Reportage
Nouvelle Gastronomie Québécoise
Colomba d’amore
Da Colombe al suo ristorante Chez Saint-Pierre a Le Bic – in Québec – è sempre una pasqua
Testo di
Andrea Petrini
Foto e Collage di
Marie-Sophie Picard
Da Cook_inc N. 24
Colomba d’amore
16 minuti

Madame Saint-Pierre. Quella cosa impossibile da fare, salpare in nome dell’amore, attraversare mare, oceani e monti per lasciare alle spalle il Vecchio Mondo abbracciando quel che di nuovo si cela all’orizzonte di un’altra possibile vita… Per amore di Colombe Saint-Pierre l’abbiamo fatto pure noi: l’Europa alle spalle, prendendo la tangente per un road trip sulle strade del Québec mirando all’eremo più lontano, off-map destination davvero ai bordi del precipizio delle rotte repertoriate. Sino a toccare col dito, ore e ore più tardi, il sogno incantato di generazioni e generazioni di migranti: l’utopica capannetta in Canada. O per dirla con le parole d’Iñaki Aizpitarte “chez Colombe, c’est vraiment la Maison du Bonheur”. La casa della felicità, traduciamo. Chiedetelo invero al cuoco parigino, lui ne sa qualcosa, che nel 2015, inviato speciale per conto di GELINAZ!, a missione compiuta parve rompere il contatto radio col resto del mondo, scomparendo per giorni e giorni nel nulla dell’agreste calma di Le Bic.

Totale seppur temporaria fusione con una regione fuori dalla geopolitica dell’universo culinario. Nel 2015, eravamo tra i primi a militare nella locale Casa del Popolo ospitante il Colombe Fan Club, informale associazione la cui presidente onoraria, senza carta né partito, Marie-Claude Lortie, ci aveva sensibilizzato già dal 2013 alla progressista causa della Pasionaria quebecchese. “Colombe è una forza della natura, indomabile, imprevedibile, una grande cuoca che il compromesso non sa neanche dove stia di casa”. Un’estremista direbbero i cronisti della socialdemocrazia culinaria. Con una eccezione di taglia: Colombe, il militantismo lo incarna sulla propria pelle giorno dopo giorno da quel fatidico dì in cui decise d’aprir bottega nella regione natale, davvero la più sragionevole cosa da fare. E non solo per mere questioni di realismo economico. In una regione dove Michelin non si avventura, mica solo per paura dell’invernale turismo di massa dei lupi bianchi, per cortesia non scordiamoci pure i nativi orsi bruni, ma perché vi si misura appieno la sensazione di affondare in un grande territorio dal terroir aperto a tutti i possibili. In una comunità rurale, marcata dai riti quotidiani della sussistenza, che mai si sarebbe aspettata in altri tempi di veder un giorno stampato nero su bianco come ragione sociale dell’insegna della locanda dei Saint-Pierre, unico ristorante del villaggio di appena tremila anime agglomerate intorno all’imponente chiesetta,

“Chez Saint-Pierre, Nouvelle Gastronomie Québécoise”.

E mentre la nostra Lincoln nera procede sempre imperterrita bruciando tappe su tappe, il centro rurale di Charlevoix appena un ricordo, via via s’incomincia a intravvedere, in fondo all’orizzonte, la regione del Fiume da Basso – che dite, non sembra quasi una terminologia alla Tolkien del Signore degli Anelli? – là dove prospera Colombe con la sua famiglia. Ma prima dovremo imbarcare il fuori strada a Saint-Simeon, attraversare l’oceanico fiume Saint-Laurent, immenso tale un mare aperto, per poi approdare, due orette più tardi (ovvero a tre ore da Québec City e sei e mezza di strada da Montréal) sul molo commerciale della Rivière-du-Loup. Oramai a due passi da quel villaggetto da poco entrato nottetempo sulla carta delle più telluriche destinazioni: “Cercate il ristorante di Colombe a Le Bic? Lo vedete il tetto a picco laggiù in fondo dopo la collina? È proprio lì nel piazzale di fronte alla chiesa, non potete mancarlo”.

Colombe Saint-Pierre, una cheffe, un luogo. Nell’ex mescita del villaggio, che decise d’investire già dal 2003. Sedici anni di attraversata del deserto, per lustri e lustri di vacche magre e di cinture strette intorno alla vita, e boia chi molla perché chi la dura la vince sino a quella serata del 2018 quando una radiosa Colombe Saint-Pierre, sguardo sgargiante, salì sotto gli applausi di tutti i professionisti della professione lì riuniti in quel di Montréal, volando sul proscenio degli Allori della Gastronomia per ricevere l’ambito Oscar della “Cheffe dell’Anno”. Applausi. Never give up (your dream). Think different & Just do it. Colombe Saint-Pierre: A star is born.

Vuoi continuare a leggere questo articolo?
Fai login o abbonati
Abbonati a Cook_inc.
Con l’abbonamento avrai accesso a tutto il mondo Cook_inc., dalle storie di approfondimento ai contenuti esclusivi. Join the fam!
Scopri di più

Articoli correlati
Cose che non sapevi di voler leggere