dalla classifica 50 Top Pizza che posiziona questa pizzeria al secondo posto della classifica europea. Certo è che Bæst è il regno del grande prodotto italiano di Christian Puglisi. Nel super trendy quartiere di Norrebrø, questo locale difficile da definire noto ai più per la parte pizzeria fa un po’ le veci di trattoria, cocktail bar, vinoteca con un modello ristorativo ibrido tutto suo. È anche molto più di tutto ciò, a Bæst si producono – proprio in loco – la charcuterie e i formaggi che si ritrovano nelle pizze e in tutti i piatti. La missione, sia che si tratti di pizza che di piatti, è di fare tutto il possibile per far risplendere gli ingredienti (artigianali e a impatto positivo), unendo la tradizione italiana all’innovazione danese. Bæst è certificata per il 60-90% come biologica, il che significa che la maggior parte delle materie prime con cui lavora sono prodotte biologicamente.
Pompette
Metà enoteca, metà wine bar con piccole tapas da condividere: Pompette, nel sopracitato trendyssimo quartiere Norrebrø è il place to be in materia di vino naturale. Pioniere della tipologia enoica sans sulfite proposta insieme a succulenti spuntini, continua a essere il wine bar preferito di molti, oltre che un indirizzo decisamente modaiolo che ne ha ispirati tanti altri. All’interno è tanto piccolo quanto accogliente, un po’ underground, un po’ con vibe parigine, con candele accese e muri nudi. Il vino lo scegli in una piccola saletta – con una bella selezione – prendi la tua bottiglia e la porti al tavolo. Altrimenti puoi optare per l’opzione al calice. Ordinando pane, formaggio, rillettes… finirete con l’entrare per il vino e rimanere per il cibo. Come in tutti i wine bar che colpiscono dritto al cuore.
Hart Bageri
Una viennoiserie/bakery da manuale da non lasciarsi scappare: Hart Bageri – in una delle nuove location, a Reffen – la panetteria-pasticceria di Richard Hart e René Redzepi di grande successo in continua espansione che si sta moltiplicando in ogni quartiere. Qui si trovano i classici della pasticceria francese alternati a quelli della pasticceria danese: dai croissant al pain au chocolat, dal croissant al cardamomo allo spandauer, dai tebirkes e teboller al citrus cinnamon snail. Per la colazione non mancano i vari bun con burro e/o prosciutto o cioccolato e per il pranzo il comparto salato si arricchisce di magici grilled kimcheese sandwich, croissant salati e imperdibili chive feta scones.
Noma
Siamo stati al Noma per un’esperienza indimenticabile di uno degli ultimi menu della stagione Game & Forest primache il Noma 2.0 esaurisca i suoi giorni per far nascere il Noma 3.0 che tutti stanno aspettando. Per narrare quel menu non basterebbe un libro perché oltre i piatti pazzeschi e le emozioni che sanno suscitare, quello che va raccontato per filo e per segno è il Noma Project, fatto di tantissima ricerca tra Lab e Test kitchen, fatto di collaborazione e intelligenza e di visioni rivoluzionarie sempre nuove, anni luce avanti al mondo gastronomico che viviamo ora. Vi rimandiamo invece a una toccante lettera aperta a René e al Noma, scritta da Lydia Itoi che del Noma ha avuto la fortuna di conoscere molte delle sue versioni.
La nuova Nuova Cucina Nordica oggi è fatta di consapevolezza, attenzione, rispetto e di visione globale. Di una nuova unicità che ricerca prodotti locali buoni puliti e giusti e li personalizza con identità, stile e influenze. Copenaghen è sempre una buona idea, è elettrizzante e in continua evoluzione.