Barfly
Bar di provincia
Fuori dal centro is the new centro
I vantaggi dell’essere in provincia in due progetti di bar di nuova generazione
Testo di
Chiara Buzzi
Foto cortesia
Fuori dal centro is the new centro
5 minuti

La seconda vita della provincia è ufficialmente iniziata.

Non stiamo parlando soltanto di una rinascita da un punto di vista dei progetti di ristorazione arrivati negli ultimi tempi con sempre maggiore frequenza e serietà, ma il fenomeno interessa anche altri ambiti. Ne sono un chiaro esempio le realtà di street bar e miscelazione, sorte nei centri abitati che popolano l’hinterland delle grandi metropoli.  

Uno dei dati più interessanti è che sono proprio i giovani, dai Millennials alla Gen Z, coloro che dopo una serie di esperienze fuori dall’Italia – o in ogni caso lontano da casa – scelgono di tornare volutamente nelle proprie cittadine di origine. Succede anche che, dopo un certo periodo di tempo passato in frenesia e pressione lavorativa, si scelga una vita con priorità diverse. Il che non significa necessariamente un percorso più facile e una strada spianata quanto più una diversa gestione dei propri progetti personali di vita e di carriera, nonché una ricerca di equilibri mentali e fisici nuovi.

“Una delle maggiori difficoltà, che ci accompagna dall’inizio, è di non lavorare mai al 100% delle nostre possibilità. Questo perché non appena c’è un evento, una festività, un richiamo di qualsiasi tipo verso altri luoghi, le persone tendono a evadere” ci racconta Ambrogio Ferraro, titolare di Bar Is The Name a Busto Arsizio. “Ancora prima di preoccuparmi dell’andamento del business, ho cercato di investire tutte le mie energie e buona parte della formazione del mio staff verso la costruzione di un’ospitalità difficilmente rintracciabile in altre realtà simili sul territorio. Qui le giornate sono scandite dalla routine, dall’abitudinarietà della clientela e la stessa cosa abbiamo cercato di fare noi nonostante il cocktail non sia qualcosa che necessariamente la gente consuma tutti i giorni. Riuscire a far sentire il cliente accolto e atteso, farlo stare bene, circondarlo di attenzioni e cortesie è e ciò che ci ha aiutato a formare una memoria positiva nei clienti che venivano e ci conoscevano per la prima volta”. Busto Arsizio non è certo un piccolo borgo, ma nonostante questo la vicinanza a città di maggiore richiamo non la rende una piazza di facile appiglio.

Ambrogio Ferraro ha scelto di mettersi in proprio creando un concept from scratch come direbbero gli inglesi, un team, un progetto di miscelazione con una proposta di snack bar di supporto alla bevuta. Ambrogio è un ragazzo entusiasta, determinato, estremamente professionale e fin da subito consapevole di essere fuori dalle possibili intercettazioni della maggior parte degli appassionati e foodie. Nonostante questo, l’intento perseguito sin dall’inizio è stato quello di fare bene, con costanza e serietà, cercando la dove possibile di farsi notare e riuscire a portare fuori quello che di solito risulta comodo, accessibile, centrale, trendy.

“Ci sono indubbiamente anche dei vantaggi dell’essere in provincia. E vi stupirò con effetti speciali dicendovi che un fiore all’occhiello di cui nel mio piccolo vado orgoglioso è proprio quell’aspetto che per molti è un tasto dolente: il personale. Chi lavora per Bar Is The Name vuole questa dimensione, condivide la nostra filosofia e partecipa alla nostra sfida. Ho la fortuna di avere una squadra giovanissima e appassionata!”.

Diversamente uguale, ancora più avvincente, è la storia di Cinquanta Spirito Italiano – per tutti “Cinquanta”. Alfonso Califano e Natale Palmieri hanno recuperato l’idea del bar all’italiana, del bar sport dove ritrovarsi dalla colazione, al pranzo fino al dopo cena, senza formalità ma offrendo grande concretezza.  Siamo a Pagani, nell’entroterra campano tra Salerno, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata. “Negli anni 50 e 60 il bar è stato emblema di rinascita, boom economico e voglia di sognare. Il bar all’italiana si è affermato come un luogo dove si consumano un tempo e uno spazio preferibilmente di qualità, ma dove sul conto appare solo il caffè. Quando abbiamo aperto – una specie di cattedrale nel deserto – una delle prime difficoltà è stata quella di non avere personale qualificato. Molti dei ragazzi che compongono la squadra oggi sono con noi dall’inizio e questo ci rende fieri, ma il lavoro di formazione e training è stato impattante”, spiega Califano.

Cinquanta Spirito Italiano è oggi un progetto di ospitalità di fama nazionale e internazionale, che si è fatto conoscere per la qualità del suo capitale umano e per la sua visione di lungo termine. “Abbiamo investito molto nella comunicazione fin dall’inizio. Oggi è qualcosa che ci contraddistingue, che arriva al cliente quasi prima della nostra proposta e che ci ha concesso di inaugurare con un’attesa da parte del pubblico locale già alta e già partecipe” racconta Alfonso. Nei mesi precedenti l’apertura, i ragazzi hanno lavorato in modo analogico, in direzione contraria rispetto alle tendenze del momento e optando per una campagna di affissioni pubbliche.

“Abbiamo stampato manifesti 70×100 e sei metri per tre, che rappresentavano tre baristi storici molto conosciuti nella zona. Lo slogan scelto era Con lo stesso Spirito e li abbiamo affissi nelle cittadine limitrofe quindi Nocera, Agri, Pagani stessa. Quest’operazione è piaciuta, ha coinvolto i locali, ci ha inserito subito nel tessuto della città e ci ha dato una forte spinta”. Alla fine di una giornata di lavoro, non è sempre possibile raggiungere un collega per via delle lunghe distanze tra un paese e l’altro, e forse è il confronto e la condivisione di idee e pensieri che alle volte manca a questi ragazzi. Tuttavia, Cinquanta è il classico esempio di realtà cui la provincia ha dato e continua a dare tanto senza particolari privazioni. “Lavorare con i brand non è sempre stato facile ma sempre più aziende scelgono di investire sui centri minori, dando fiducia ad un lavoro continuativo e alla serietà di tanti giovani imprenditori” conclude Alfonso.

E voi, ogni quanto superate la vostra pigrizia dando fiducia a un progetto fuori dal centro? Ora avete anche due nomi, inaspettati, di realtà meritevoli sulle quali impostare il navigatore.


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