Testo di Gualtiero Spotti
Foto cortesia del ristorante Imàgo
Dopo celebrazioni e ricorrenze che in qualche modo sono servite, nelle passate stagioni, a definire meglio e a portare a conclusione un ciclo decisamente proficuo per la ristorazione dell’Hotel Hassler a Roma – e nello specifico del ristorante Imàgo posto all’ultimo piano del palazzo – oggi si volta decisamente pagina. Francesco Apreda si è spostato in un altro albergo in città, ripartendo con nuove idee e mettendo in mostra grande entusiasmo, mentre nella panoramica e spettacolare sala dell’Imàgo si è da poco insediato il giovane e promettente Andrea Antonini.
Ventottenne romano con un passato girovago diviso tra la Capitale (Giuda Ballerino e Caceres) e la Spagna più creativa (Dacosta e Roca), ha colto al volo l’opportunità offerta dal proprietario dell’Hassler, Roberto Wirth, nella decisione di ribaltare in qualche modo i canoni costruiti nel tempo e riconducibili con Apreda a una cucina senza frontiere con molti riferimenti esotici e legata ai viaggi e agli orientalismi tanto cari al precedente titolare della cattedra gastronomica. Oggi invece l’Imàgo sembra aver preso la strada di una cucina più rilassata e comprensibile, figlia forse anche della necessità del nuovo cuoco di giocare sul sicuro almeno in partenza. I piatti dicono subito che mestiere ed eleganza qui non mancano, anche senza voler andare a ricercare a tutti i costi l’effetto mirabolante o quell’elemento “di rottura” che forse arriverà col tempo raccontando e definendo meglio il tocco d’autore del cuoco.
I piatti al momento passano da espressioni al palato un po’ muscolari, ma ben definite e piacevoli, che riportano a una concretezza territoriale non così difficile da trovare in una piazza come Roma, come nel caso degli Spaghetti ricci e Pecorino oppure nelle paste, con il Raviolo che diventa la casa ideale per metter insieme in un sol boccone il pollo e i peperoni. Poi però c’è ampio spazio dedicato a racconti più avvolgenti e mediterranei nella Triglia con panzanella e limone, nel classico Astice alla catalana e nella Capasanta con pomodoro e finocchio. In sostanza si veleggia con grande regolarità affidandosi a uno stile che non si rifà a troppi tecnicismi, contrariamente a quanto si potrebbe pensare visto il curriculum che in parte parla la lingua iberica, ma vive di un gioco di sottili contrappunti basato sull’immediatezza al palato, su un’idea di buon senso gastronomico capace di mettere d’accordo la clientela variegata che capita all’Imàgo.
D’altro canto il luogo è sempre stato raffinato e rassicurante al tempo stesso, come deve essere il ristorante che è una delle punte di diamante di un hotel la cui storia parla da sola. Con un must irrinunciabile che rimane il delizioso bar all’ingresso, dove è bello indugiare di fronte a un aperitivo prima di sedersi al tavolo. Con il nuovo corso appena inaugurato l’Imàgo rimane uno degli indirizzi romani più appetibili, con una vista impagabile su Trinità dei Monti e la promessa di crescita rapida di una cucina già ora convincente. Certamente è una bella scommessa vista la giovane età dell’interprete.
Imàgo all’Hassler
Piazza della Trinità dei Monti, 6
00187 Roma (RM)
Tel: +39 06 6993 4726