Testo di Letizia Gobio Casali
Foto cortesia di Be.come
Un appuntamento utile, stimolante, identitario. Be.come, evento giunto alla sua terza edizione, di cui però la prima a Milano (il 27 e 28 novembre scorsi), mostra un’ambizione commisurata al livello dei marchi che riunisce e che presenta. Parliamo di grandi etichette italiane, ma anche di alcune maison straniere, che nel corso di vari panel e masterclass, sono state oggetto dell’attenzione dei selezionati invitati di questo “club” dedito a valorizzare principalmente la produzione enologica italiana.
“Be.come è nato per rispondere alle esigenze della produzione italiana di eccellenza di aderire, dal punto di vista valoriale, a un contesto internazionale” spiega Alessandra Montana, CEO e founder di Allumeuse Communication e co-founder di Be.come. In altre parole, l’evento cerca di promuovere il Made in Italy enologico alla stregua di ciò che stato fatto in altri settori top di casa nostra, ovvero moda e design. “A differenza del fashion e dell’arredamento, tuttora il vino italiano, anche se prodotto da big player, resta una realtà artigianale e questo determina una percezione e un posizionamento inferiore agli omologhi francesi” prosegue Montana. Di qui lo sforzo di divulgare informazioni sulle etichette di casa nostra che travalichino i dati organolettici: come la storia e le peculiarità di un territorio, l’esperienza di chi lo lavora e le passioni dei protagonisti del settore, in linea con lo slogan L’uomo al centro che ha dato il titolo alla terza edizione della kermesse.
Le due edizioni precedenti si sono tenute a Siena, perché lì sorge la sede di Be.come, co-fondata da Gregorio Tozzi e Gabriele Gorelli MW, primo Master of Wine italiano, e sono state dedicate alla metodologia di promozione del Made in Italy e all’ospitalità di alta gamma. La terza edizione è stata spostata a Milano sia per motivi logistici legati alla necessità di attrarre un pubblico che arriva da varie parti del mondo, sia perché nel capoluogo lombardo debuttano le imprese di alta ristorazione di cui il vino è partner essenziale. Preso atto che, per gli acquirenti internazionali, l’Italia è diventata una wine destination, per promuovere la conoscenza dei vini di casa nostra a sommelier, imprenditori del food, manager dell’hotellerie di alta gamma, Be.come propone una formula fatta di edutainment, cioè di un mix di educazione e intrattenimento, con appuntamenti di grande interesse.
Nell’edizione 2023, nello specifico, sono stati proposti due panel, rispettivamente condotti da Danielle Callegari di Wine Enthusiast e di The Journeymen Collective e tre masterclass. La prima è stata condotta a cura di Vinous, rivista fondata da Antonio Galloni, ed è stata imperniata sui vini di Montalcino; la seconda, dal titolo Wanderers above the sea of fog, guidata dai citati Gorelli e Callegari, ha preso spunto da un noto dipinto di Caspar David Friedrich perraccontare le icone vinicole (tra esse citiamo Allegrini, Marchesi Antinori, Donnafugata) che spiccano in un mare spesso indistinto di etichette. La terza, Innovation that inspires, a partire da un’opera di Jeff Koons ha illustrato etichette capaci di staccarsi dal fardello pesante delle tradizioni, quali Secondo Marco, Sampaio, Cantina Tramin o Masciarelli.
A dispetto della crescita costante, che in tre anni ha portato circa 40 realtà vinicole a partecipare al terzo evento Be.come, la manifestazione (che ha già ricevuto richieste di esportare il format) si prefigge di raccogliere sempre più aderenti, per far germinare relazioni e progetti utili a raccontare meglio la produzione nazionale. “Vorremmo arrivare a un manifesto comune di intenti, che promuova la creatività e competenza di chi fa il nostro vino e lo valorizzi sui mercato internazionali” spiega Alessandra Montana. “Perfino negli Usa, che rappresentano l’80% del nostro mercato estero, esiste una fascia di persone che non conosce il vino italiano e che dunque, in caso di acquisti, si orienta verso bottiglie francesi. Perciò, più che cercare nuovi sbocchi stranieri, occorre rafforzare la nostra immagine dove già siamo presenti”. Be.come sta già lavorando anche a questo.