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Genesis
Ecosistema come equilibrio
La quinta edizione di Genesis – l’evento che porta il mondo tra le Dolomiti Ampezzane
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Chantal Arnts
Ecosistema come equilibrio
6 minuti

“Qual è il punto di Genesis, tu l’hai capito?” mi chiede una collega il primo giorno.
È solo l’inizio dell’evento, ma qualcosa ho già intuito: un sentimento più che un’idea, qualcosa di intangibile eppure intenso, che ti avvolge subito. Sorrido, perché la risposta non è semplice. Non è solo un evento gastronomico, è una comunità che si riconosce e si ritrova, anno dopo anno, per condividere, per stare insieme.

La cornice è quella delle Dolomiti, maestose e silenziose, che abbracciano tutto con la loro presenza antica. È un paesaggio che trattiene il respiro, capace di rendere ogni momento più nitido, come se la montagna ti insegnasse a guardare davvero. Ad accoglierci sono Ludovica Rubbini e Riccardo Gaspari: custodi di queste montagne, ideatori del progetto e, sì, ristoratori, che spalancano le porte del loro mondo per qualche giorno. A Cortina d’Ampezzo, lontano dal riflesso glamour che l’ha resa celebre, emerge un volto diverso: autentico, intimo e fatto di accoglienza sincera. E, come tutti gli anni, Genesis porta il mondo a Cortina.

Dalla capitale francese alla Baja California, ci si è ritrovati qui senza barriere né formalità. Persone diverse, di luoghi diversi e di età diverse, unite dall’invito a riscoprire le connessioni profonde che legano cibo, paesaggio e cultura. Tra loro George McLeod, neozelandese di origine e oggi chef patron del Ristorante SEM a Lisbona; ex Silo di Londra, e dunque – ça va sans dire – un “recuperatore” e fermentatore instancabile. Nella prima cena di accoglienza, a lume di candela nel fienile di Malga Giau, ha portato la sua visione e la sua tecnica, immergendosi nell’ecosistema e lavorando con gli elementi della natura circostante, ad esempio con il suo Brodo della Foresta; un piatto che sembrava già contenere la chiave di Genesis 2025.

Ecosistema, infatti, non è una parola a caso, ma il tema di questa quinta edizione. Una parola carica di significati, strettamente intrecciata a quella di equilibrio, perché “Ci vuole equilibrio affinché un ecosistema funzioni”, spiega Ludovica. Nei giorni di Genesis il concetto è stato esplorato in tutte le sue forme: naturale, certo, ma anche umano, produttivo e creativo. Un intreccio continuo, in cui il valore ha preso forma nella coralità piuttosto che nel singolo gesto.

E proprio nella coralità dei pranzi questa visione si è fatta concreta: tavole condivise, cucine diverse, voci che si intrecciavano nei piatti come nei racconti. Come nella cena a quattro mani al SanBrite, dove Riccardo Gaspari ha accolto David Castro Hussong e Maribel Aldaco Silva (del ristorante Fauna di cui abbiamo raccontato su Cook_inc. 36), creando un ponte tra la Baja California e le Dolomiti. Una cena armoniosa, capace di alternare con eleganza la Quaglia affumicata con maionese al chile mixe alle Mezze maniche al burro e Parmigiano Reggiano di montagna stagionato 24 mesi. Due mondi distanti che, per una sera, hanno parlato la stessa lingua.

Dal respiro internazionale di Genesis si è passati a esperienze più intime, ma non meno potenti, come quella portata dai giovani Anna Vendramini e Lorenzo Torresan di Nidaba, eredi di una storia che attraversa generazioni. Locale storico a Montebelluna e uno dei primi a importare birra artigianale in Italia, il duo oggi ha saputo mantenere quello stampo originario e lo riversa con naturalezza tanto nei piatti quanto nei bicchieri.

Il mare ha raggiunto i monti con Jacopo Ticchi del ristorante Da Lucio, che ha acceso il fuoco per una cena sotto le stelle: una cucina viva, ardente, che porta la sua firma più riconoscibile, il pesce, reinterpretato tra brace e fumo.

Poi di nuovo all’estero, con Manon Fleury e Laurène Barjhoux del ristorante Datil di Parigi, che hanno realizzato in quota un pranzo vegetale ed etico, preciso come un ricamo. Con eleganza e armonia hanno impiattato all’aperto, sul terrazzo de El Brite de Larieto, muovendosi come in una danza, con le Dolomiti Ampezzane e la vallata di Cortina a fare da palcoscenico.

In un contesto come questo, la natura non è soltanto scenografia: è sostanza, presenza costante. Tra un pasto e l’altro ci siamo messi in cammino sui sentieri (“quello di oggi è facile”, pare dicano ogni anno), abbiamo seguito una guida locale in una “lezione” di pesca alla diga di Ciou del Conte, e l’ultima sera abbiamo dormito in tenda sotto le stelle, con una sessione di yoga al risveglio. Ancora mi chiedo se fosse più magico il buio della notte, con le piccole luci del campo tende che parevano uscite da una fiaba, o il mattino, aprendo gli occhi sotto l’imponenza delle vette. Del freddo ci siamo dimenticati, a suon di negroni la sera e caffè la mattina, immersi in quei momenti conviviali che caratterizzano ogni attimo.

Ma Genesis non sarebbe completo senza un momento dedicato alla creatività. Con Jacopo Di Cera abbiamo esplorato nuovi punti di vista, usando la fotografia come linguaggio per raccontare l’esperienza. Poi ci siamo sporcati le mani insieme a Giulia Tosato e al suo team di TOCIO, trasformando farina e miele Ambrosoli in pane: un gesto semplice e antico, ma anche concreto e potente. Le loro creazioni le abbiamo ritrovate la mattina seguente, al risveglio, in un banchetto sorprendente, tra dolce e salato: l’ultimo pasto condiviso prima dei saluti finali.

In attesa del transfer per ripartire e respirando l’aria di montagna come a volerla trattenere ancora un po’, ho condiviso una chiacchiera finale con Ludovica. Nonostante i giorni intensi di coordinamento e gestione di questo evento curato nei minimi dettagli ed eseguito alla perfezione, il suo sorriso era intatto. Con lei ho confermato l’intuizione che mi accompagnava sin dall’inizio: Genesis è molto di più di un evento, è un momento per ripartire, per scambiare visioni – il focus è puntato sulle persone.

Mentre parte dello staff scaricava le ultime attrezzature disallestite dal campo tende, altri apparecchiavano il tavolo e preparavano lo staff meal. La chiusura dietro le quinte di Genesis è, per tradizione, un pasto condiviso tra chi ha reso possibile l’evento. Con quel piatto di pasta finale, il cerchio si chiude, pronto a riaprirsi portando con sé la forza di una comunità e la delicatezza di un sentimento che non si lascia del tutto spiegare.

Fondamentale per lo svolgimento dell’evento è il rinnovato supporto degli “Element Sponsor”: Pastificio Felicetti, Parmigiano Reggiano e Ambrosoli. Importantissima anche la collaborazione dei “Technical Sponsor Plus” – Illycaffè, Birra Forst, Herita Marzotto Wine Estates, Bonaventura Maschio – e dei “Technical sponsor” – Scarpa, Alpe Pragas, Dolomia, Itas Assicurazioni, La Cooperativa di Cortina, RISO, Abimis, Italesse e Murphy & Nye.

Reportage
quello che offrono le dolomiti
Mens Sana in San Brite
Ecosistemi rigenerativi a Cortina d’Ampezzo
Lorenzo Sandano

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